GENNARO DE SANTIS

Sono GENNARO DE SANTIS, attore, cabarettista e commediografo. Scrivo, dirigo e interpreto spettacoli comici dal 2010. Sono fondatore e capocomico della compagnia teatrale Nuovo Teatro Popolare di Bari, con la quale porto in scena regolarmente commedie e sketch-shows. Inoltre sono attivo come cabarettista e comico stand up. Ho partecipato a numerosi eventi dal vivo come comico, con apparizioni in programmi televisivi pugliesi come ShowVagando, Comics Cafè, Il Portinaio (Franco De Giglio), Il Commissario Spiedone (Matteo Pedone). La mia particolarittà, sta nel portare, sia sul set che sulla scena, la capacità di inventarmi personaggi, avendo l’ abilità di cambiare facilmente voci e accenti, risultato molto versatile per ogni tipo di situazione.

Qual è stata l’ispirazione dietro la fondazione della compagnia teatrale Nuovo Teatro Popolare di Bari e come hai visto evolversi la compagnia nel corso degli anni?

Essendo cresciuto con le commedie comiche dei grandi comici baresi Gianni Colajemma e Nicola Pignataro, ho da subito ricalcato quel genere. Ma mi rendevo conto che i giovani non erano molto interessati alla commedia in dialetto barese, perché in linea di massima ritenuta antiquata e troppo di nicchia. Quindi ho pensato di fare evolvere il teatro barese per le nuove generazioni, fondando il Nuovo Teatro Popolare di Bari, con la quale porto in scena, si spettacoli comici in barese, ma raccontando storie moderne, aventi con protagonisti anche i giovani, con problematiche più attuali. Direi missione compiuta, perché ai nostri spettacoli ormai assistono sempre più entusiasti, non solo lo zoccolo duro del pubblico abituale, ma anche ragazzi che non avevano mai visto una commedia in dialetto prima.

Puoi raccontarci un po’ del tuo processo creativo quando scrivi e dirigi uno spettacolo comico? Da dove trai ispirazione per i tuoi personaggi e sketch?

Il processo creativo che mi porta a scrivere spettacoli, come anche sketch o monologhi, è totalmente inaspettato e casuale. Se mi mettessi davanti alla pagina bianca con l’ intenzione di scrivere, non ne caverei niente. Invece, quando meno me lo aspetto, magari quando sono in fila al supermercato o mentre sto guidando, mi viene un’ idea, alla quale segue un’ altra, poi un’ altra, finché non mi si compone in testa il tutto. Poi devo solo buttare su carta quello che la mia mente ha creato, senza chiedermi il permesso. Per la regia, invece mi piace lavorare con attori carismatici e creativi, capaci di andare oltre le mie direttive, approfondendo il personaggio e rendendolo più credibile e divertente. Ascolto le loro idee, anche se vanno a modificare le mie Non mi piace la figura del regista dittatore, che comanda a bacchetta ogni movimento e battuta. Un attore è un artista, e come tale deve essere lasciato libero di esprimersi.

Come riesci a mantenere fresche e innovative le tue performance comiche dopo tanti anni di carriera? Hai delle routine o dei rituali specifici prima di salire sul palco?

Sicuramente bisogna sempre aggiornarsi per trovare nuove idee che facciano presa sul pubblico, esso stesso in continua evoluzione. I socials per esempio, li tengo sempre d’occhio, perché questa è sempre più la generazione dei meme. Ma per andare sul sicuro, la cosa migliore è evitare la volgarità, battute offensive e soprattutto cercare il tempo comico, ossia la maniera di dire una battuta, o creare una gag, che non passerà mai di moda. Ho una serie di rituali prima di andare in scena: A sipario chiuso, con il pubblico che inizia a sedersi, vado sul palco da solo, mi raccolgo in silenzio qualche secondo e, poggiando un ginocchio a terra, accarezzo il palcoscenico, perché il rispetto per la scena è il portafortuna più efficace. E come ultima cosa, do l’ in bocca al lupo singolarmente ai miei attori, toccando loro una spalla. Finora ha sempre funzionato.

Quali sono state le tue esperienze più memorabili nei programmi televisivi pugliesi come ShowVagando e Comics Cafè? C’è un aneddoto divertente che puoi condividere con noi?

In TV la cosa più appagante che ho fatto è stata interpretare Vajislav, cattivissimo boss della mafia balcanica, nello sceneggiato “Il Commissario Spiedone” (M.Pedone). Il pubblico mi ha visto in una veste nuova, un ruolo molto drammatico e a tratti inquietanti. Un aneddoto divertente riguarda ShowVagando, varietà televisivo targato Lello Di Bari. Lì ho imitato e parodiato il governatore della Campania, Vincenzo De Luca. Una delle gags più gettonate di ogni puntata, era quando, nel mezzo di un discorso, il microfono smetteva di funzionare, facendo partire una serie di insulti all’ indirizzo del tecnico audio, ovviamente nello stile di De Luca. Questo era tratto da un fatto realmente accaduto in un evento dal vivo, sempre con ShowVagando, quando il microfono iniziò a fare le bizze, così improvvisai un siparietto, prendendomela con la regia, senza uscire dal personaggio De Luca. La gente rise di gusto, così abbiamo deciso di riproporlo in Tv. E c’è chi ancora crede fosse tutto preparato.

Essendo un attore versatile capace di cambiare voci e accenti, hai mai considerato di espandere la tua carriera al di fuori del teatro comico e della cabarettista, magari nel doppiaggio o in altri generi di recitazione?

A parte qualche voice-over per i miei spettacoli, non ho mai desiderato fare doppiaggio, non mi attira, anche se mai dire mai. Nella mia carriera non c’ è solo comicità: ho partecipato anche a spettacoli di natura storica e anche a diversi eventi con monologhi drammatici. Ma far ridere è la mia missione perché, in realtà, non c’ è cosa più seria.

Descriviti in tre parole.

Versatile, creativo, appassionato.

Progetti futuri?

Stiamo lavorando molto con la famiglia dell’Anchecinema per portare gli spettacoli del Nuovo Teatro Popolare di Bari su palcoscenici sempre più grandi. E ci stiamo riuscendo, grazie soprattutto all’ amico e collega Alberto Molonia, nostro direttore di produzione. Ma non voglio ancora svelare ancora date e luoghi, Per quanto riguarda me in singolo, ho in cantiere un One man show tutto mio. Quando c’è la passione e la professionalità, non ci sono limiti al futuro.

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