BADRYA RAZEM

BADRYA RAZEM, padre Algerino e madre Italiana, nasce nel 1994, inizia i suoi studi, in tenera età, in pianoforte classico. Consegue il diploma accademico di I e II livello in Canto Jazz, e il II livello di specializzazione in Canto Lirico, tutte le tesi con votazione di 110 e Lode con menzione d’onore, discutendo tesi sperimentali di ricerca. Nel 2014 è impegnata in una tournée con la Big Band Jazz di Matera tra Germania e Polonia. E’ stata la voce solista per il “Concorso del 2 Agosto” il Concerto che si tiene a Bologna in Piazza Maggiore, accompagnata dalla Filarmonica Arturo Toscanini, Direttore Alessandro Cadario, esibendosi in un repertorio contemporaneo sperimentale. Il concerto è andato in diretta su Rai Radio 3 e in differita su Rai5. A luglio 2018, è protagonista della nota rassegna di Bari in Jazz, eseguendo un repertorio sperimentale, mescolando il Jazz all’elettronica. Sempre nel 2018, in diversi teatri italiani, condivide il palco con il Duni Jazz Choir, coro fondato da Mario Rosini, Fabrizio Bosso e Simona Bencini, per conto di una produzione Statunitense. E’ Protagonista di diverse produzioni con L’Orchestra ICO della Magna Grecia, in repertori che spaziano dal Jazz, al Pop, al Soul. Ha collaborato con diverse Orchestre nei Teatri: La Filarmonica A. Toscanini, l’Orchestra del Petruzzelli, la Sinfonica di Matera, L’Ecletic Inside Orchestra con Direttore Ettore Papadia, l’Orchestra dei Solisti Lucani, l’Orchestra ICO della Magna Grecia, l’Orchestra Sinfonica Lucana, Orchestra Sinfonica Nuovi Spazi Sonori. A novembre e dicembre 2019 parte per due tournée rispettivamente in Norvegia e in Lituania con il Maestro Cipriani. Insieme al Duni Jazz Choir apre il concerto e duetta con il Maestro Danilo Rea la sua composizione originale“Peace”. Nel dicembre 2022 esce il primo disco con il Duni Jazz Choir, pubblicato con l’etichetta ABeat Jazz. Per tre anni consecutivi, dal 2020 è stata la solista, come Mezzosoprano, nello Stabat Mater di Pergolesi, eseguito a Matera con L’Orchestra 131 della Basilicata. Nell’ agosto del 2021 è la voce solista per il Festival “ Matera Open Sound”,si esibisce a Matera in un concerto, replicato due volte, che la vede protagonista dell’ improvvisazione: spazia dal Free Jazz, ad improvvisazioni arabe, sempre ancorata alle sue radici. Ad agosto 2022 registra la sua voce, insieme al Sax di Roberto Ottaviano, per il disco “Worlds Beyond” di Antonello Losacco, contrabbassista e compositore. Con il batterista Fabio Accardi condivide un originale progetto su B. Bacharach, “Close to you- Celebrating Bacharach” progetto protagonista di diverse rassegne Jazz. E’ la voce del progetto Kosmos and Chaos, un progetto di brani originali del bassista Pierluigi Balducci, che sperimenta diverse “luci e visioni” del Jazz. Nell’agosto del 2023, è la voce solista di “ SINERG-IA” il concerto Multimediale per la Rassegna Acqua Corrente, con l’Associazione Musicale Fadiesis, produzione di Materelettrica, tenutosi presso la Ex. Centrale Idroelettrica “A.Pitter” Malnisio, Pordenone. Con il progetto Kosmos&Chaos e Bacharach è protagonista in diversi teatri quest’ inverno, come Il Testro Nasca a Lecce e Il Teatro Forma a Bari. Ad Aprile 2024, presso il Politecnico di Bari, porta in scena la prima assoluta di un nuovo progetto “Enumerando”, tra musica e Matematica, con la Dott.ssa Rosalia Stellacci e il Maestro Fabrizio Festa, con brani scritti appositamente per la sua vocalità. Il progetto verrà ripetuto nuovamente nel settembre 2024 per il Festival Internazionale di Fisarmonica. A giugno 2024 è al Principato di Monaco e si esibisce come voce solista, in occasione della festa dei Siti Storici Grimaldi, per il Principe. Il concerto si è tenuto in Piazza del Palazzo. Sempre a giugno 2024, si esibisce per il prestigioso Festival Jazz di Ascona, in Svizzera, con i Joe Dallas & The Monks, sul palco con lei, il cantante Nate James. E’ Vincitrice Del Primo Premio nella Categoria “Cantanti Jazz” per il Concorso Internazionale di Lugano, in Svizzera. Ottiene il riconoscimento come “ Miglior Interpete” dell’intera rassegna di ArgoJazz con il Progetto Kosmos&Chaos. Ad Agosto insieme al Maestro Antonio Palazzo si esibisce a Trani e debutta con un nuovo progetto, omaggio alla canzone Napoletana, “Partenope Suite”. Sempre ad Agosto canta per la presentazione del Libro di Ugo Sbisà e Livio Minafra “ Jazz Europeo non di solo passaporto”. Tra dicembre e novembre sarà impegnata per concerti importanti, uno con Monsignor Frisina, che la vedrà protagonista insieme a Mario Rosini, un concerto in Germania per un Festival Jazz, insieme ai Joe Dallas& The Monks, a Teatro Abeliano a Bari presenterà il suo nuovo progetto “Shout, Sister, Shout!”, a fine novembre sarà nel Jazz Club di Latina con Kosmos&Chaos, e a dicembre, a Pordenone, ripeterà lo spettacolo “ Enumerando”. Dal 2022 è docente di Canto Jazz in Conservatorio.  E’costantemente alla ricerca di nuove sonorità, sperimentando la sua voce in tutte le sue sfumature, esaltando le sue radici arabe. A settembre 2024, risulta vincitrice in tutta Italia per la prestigiosa organizzazione Americana “Patwhay to Jazz”, una organizzazione che supporta gli artisti Jazz, con la possibilità di registrare interamente un disco, ricco di contaminazioni e tante sorprese.

