ELISA MARIANI nasce ad Albano Laziale il 15 marzo 1990. Giornalista di professione, è attualmente conduttrice per Radio Roma News, dove è alla guida del programma “Non solo Roma”. Dopo aver completato gli studi classici ad Aprilia, ha conseguito una laurea magistrale in Letteratura e Linguistica Italiana presso l’Università Roma Tre. La sua carriera giornalistica inizia presto: a soli 20 anni comincia a collaborare con testate locali, scrivendo per “Il Pontino di Aprilia” e successivamente per “Il Caffè di Aprilia”. Nel 2022 approda a Radio Roma, dove ogni giorno, in diretta dalle 13 alle 14 sul canale 14 del digitale terrestre, conduce un programma di approfondimento giornalistico. Attraverso “Non solo Roma”, Elisa dà voce ai cittadini, affronta le notizie del giorno che riguardano Roma e il territorio circostante e ospita personalità del mondo istituzionale, medico e professionale. Alle 21, invece, è al timone dell’edizione serale del Telegiornale di Radio Roma News, un appuntamento conciso di circa 12 minuti che copre cronaca, attualità, cultura e spettacolo. Alla domanda “Cosa vuoi fare da grande?”, Elisa ha sempre risposto con convinzione: “la giornalista”. La sua passione per libri, storie e notizie la accompagna da sempre, con una predilezione per i classici senza tempo come Dante, Leopardi, Calvino e Pirandello. La letteratura e le discipline umanistiche continuano a rappresentare per lei una fonte inesauribile di ispirazione. Consapevole che il giornalismo sia un “lavoro sociale” e un mestiere in costante evoluzione, Elisa si impegna ogni giorno a offrire un punto di vista stimolante, fornendo spunti di riflessione su eventi, persone e temi che toccano la realtà quotidiana.
Cosa ti ha spinto a intraprendere la carriera giornalistica fin da giovane? C’è stato un evento o una figura di riferimento che ha ispirato il tuo percorso?
Assolutamente sì, la mia maestra di italiano delle elementari. Un vero classico: si chiamava Gabriella, aveva degli occhiali stretti e incuteva anche un po’ di soggezione, ma è stata una fonte di grande ispirazione e incoraggiamento per me. Mi disse “devi scrivere quando sei grande, ti vedo bene come scrittrice o giornalista”. L’ho presa in parola!
Nel tuo programma “Non solo Roma”, dai voce ai cittadini e tratti temi di attualità. Qual è la sfida più grande nel fare giornalismo locale oggi?Come riesci a mantenere un equilibrio tra dare spazio alla voce dei cittadini e trattare notizie istituzionali?
La sfida più grande di oggi è farsi ascoltare. Siamo nell’era del cosiddetto scrolling: si scorrono le notizie e i post sui social (per fare un esempio) praticamente ogni ora, ma in quanti rimangono per più di 10 secondi su una notizia? Pochi, pochissimi. E allora spero sempre che dare voce alle persone e trattare i temi locali sia un discreto modo di riavvicinarsi alla gente. Spesso conciliare le due cose è effettivamente difficile. Dipende dai fatti del giorno, tendenzialmente cerco di equilibrare le notizie.
Hai iniziato a scrivere per giornali locali come “Il Pontino di Aprilia” e il “Caffè di Aprilia”. Quanto è stata formativa questa esperienza per la tua carriera? Che consiglio daresti ai giovani che vogliono intraprendere un percorso simile?
Indubbiamente tanto, i primi approcci al mondo del lavoro sono fondamentali secondo me. Il mio primissimo direttore era molto severo, ad esempio, e non ti nego che per un attimo ho pensato di mollare, che questo mestiere non facesse per me. Quindi il consiglio che do ai giovani è un banalissimo “non arrendetevi”, se sentite che è questa la vostra strada DOVETE insistere.
Sei laureata in Letteratura e Linguistica Italiana e appassionata dei grandi classici come Dante, Leopardi e Pirandello. Quanto la tua formazione umanistica ha influenzato il tuo modo di fare giornalismo?
