Marie Thérèse Ntumba Kabutakapua, nota come MariTé K, nasce a Roma nel gennaio 1984 da genitori congolesi, trasferitisi in Italia negli anni ’70 per motivi lavorativi. Fin da piccola, grazie all’influenza del padre sociologo e appassionato di musica, viene educata alle sonorità della musica africana e afro-americana. A soli otto anni partecipa alle selezioni per lo Zecchino d’Oro con sua sorella. Attivista del Movimento dei Focolarini, MariTé diventa un punto di riferimento per le attività giovanili, organizzando numerosi meeting nazionali e internazionali. A 16 anni, viene chiamata dal Gen Rosso in Giappone per cantare da solista durante la ‘Conference of Children for Coming Generation’, un’esperienza che le fa capire che la musica sarà il fulcro della sua vita professionale. MariTé K arricchisce il suo percorso artistico con varie esperienze di formazione, spaziando dalla musica (Soul, R&B, Musica Afro ed Afro Tradizionale, Funky e Gospel) alla recitazione e al teatro, sotto la guida di Maria Gabriella Marino e Arteca. Nel 2010, insieme a un gruppo di donne congolesi, fonda l’associazione internazionale ‘Tam Tam D’Afrique Onlus’, dedicata alla sensibilizzazione sulla condizione della donna nella Repubblica Democratica del Congo. In questo contesto nasce ‘Night for Women’, una rassegna musicale diretta artisticamente da MariTé, che raccoglie fondi per l’alfabetizzazione delle donne congolesi vittime di violenza sessuale usata come arma di guerra. MariTé trionfa in numerosi concorsi musicali, tra cui ‘La Bella e la Voce’ e ‘Premio Incanto’, affermandosi sempre più come autrice, cantautrice e interprete. Il suo primo album, Soul Nacked, mescola sonorità afro-tradizionali, gospel e soul, con testi che trattano temi sociali e una voce unica e potente. Il mondo gospel è una componente centrale della sua carriera, con esperienze significative come la fondazione dei cori ‘Trivium Music Work In Progress’ e ‘Quarta Sospesa’ a Roma, e la partecipazione a eventi come ‘Velletri in Gospel’ per raccogliere fondi per le vittime del terremoto nel centro Italia. MariTé è anche presidente dell’associazione Trivium Music Work in Progress, attiva nel sociale, e nel 2018 adotta un’opera da ricostruire nel paese di Amatrice. La sua esperienza come gospel vocal coach la porta in Puglia, dove fonda i ‘Penta Gospel Angels’, un coro di 45 elementi che si esibisce in numerosi eventi. Nonostante la giovane età, MariTé K ha collaborato con artisti di fama internazionale come Cheryl Porter, con la quale si è esibita in Vaticano davanti a Papa Francesco durante la vigilia di Natale del 2017. È stata anche voce di Zucchero Fornaciari con gli Hallelujah Gospel Singers e Cheryl Porter, ed è stata protagonista di Edicola Fiore, dove Fiorello l’ha definita una ‘Grande Voce Soul’. MariTé K ha appena terminato la registrazione del suo secondo album, Telling Stories, di cui il singolo Innocence è già disponibile su tutte le piattaforme digitali, distribuito da Pirames International e prodotto da Forward Music Italy. Telling Stories è un’opera matura e potente, che racconta di vita vissuta, esperienze tragiche e meravigliose, trasmettendo grande passione e umanità. MariTé porta sul palco tutto ciò con naturalezza e dignità, frutti delle sue esperienze di vita, gioie e amarezze, che si respirano in ogni istante delle sue performance.
Tuo padre è stato una grande influenza nella tua educazione musicale. Come ha influenzato la tua scelta di abbracciare generi musicali come Soul, R&B, e Musica Afro?
In casa, si ascoltava un pò di tutto sempre e se devo essere sincera, ho iniziando cantando Pop, adoravo Withney Houston, il soul è arrivato in realtà con il mio primo disco, quindi con un ascolto più maturo della musica.
Puoi raccontarci di più sulla tua esperienza come solista in Giappone con il Gen Rosso? Come ha influenzato la tua percezione della musica e del tuo futuro professionale?
È stata una esperienza unica a 15 anni condividevo il palco con altri ragazzi e ragazze con il desiderio di poter usare il canto come veicolo per comunicare cose importanti, lì ho compreso che la musica non era solo per me, ma era un dono che avevo, dono che potevo condividere con molti, ho capito che potevo fare di più, potevo (in punta di piedi) essere la voce degli emarginati, degli ultimi, di chi non aveva più speranza e raccontare le loro storie.
