ROBERTA MODENA nasce a Latina il 5 Settembre del 1975, circondata da tanta arte e storia a cui la sua città è legata. Si interessa fin da subito al mondo dell’arte frequentando anche se per un breve periodo gli studi artistici, nel periodo del lockdown si riscopre e inizia realmente a dipingere, trovando ispirazioni nei pittori quali Warrol, Bansky, dove ne ammira le opere ed il messaggio che vogliono trasmettere agli occhi dell’osservatore, anche il mondo classico l’affascina come il Caravaggio e Rembrandt. Partecipa a mostre collettive e personali, ed i suoi lavori riscontrano successi da parte della critica. Trova così il suo mondo nella Pop Art ma è alla continua ricerca di nuove tecniche di espressione che la portano a sperimentare sulla tela, la sua forza ed enigmatica fantasia, la portano a creare soggetti a cui ella stessa ne rimane colpita. È un’artista in continua evoluzione.
In che modo la città di Latina, con la sua storia e arte, ha influenzato il tuo percorso artistico?
Fin da piccola ho sempre amato disegnare e dipingere. Spesso mi potevi trovare con matita e album da disegno a ritrarre i luoghi meravigliosi che Latina ci offre: il Circeo, Gaeta, Ninfa, e anche i piccoli borghi come Bassiano o Sermoneta, posti magici e ricchi di storia. Questi paesaggi unici sono stati una fonte di ispirazione costante.
Come è cambiato il tuo approccio alla pittura durante il lockdown e cosa ha rappresentato per te quel momento di riscoperta artistica?
Durante il lockdown ho attraversato un momento davvero difficile, e in quel periodo l’arte è stata la mia salvezza. I colori, che ho iniziato a usare in modo sempre più acceso e brillante, hanno rappresentato le emozioni che sentivo. Ho deciso che quella sarebbe stata la mia strada, quella dell’espressione artistica. Ho iniziato a esporre nella mia città grazie all’associazione culturale M.A.D. guidata da Fabio D’Achille, che ha creduto in me fin dall’inizio. Durante il lockdown portavamo l’arte nei luoghi aperti al pubblico, come bar e ristoranti del centro, poiché le gallerie erano chiuse. I riscontri da parte della critica sono stati molto positivi.
Quali aspetti di artisti come Warhol e Banksy ti affascinano maggiormente, e come influenzano la tua visione della Pop Art?
Oggi sento di appartenere al mondo della Pop Art, e ammiro profondamente i grandi maestri come Warhol, che è riuscito a creare un’arte riconoscibile da tutti, usando oggetti quotidiani e rendendoli “popolari”. Anche Banksy mi affascina molto per la sua capacità di trattare temi complessi in modo diretto, rendendoli facilmente comprensibili e accessibili per chi osserva.
Cosa ti ispira del mondo classico e dei maestri come Caravaggio e Rembrandt? Trovi delle connessioni tra la loro estetica e la tua arte?
Dei grandi maestri del passato ammiro la loro dedizione e la pazienza nel lavorare su colori e chiaroscuri, dettagli che oggi si vedono raramente. La loro abilità nel creare profondità e contrasto mi ispira, anche se il mio stile è molto diverso.
In che modo le mostre collettive e personali hanno influenzato la tua evoluzione artistica e il rapporto con il pubblico?
Ho ottenuto molti riconoscimenti nelle varie mostre collettive e personali; sono stata selezionata per esporre in città come Roma, Milano, Sofia e persino Ibiza, e un mio lavoro è stato mostrato anche in Florida al FITCE. Recentemente sono stata selezionata con la mia Marylin in the Box per il catalogo ufficiale dell’Istituto Nazionale di Cultura, un traguardo molto significativo per me.
La Pop Art è il tuo linguaggio espressivo attuale, ma quali altre tecniche stai esplorando? Cosa cerchi in queste nuove sperimentazioni?
Anche se la mia arte può sembrare caotica, in realtà c’è sempre molto studio dietro. Mi piace sperimentare con nuovi colori e materiali; ultimamente, sto riciclando vecchie musicassette per dipingere icone pop come Bowie o Mercury, aggiungendo anche LED neon. Uso vari supporti, come carta, pannelli in legno, forex e persino jeans. Mi piace diversificare e mantenere sempre vivo l’interesse creativo.
Quali sono i tuoi progetti artistici futuri?
Il mio prossimo grande progetto è una mostra personale a Roma, dove lancerò le mie “Italian Soup,” un’interpretazione italiana delle celebri Soup di Warhol. È un progetto che mi sta particolarmente a cuore, e sarà supportato dal mio sponsor Biocar e dal mio art manager Michele Crocitto.