SILVIA CANZANO

Nata a Caserta nel 1982, Silvia Canzano si specializza a livello accademico nel ramo della consulenza aziendale e del project management non tralasciando però la passione per la scrittura e per il teatro che l’accompagnano sin dalla tenera età. Tra progettazione e scrittura,  sviluppa e realizza pianificazioni in molteplici campi, accompagnando artisti, creativi ed enti nel dare forma alle loro idee e offrendo consulenza e strumenti per concretizzare visioni complesse che la portano a ottenere risultati in ambito territoriale artistico e di creazione di nuovi asset strategici territoriali con l’ottenimento di riconoscimenti in ambito regionale e nazionale. Da tre anni è impegnata anche come autrice, editor e responsabile di progetto in un programma di marketing territoriale facente capo alla società Italian Ghost Story: impegno editoriale, teatrale e tecnico che abbraccia l’intero territorio nazionale, dedicato all’esplorazione dell’ignoto, mescolando narrativa e tradizione per rivelare l’anima nascosta di luoghi e leggende. La propria vena creativa si esprime anche nel teatro, scrivendo drammaturgie per spettacoli originali e ricoprendo il ruolo di assistente alla regia nelle produzioni teatrali di “Fonderie delle Arti- Signor Keuner” specializzata in musical che trasformano il palcoscenico in esperienze immersive che intrecciano narrazione ed emozione  attraversando confini culturali e artistici con una visione contemporanea.

Come sei riuscita a bilanciare la tua formazione accademica in consulenza aziendale e project management con la tua passione per la scrittura e il teatro?

Ho sempre visto la formazione accademica come uno strumento per dare struttura alle mie passioni. La consulenza aziendale e il project management mi hanno fornito una base di organizzazione, pianificazione e strategia che applico al mondo della scrittura e del teatro. Riesco a bilanciare così queste due anime integrandole nei miei progetti creativi, dove l’approccio metodico diventa un punto di forza.

Quali competenze acquisite nel project management ti sono state più utili nel mondo artistico e creativo?

La capacità di pianificare, gestire team multidisciplinari e rispettare le richieste sono state fondamentali. Inoltre, il problem solving e l’adattabilità mi permettono di affrontare le sfide impreviste nel mondo artistico, dove spesso le risorse e i tempi sono limitati.

Cosa ti ha ispirato a lavorare su un progetto che esplora l’ignoto e le leggende territoriali?

L’amore per il mistero e il fascino dei luoghi carichi di storia mi hanno sempre attratto. Volevo unire il mio desiderio di raccontare storie con l’idea di valorizzare il territorio, mostrando come anche l’ignoto possa diventare uno strumento di promozione culturale.

Qual è stata la sfida più grande che hai incontrato nel fondere narrativa, tradizione e marketing territoriale?

Trovare l’equilibrio tra autenticità e attrattività commerciale. È stato difficile evitare di trasformare le leggende in un prodotto troppo commerciale, rispettando la loro identità e storia, pur rendendole accessibili e coinvolgenti per un pubblico ampio.

C’è una leggenda o un luogo che ti ha particolarmente affascinato durante il lavoro con Italian Ghost Story?

“La battaglia di Verdello” è una delle leggende alla quale sono più legata, anche perché racconta di un luogo affascinante e epico nel territorio di Bergamo. Mi ha ispirato esplorare le dinamiche sacre e profane intrecciate con il mistero del paranormale.

Qual è il tuo approccio creativo quando scrivi drammaturgie per spettacoli originali?

Parto sempre da un’immagine forte o da un’emozione specifica. Da lì, costruisco una trama che possa catturare il pubblico, bilanciando introspezione e spettacolarità. Cerco sempre di coinvolgere i sensi, creando un’esperienza visiva e immersiva.

Come riesci a integrare la narrazione e l’emozione per creare esperienze teatrali immersive?

Mi concentro sull’empatia, dando struttura a personaggi e situazioni in cui il pubblico possa riconoscersi. Un modo per amplificare le emozioni e portare lo spettatore a vivere la storia in prima persona.

 C’è un musical o una produzione che consideri particolarmente rappresentativa del tuo lavoro teatrale?

“Il ghost tour”, uno spettacolo teatrale itinerante che unisce mistero, poesia e drammaticità,  rendendolo particolarmente rappresentativo. 

Hai nuovi progetti in corso o idee che vorresti sviluppare nel campo della scrittura, del teatro o del marketing territoriale?

Sto lavorando a una serie di progetti differenti in ambito di project, alcuni legati al mio territorio per fare rete e creare esternalità positive tra il mondo imprenditoriale proveniente dal settore turistico e quello legato al marketing territoriale per creare nuove realtà che esplodano in un indotto economico nel lungo periodo; nel frattempo mi dedico alla stesura come editor e autrice delle prossime uscite letterarie di Italian Ghost Story e sto lavorando a nuovi spettacoli teatrali in uscita a primavera inoltrata. In futuro, vorrei sviluppare un progetto di storytelling interattivo per i social media e dedicarmi a nuove sfide nel mondo musicale a livello di scrittura.

Quali temi o storie non hai ancora esplorato e ti piacerebbe affrontare in futuro?

Mi piacerebbe esplorare i temi dell’identità e della memoria collettiva, nell’ottica della nostra società contemporanea.

Descriviti in tre parole.

Visionaria, multipotenziale, sfidante.

Sogno nel cassetto?

Creare una rete tra imprese, associazioni e istituzioni che riesca a valorizzare i territori lavorando come sistema-paese.

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