Come è nata l’idea di fondare Tam Tam D’Afrique Onlus e come hai diretto ‘Night for Women’? Qual è stato l’impatto di questa iniziativa nella sensibilizzazione sulla condizione delle donne nel Congo?
È difficile trasferirsi da un continente ad un altro, trovando una cultura totalmente differente dalla tua e TTA è nata proprio per essere famiglia, per non lasciare sole le persone che arrivavano in italia, ma poi c’è stato un cambiamento, vista la situazione in Congo rdc. Siamo riuscite ad aiutare molte donne con i ricavati di Nigth for Women, attraverso un percorso di alfabetizzazione, una goccia nel mare, ma qualcosa che ha dato fiducia alle donne che no solo hanno subito violenze indicibili, ma sono anche state emarginate per questo. Ora sanno che non sono sole e siamo tutte insieme in questa lotta.
Come hai sviluppato il concetto e il sound di “Soul Nacked”? Qual è il messaggio principale che volevi trasmettere attraverso questo album?
Guarda, ciò che volevo trasmettere era la mia africanità, è stato un album scritto di pancia, in un momento non semplicissimo della mia vita, sentivo la necessità di dare spazio ai miei sentimenti di allora e al mio amato Congo. Il messaggio generale, è che di si piò rialzare sempre: “Cadi sette volte e rialzati otto volte”.
Il gospel è una componente centrale della tua carriera. Puoi parlare delle tue esperienze e del loro impatto sociale?
Grazie per questa domanda! Adoro cantare gospel, ancora di più adoro dirigere cori gospel, mi piace l’alchimia che si crea tra i cantanti ed il messaggio di speranza, fede che vogliamo lanciare cantando. Gospel, vuol dire vangelo ed in quel momento noi cantiamo lodi, indipendentemente dall’essere credenti o meno. Ma, posso dirti con grande gioia che nel coro gospel c’è sempre una magia. Dirigo il Rise Up Gopsel Choir da due anni e non mi è mai capitato di sperimentare tanta bellezza, umanità, difficoltà superate e quando sono tutti insieme in un concerto, sembra esserci una sola voce, è meraviglioso.
Qual è stata la tua collaborazione più memorabile con un artista di fama internazionale? Puoi raccontarci dell’esperienza di esibirti davanti a Papa Francesco e delle emozioni che hai provato in quel momento?
Sicuramente collaborare con Cheryl Porter e con Zucchero Fornaciari, è stata una vera palestra, ho imparato tantissimo ed è stata un emozione immensa. Ho avuto la fortuna di cantare due volte per il Papa e non so descriverti la sensazione….come camminare a tre metri da terra, per me fare musica significa vivere di emozioni e condividerle, è bello anche tutto il resto, la fama e altro…ma sono le esperienze he ti riempiono l’anima e ti permettono di scrivere altra musica, credo che cantare per il papa sia stato uno dei punti più alti della mia carriera.
Il tuo nuovo album, “Telling Stories”, sembra raccontare esperienze personali profonde. Qual è il tema principale dietro questo album e cosa ti ha ispirato a creare questo lavoro?
In questo album, ho voluto toccare molti temi sociali era importante per me trasmettere un messaggio di speranza, fiducia nel prossimo, empatia. Mi hanno ispirata diverse storie ascoltare al tg, lette nei giornali, storie raccontate dalla mia famiglia, vivo questo disco come un libro ed anche più ho cercato di raccontare la voce di chi si sente emarginato.
Come riesci a bilanciare la tua carriera musicale con l’attivismo sociale e le iniziative umanitarie? Qual è l’aspetto più gratificante di entrambe le sfaccettature della tua vita professionale?
Non è facile, ma non saprei fare diversamente, ora sono anche Mamma di una piccola du quasi tre anni. Diciamo un passo alla volta ogni giorno e non sono mai sola! Credo che la gratificazione più grande dell’attivismo è sapere di poter migliorare la vita di una persona e vedere che ciò accade davvero, per la musica è potere alleviare anche per un ora il dolore, le preoccupazioni di chi ascolta o partecipa.
Parlaci del tuo libro.
Il mio libro racconta la mia storia di sopravvissuta a relazioni tossiche ed a come sono riuscita a risalire da un buio molto profondo, ho voluto concentrarmi sulla rinascita e non sulle brutte esperienze, non volevo appesantire il lettore. Posso dire che è un viaggio nella mia vita e nella mia rinascita, nella speranza che tante donne, possano identificarsi e non perdere mai la speranza.
Descriviti in 3 parole.
Solare, determinata, resiliente.
Sogno nel cassetto?
Vincere il nobel per l’impegno nel sostenere la donna.
Progetti futuri?
Tanti, sicuramente un nuovo disco ed un nuovo album già i lavorazione.