Tantissimo. Studiare i classici ti dà una base efficacissima secondo me: leggere Calvino ti fa riscoprire la bellezza dell’ironia e ti fa comprendere che è fondamentale essere curiosi, con Pirandello metti in discussione ogni cosa. Già solo questi due aspetti sono imprescindibili per chi vuole fare giornalismo secondo me.
Conduci sia un programma di approfondimento che l’edizione serale del telegiornale. Come riesci a bilanciare l’approfondimento giornalistico con la sintesi richiesta da un format più veloce come il TG
Pratica, tanta pratica. Che ovviamente non si esaurisce mai, ogni giorno cerco di migliorare qualcosa.
Hai sottolineato che il giornalismo è un “lavoro sociale”. In che modo credi che il tuo ruolo contribuisca concretamente alla comunità? Hai un esempio di una storia o un’inchiesta che ha avuto un impatto significativo?
Il giornalista ha il compito (anche) di pungolare le istituzioni, chiarire aspetti che risultano “opachi”, raccontare la verità, influenzare l’opinione pubblica: sono tutti aspetti legati a doppio filo con il sociale, secondo me. Quindi, chi fa questo lavoro ha anche (e soprattutto) delle responsabilità. Una storia in particolare non saprei raccontartela perché tutte mi lasciano qualcosa, però quelle che hanno un impatto più significativo in me sono quelle legate alle ingiustizie. Storie che mi fanno arrabbiare, ma che vanno raccontate.
La tecnologia e i nuovi mezzi di comunicazione stanno cambiando il giornalismo. Come ti adatti a questa evoluzione e quali pensi siano le sfide principali per il futuro della professione?
Il giornalismo di oggi è totalmente diverso da quello del passato, è vero. Ora basta accendere il pc per avere le informazioni che ci servono, indubbiamente più comodo ma più insidioso se ci pensi: su internet trovi tutto, anche clamorose bugie. Quindi penso che la sfida principale sia distinguere quello che troviamo e controllare, controllare sempre. Per il resto, spero che all’Italia non venga in mente di imitare la Cina e mettere alla conduzione giornalisti creati dall’IA!
C’è un’intervista o una notizia che hai trattato nel corso della tua carriera che ti ha particolarmente segnato o emozionato?
Mi è capitato una volta di dover trattenere le lacrime in diretta. Si parlava di prevenzione e l’ospite raccontava delle difficoltà delle persone affette da SLA. Mi ha metaforicamente “ucciso” sentire quanto possa essere difficile per queste persone anche solo lavarsi i denti e mi ha anche fatto capire dell’immensa fortuna che abbiamo.
Se dovessi scegliere un libro o un autore che più rappresenta il tuo approccio al giornalismo, quale sarebbe e perché?
Ti direi “L’Arminuta” di Donatella Di Petrantonio che però non ha nulla a che fare col giornalismo nella trama, ma ha dei tratti di veridicità incredibili. È un libro a tratti crudo, ma che racconta la realtà nei minimi dettagli con parole semplici e comprensibili. Non posso dire di essere cruda nel modo in cui faccio il mio lavoro, ma mi piace quel modo di raccontare le cose, chiaro e limpido. E spero di fare lo stesso.
Cosa significa per te fare giornalismo locale in una realtà complessa e dinamica come quella romana e dei suoi dintorni? Come riesci a dare spazio ai temi “piccoli” senza perdere di vista il quadro più ampio?
Significa scontrarsi con delle difficoltà evidentemente, ma penso che siano anche le piccole realtà a fare una città e anche loro hanno bisogno di visibilità e ascolto. Roma è una città bellissima e complessa, penso abbia delle potenzialità immense ma spesso sfruttate poco e male. E questo è un tema che mi viene spesso sottolineato proprio dalle piccole realtà di Roma (comitati, associazioni).
Il tuo più grande desiderio?
Fare questo lavoro BENE fino a 100 anni.
Descriviti in tre parole.
Autoironica, distratta e affettuosa.
C’è un posto nel mondo dove vorresti fare il tuo amato lavoro?
Mi piacerebbe fare qualche servizio anche fuori Italia, ma in generale ti direi ovunque (sia possibile farlo).