Ivan Lorenzo Frezzini (Milano 1979). Vive e lavora in località Castello di Canossa, Canossa, (RE). Frezzini unisce il suo vissuto all’uso di acrilici liquidi, delineando una fase di metamorfosi esistenziale. La sua tecnica predilige la creazione di volti, che confina per poi liberarli, lasciando il colore espandersi liberamente, creando composizioni dove il controllo danza con il caso. Le sue opere comunicano una profonda trasformazione, raccontando l’evoluzione dell’essere attraverso la casualità e la fluidità delle forme, partendo da soggetti figurativi che cambiano evolvendosi in nuove immagini cariche di vibrazioni positive. Ivan sta restituendo alla società il suo percorso interiore attraverso la pittura, dedicandosi ora completamente proprio a quell’arte che lo aiuta continuamente a rinascere. In ambito sociale, Ivan è impegnato in diversi progetti con persone definite “fragili” le quali attraverso l’apprendimento e la sperimentazione della sua tecnica, vengono accompagnate in una crescita, e nella possibilità di ESSERE nuovamente come è successo a lui.
Come è iniziato il tuo percorso artistico? Cosa ti ha spinto a esprimerti attraverso la pittura?
Ho iniziato a dipingere per esprimere delle emozioni che non riuscivo a comunicare in altra maniera. Attraverso la pittura sono riuscito a canalizzare il mio disagio in un’energia positiva per me è per gli altri.
La tua tecnica di utilizzo degli acrilici liquidi crea un effetto di “danza tra controllo e caso”. Cosa rappresenta per te questa dualità?
Questa dualità rappresenta da una parte i limiti e dall’altra la possibilità di superarli.
I tuoi lavori parlano di metamorfosi e trasformazione. Come hai sviluppato questo tema e cosa significa per te?
La trasformazione che avviene sulla tela nei miei lavori, rappresenta una volontà di restituire alla società la mia metamorfosi come persona, in un contesto sociale di repentini cambiamenti.
Raccontaci della scelta di rappresentare volti: cosa ti affascina dell’espressività umana e come cerchi di interpretarla nei tuoi lavori?
Nel volto, nello sguardo degli altri ricerchiamo noi stessi attraverso l’approvazione. Dipingere volti, che poi prendo vita una volta liberati dai confini, per me è come cercare me stesso.
Hai detto che l’arte ti ha aiutato a rinascere. Quali sono le esperienze di vita che hanno influenzato maggiormente il tuo percorso artistico?
Ci sono due esperienze che hanno segnato profondamente la mia personalità e di conseguenza il mio lavoro pittorico, la seconda è un incidente che mi ha limitato l’uso delle mani per diverso tempo e da cui è nata l’idea della tecnica con il colore fluido, perché non potevo usare il pennello. La prima….la racconterò più avanti, in un libro che sto scrivendo.
Sei molto attivo in progetti sociali con persone “fragili”. Come credi che la tua arte possa aiutare le persone in difficoltà?
Lavorare con le persone “fragili” attraverso i laboratori dove creiamo un’opera insieme, mi da modo di vedere e ricordare quanto dipingere sia per me importante e quanto faccia stare bene.
Come ti approcci al processo creativo? Segui una routine o lasci che l’ispirazione arrivi spontaneamente?
La scelta del soggetto da dipingere fa parte del progetto che ho già deciso di affrontare, quelli che avviene istintivamente, sono la scelta dei colori e la parte dove libero il colore che deciderà di muoversi in maniera autonoma.
Quali sono gli artisti o i movimenti che ti hanno influenzato maggiormente?
Mi piace nutrirmi di tutti i generi pittorici, osservando la storia dell’arte trasversalmente per poi sviluppare idee nuove valorizzando e omaggiando i grandi artisti, ma osservando anche le mostre minori si possono prendere spunti importanti
Tra le tue mostre recenti, ce n’è una a cui sei particolarmente legato? Perché?
L’ ultima mostra”PRINCIPIUM” al Museo Il Correggio è stata molto importante per me, con più di 900 visitatori e il live painting dove abbiamo realizzato un’opera a 100 mani, dove io ero l’unico artista, rendendo omaggio a Matilde di Canossa. Anche il tema trattato mi stava molto a cuore, “ il principio maschile e femminile”.
In cosa speri che le persone si immedesimino o cosa vorresti che provassero osservando le tue opere?
Quando espongo, il mio lavoro è già finito, è qualcosa che ho realizzato nel mio studio per comunicare una parte di me che è già passata oltre. Ma spero che nell’ osservatore possa in qualche modo lasciare uno spunto di riflessione, oltre alla soggettiva osservazione della superficie pittorica.
Se dovessi descrivere la tua arte in tre parole, quali sceglieresti e perché?
MOVIMENTO – CAMBIAMENTO – ACCETTAZIONE
Movimento: i miei lavori , letteralmente al loro interno hanno un movimento naturale creato dal colore liquido.
Cambiamento: le immagini iniziali subiscono una mutazione, una metamorfosi prendendo vita e dando vita a nuove possibilità.
Accettazione: l’ prima parte del lavoro riguarda l’accettazione di quello che non posso controllare nel risultato finale.
Che consiglio daresti a chi si avvicina alla pittura come forma di esplorazione personale?
Per chi si avvicina alla pittura , nel mio piccolo posso consigliare di sperimentare il più possibile, perché è l’unica strada per trovare il proprio modo di comunicare. Lavorare tanto e studiare ancora di più i grandi artisti.
La tua opera è stata inserita in collezioni importanti e mostre personali. Quali sono i tuoi obiettivi futuri in termini di riconoscimento e crescita artistica?
Ogni nuovo progetto artistico che realizzo è legato a quello precedente e si porta dietro un pezzetto anche stilistico della realizzazione, quindi credo che nei prossimi anni si vedrà un’evoluzione di quello che sto facendo ora è che ho fatto in passato, ma con la clausola che nell’arte non ci sono regole e quindi : “chi lo sa’ ?“ Entro la fine dell’ anno saranno inaugurate due mostre in due gallerie con la performance live painting e per l’anno prossimo sto organizzando diversi progetti e collaborazioni. Mi piacerebbe provare ad affacciarsi a realtà oltre confine, “far fluire le mie tele oltre il confine italiano”. In realtà alcune mie opere sono già oltre confine, perché acquistate da collezionisti in Francia, Portogallo e Olanda, ma non ho ancora avuto la possibilità di fare progetti fuori dall’Italia.