Quale impatto ha avuto la tua doppia eredità culturale, algerina e italiana, sul tuo approccio alla musica?

Quando ero molto piccola, perchè vivevo in un piccolo paese, devo ammettere che essere una persona bi-razziale ha presentato per me un ostacolo. Il mio nome non era un nome comune, e siccome viviamo in una società che ci vuole schiavi di essa stessa, io ero quella “ dal nome strano e dalla pelle un po’ più scura rispetto agli altri”.  Ricordo che chiedevo sempre a mia madre il perchè non mi chiamassi “Maria”, ad esempio, il nome più comune. Questa premessa per dirti che poi, crescendo, ho sentito sempre più forte quest’ “altra” mia cultura, tanto da iniziare ad ascoltare musica araba, a sapere sempre più di queste origini, a coltivare rapporti con la famiglia di mio padre, sono anche stata in Algeria. Musicalmente parlando questa mia doppia identità, oggi, dopo un lungo percorso, è finalmente nel pieno della sua consapevolezza. Sono una cantante Jazz ( e non solo) e l’improvvisazione che cerco oggi, è un’ improvvisazione che abbia più a che fare con il mondo arabo, che vi posso garantire, è un mondo super affascinante. Ciò che un tempo pensavo non fosse “comune”, oggi è diventato il mio punto di forza, la gente pensa che Badrya sia un nome d’arte!

Hai esplorato diversi generi musicali, dal jazz all’elettronica al canto lirico. Come riesci a bilanciare queste influenze diverse nelle tue esibizioni?

Sono una persona che ascolta tutta la musica, a 360°, nasco come pianista classica, in tutti questi anni ho vissuto diverse fasi della mia vita, c’è stato il periodo più classico, quello più rock, poi quello completamente e solamente Jazz, poi ho incontrato gli stili del Soul/R&B e me ne sono innamorata, poi la musica araba, insomma….non mi sono fatta mancare nulla! “So di non sapere”, come diceva Socrate, mi ha spinta alla continua conoscenza nel campo musicale, ma non solo…. l’ arte è così multiforme e pervade l’animo, come si può restare inermi davanti a tanta bellezza? Più ascolto musica, di ogni genere, più m’innamoro. Bilanciare tutti gli stili è semplice se sai chi sei e chi vuoi essere. E’ un atto d’amore verso se stessi perchè qui parliamo di consapevolezza, e questo argomento prescinde la musica. Oggi finalmente posso dire di “conoscermi” e conosco anche la mia identità musicale,  perciò alla domanda di prima, ho scritto sono una cantante Jazz e non solo. Etichettarsi, non corrisponde mai al vero. E’ come dire che tu sei solo questo e nella tua vita non puoi essere altro. Come dire ” sei finito, e limitato”, e non è assolutamente cosi. 

Hai partecipato a tour internazionali in Germania, Polonia, Norvegia e Lituania. In che modo queste esperienze all’estero hanno arricchito la tua visione artistica?

Ogni concerto lo porto nel cuore, dal primo all’ultimo. Da quando muovevo i primi passi nel mondo musicale, sino ad oggi che cerco di essere la guida di altre persone che amano la musica. In ogni concerto ciò che mi colpisce sono i volti delle persone, le loro storie, tutto ciò che mi raccontano quando vengono a complimentarsi per il bel concerto. Ciò che adoro di più di un concerto, in assoluto, sono le storie narrate durante la cena, dopo aver cantato. Solitamente quando si è a cena con gli organizzatori, o anche con persone vicine, con musicisti, dopo aver scaricato la tensione, li esce la vera personalità di ognuno di noi! Con una buona cena e un buon bicchiere di vino! In ogni tourneè quindi ciò che mi ha più colpito, a parte i meravigliosi posti in cui ho avuto la fortuna di cantare, sono stati gli incontri con persone che mi hanno arricchita dentro, le loro storie, alcune drammatiche, alcune esilaranti, storie di ogni tipo. D’ altronde le canzoni vengono scritte per raccontare storie di tutti i giorni, io ho la fortuna di cantare per loro, e di sentirli dialogare poi. Sono fortunata. Il potere della musica! 

Sei stata protagonista di importanti collaborazioni con orchestre prestigiose. C’è un’esperienza che ricordi in modo particolare?

Non posso dimenticarmi assolutamente del Concerto del 2 agosto a Bologna, nel 2017! Per i motivi più disparati! Era la prima volta con La Filarmonica di A.Toscanini, e per chi sa, è un’ orchestra importantissima. Ero molto tesa per questo, era tesa poiché avrei dovuto cantare un brano originale da sonorità contemporanee e molto difficile da eseguire, melodicamente ma anche a livello linguistico, poichè era in lingua armena! Quindi una serie di motivi mi portavano ad essere molto nervosa, prima di salire sul palco, ricordo che ho incrociato lo sguardo di una persona a me molto cara, che fortuna vuole sia ancora nella mia vita, non so perchè ho avvertito un senso di pace, e li mi sono completamente rilassata, ho cantato ovviamente mantenendo una concentrazione altissima, ma ero molto più calma! Questa sensazione ” di strana pace” mi è capitata appunto solo in questa occasione 

Nel 2022 hai registrato la tua voce per il disco “Worlds Beyond” con Roberto Ottaviano e Antonello Losacco. Come è stato lavorare con questi grandi artisti?

Antonello Losacco è un amico che stimo tantissimo, a cui tengo tanto, anzitutto come persona, poi come musicista, e devo dire che è un validissimo bassista e un prezioso compositore. E’ una persona dall’animo nobile, non è scontato questo. Roberto invece, l ho sempre visto come un grande “visionario” del Jazz, una persona a me inarrivabile, mai avrei pensato di potermici misurare come artista, altresì mai di condividere questa esperienza insieme. Quando abbiamo registrato insieme per il Disco di Antonello che invito tutti ad ascoltare perchè è davvero un disco interessante, era una calda mattina di estate, nonostante il caldo afoso di Bari, si aggiungeva l’ ansia da prestazione per quel giorno, perchè non ti capita tutti i giorni di registrare con Roberto Ottaviano! Devo dire che è stata davvero una bella esperienza che si aggiunge a tutte le bellissime collaborazioni che ho avuto poi !

Cosa ti affascina del progetto “Kosmos and Chaos” e come ti sei avvicinata a questo tipo di sperimentazione nel jazz?

Kosmos&Chaos è una esplosione musicale. Questo Progetto nasce da Pierluigi Balducci, bassista pugliese, che mi invita a collaborare con lui. Felice, colgo da subito l’opportunità, anche perchè la musica di Pierluigi è una musica senza confini, un jazz da un sapore moderno, da nuove visioni e nuovi “colori”, mi piace definirla cosi, omaggiamo anche grandissimi artisti come Keith Jarrett, Jan Garbarek, John Taylor.  Così questo progetto vede le nostre quattro mani che si intrecciano. Lui compone musica, io scrivo testi e interpreto il tutto. In questo progetto mi sento molto a casa, perchè diverse sono le sonorità protagoniste, abbiamo temi più malinconici, e questi sono il mio forte, devo dire la verità. Sono molto sentimentale e adoro cantare melodie struggenti ed emotivamente molto cariche. Viene dato libero spazio a tutti i musicisti di dialogare e di improvvisare, ed è proprio qui che sto sperimentando nuovi approcci improvvisativi, qui le mie origini arabe prendono il sopravvento, ed io mi lascio completamente ispirare dal momento. Importante è dirvi che poco tempo fa ho saputo di essere risultata vincitrice in Italia dalla prestigiosa Organizzazione Americana del Patwhays To Jazz, una organizzazione che supporta musicisti Jazz. Abbiamo l’opportunità di incidere un Disco con questo progetto, e lo faremo…… artisti di chiara fama verranno coinvolti, al momento non posso spoilerare nulla, ma sono tanto felice! 

Il tuo repertorio spazia dal jazz al pop al soul. Come scegli i brani da eseguire e quali sono le tue principali ispirazioni musicali?

Come scelgo brani da eseguire… questo è difficile! Ad essere sincera, mi lascio più ispirare, ogni giorno ascolto musica, e ogni giorno ascolto musica nuova, grazie a tutte le tecnologie del momento, Spotify è un casa della musica meravigliosa, come la definisco io. Ogni giorno scopro nuove playlist, nuovi artisti, arricchisco il mio bagaglio musicale, ma scopro anche delle preziose ” chicche”, brani sconosciuti e datati di artisti meravigliosi sia italiani che internazionali. Mi è capitato tantissime volte che mentre ero presa da altro in casa, la melodia di un brano mi colpisse in particolare, smettevo di fare quel che facevo in quel preciso istante e mi fiondavo a cercare il titolo del brano. Alcuni brani meravigliosi gli ho scoperti, e poi gli ho aggiunti nel mio repertorio davvero così, mi piace dire… ” a sentimento”, se il cuore non sente, la bocca non dice o non canta aggiungo io. 

In che modo il progetto “Close to You – Celebrating Bacharach” ha influenzato la tua comprensione del jazz?

Bacharach da sempre nel mio cuore. Quando ha duettato con Karima a Sanremo, credo fosse nel 2009, io avevo solamente 15 anni, un sogno! Quel brano poi, “Come in ogni ora”, un capolavoro”. Da allora ho fatto ricerche e ricerche su Bacharach, ho visto la maggior parte dei film, le quali colonne sonore portano la sua firma, e me ne sono completamente innamorata, mai ho cantato però brani dal suo repertorio, fino a quando un grande batterista, Fabio Accardi, non mi invita a cantare in nuovo progetto dedicato a Bacharach appunto… uno dei miei sogni si concretizzavano! Ricordo ancora la chiacchierata con Fabio “Close to you, I’ll never fall in love again, A house is not a home sono i miei brani preferiti” – ” Ma come? Anche i tuoi? ” -“Allora dobbiamo inserirli per forza”  La scelta dei brani è andata più o meno cosi, Bacharach ha scritto un’ infinità di brani, ma noi li abbiamo scelti davvero a core! Il Progetto, ha un nome, “Fabrya Jazz Collective ” ed è appunto la crasi tra Fabio e Badrya. Bacharach è stato un compositore della canzone americana, conosciuta nel massimo splendore degli standard Jazz come Popular Music, paragonabile a un Gershwin, o a un Bernstein, o a un Irving Berlin . La sua musica abbraccia tutto appunto, dal Jazz al Pop colto, dotato di una raffinatezza e una spiccata sensibilità. Lo scrittore, giornalista, Albert Goldman diceva ” Burt Bacharach è il pathos all’interno del frastuono americano” . 

Come interpreti il legame tra improvvisazione jazz e le influenze arabe nelle tue performance?

Senza volerlo ho già risposto a questa domanda precedentemente. Improvvisare significa dare spazio a un nuovo momento, un nuovo dialogo, una nuova finestra che si apre. Per come intendo io l’improvvisazione, essa è un linguaggio proprio è personale, chiaramente legato ad una struttura ben precisaa di accordi su cui una melodia si basa. Si apprende ascoltando dai grandi musicisti, si apprende sui libri, dai vari metodi, si apprende facendo pratica, poi il linguaggio creativo diviene ” Tuo”, rappresenta la parte più naturale di te, l’istinto che agisce. Quando si improvvisa, si vuol dire qualcosa che prima non c’era, qualcosa che creo al momento, in un momento unico, solo mio, dare spazio alla parte più creativa dell’ IO interiore, che in quel momento prende il sopravvento Louis Armstrong diceva ” mai suonare due volte nello stesso modo”. A parte la tecnica consolidata o meno, l’improvvisazione è linguaggio, ed io ammetto che non sempre avevo ” da dire cose”, e questo non dipende da come e se conosciamo bene quel linguaggio. Con il passare del tempo, e con lo studio della musica araba, ho trovato la mia vena d’ispirazione, e devo ammettere che le scale arabe sono diventate ora il mio pane quotidiano. Mi viene più semplice improvvisare adesso, forse ho trovato cosa raccontare!  L’improvvisazione ha radici profonde, nel Jazz è percepita in modo peculiare, ma se ascoltate Bach vi rendete conto che diverse delle sue toccate, fantasie e preludi, sono improvvisazioni poi trascritte. 

Guardando al futuro, quali sono i tuoi prossimi progetti e obiettivi artistici?

Ho diversi progetti all’attivo. Alcuni dei miei piccoli sogni nel cassetto, si sono già realizzati. Altre cose si stanno concretizzando in quest’anno, vediamo che succede…! Ho inciso un Disco con i miei colleghi del Conservatorio di Reggio Calabria, dove insegno Canto Jazz, che dovrebbe uscire il prossimo mese. Verrà distribuito dalla Universal, e di questo ne sono molto felice. Il disco ha brani originali di cui io ne sono autrice. Il prossimo Ottobre sarò in Germania con I Joe Dallas&The Monks  un ensemble Svizzero di super musicisti che esplorano sonorità che vanno dal Jazz al Soul, al Funk, sempre con loro ho cantato a giugno per il Festival Jazz di Ascona, in Svizzera! Nel 2025, uscirà il mio secondo disco, con Pierluigi Balducci ….e come preannunciavo….. grandissimi ospiti dello scenario della musica Jazz e non solo…! 

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