MARIAGRAZIA OTTOMANELLI

MARIAGRAZIA OTTOMANELLI

Mariagrazia nasce a Bari il 25 dicembre (non a Betlemme, anche se la data potrebbe far pensare diversamente!). È una donna solare e determinata, che affronta ogni giorno con leggerezza e con il desiderio di cogliere il meglio che la vita ha da offrire. Il suo mantra è una celebrazione della vita: ballare come se nessuno stesse guardando, amare come se non avesse mai sofferto, cantare come se nessuno potesse sentirla e vivere come se il paradiso fosse già sulla Terra. Mariagrazia si definisce una persona anti-ipocrisia e anti-superficialità, con una personalità versatile e adattabile a diverse situazioni e stili comunicativi. Non nasconde un lato un po’ pazzerello, che la rende unica e capace di rompere gli schemi. Nel suo mondo, non esistono mezze misure: o mi amano o mi “odiano”, dice lei con un sorriso. Quando è triste, trova conforto nel mare. Abitando vicino a un borgo marinaro di Bari, le onde diventano per lei una fonte di serenità, un rifugio dove ritrovare equilibrio e pace. Fin da giovane, Mariagrazia aveva il sogno di studiare psicologia, spinta dalla sua naturale empatia e dalla voglia di aiutare gli altri. Tuttavia, la mancanza di una facoltà nella sua città e le rigide aspettative del padre la portarono a intraprendere un percorso diverso. Cresciuta in una famiglia attiva nel settore dell’arredamento e della progettazione d’interni, ha trovato la sua strada nel settore immobiliare, dove ha lavorato con passione per oltre vent’anni. Come libera professionista, Mariagrazia si è distinta per la professionalità e l’amore per il suo lavoro, guadagnandosi la fiducia dei suoi clienti. Ha venduto appartamenti prestigiosi a Bari, ma ciò che la motivava non era solo la vendita, bensì il desiderio di aiutare le persone a trovare la casa dei loro sogni. Prima della carriera immobiliare, aveva lavorato come ragioniera in uno studio tributario, essendo iscritta all’albo dei ragionieri e commercialisti. Tuttavia, una vita d’ufficio non si adattava al suo carattere vivace e dinamico, spingendola a cercare un lavoro più stimolante e a contatto con le persone. Durante il periodo del Covid, ha deciso di reinventarsi, dedicandosi alla sua più grande passione: la cucina. Nel 2023, ha aperto un profilo social chiamato Cucinando mi appassiono, che ben presto si è trasformato in Ci pensa la Zia. Questo nome, suggerito dai suoi follower e dagli amici dei suoi figli, riflette la sua empatia e il suo spirito allegro e spontaneo. Con i suoi contenuti, Mariagrazia riesce a far sorridere e a portare leggerezza, sempre in modo naturale e autentico, senza nulla di costruito. Mariagrazia si è anche lanciata in un nuovo obiettivo: quello di avere un ruolo da attrice nei reel sponsorizzati dalle agenzie di comunicazione, spesso basati su gag e situazioni divertenti. Crede fermamente che il mondo abbia bisogno di sorridere, e lei riesce a farlo in modo genuino e spontaneo. Il suo stile rompe gli schemi e lascia un segno, dimostrando che, anche con un pizzico di follia, si può portare positività nella vita delle persone. Dietro il suo sorriso, però, si nasconde una storia di resilienza. A 18 anni, Mariagrazia è sopravvissuta miracolosamente a un grave incidente che le ha lasciato un handicap significativo: la perdita totale dell’olfatto. Questa condizione rappresenta una ferita profonda, soprattutto per chi, come lei, ama la cucina. Non poter percepire i profumi dei suoi piatti, nonostante il loro grande apprezzamento da parte di chi li assaggia, è una sfida che affronta con forza, anche se talvolta le provoca sofferenza. Mariagrazia non si lascia abbattere e continua a vivere con autenticità e passione, dimostrando che, nonostante le difficoltà, la gioia e la determinazione possono prevalere.

Come descriveresti la tua crescita personale da quando hai iniziato il progetto social che poi è diventato Ci pensa la Zia?

Dai fornelli al palco della comicità. Grazie alla mia spontaneità e al mio spirito ironico, ho iniziato a spiegare ricette trasformandole in gag che anticipavano ogni preparazione. Sono stati i miei follower a chiamarmi “zia”, sia per l’affetto che provavano per me sia per la canzone di Serena Brancale, che uso spesso nei miei reel. Mi rispecchio in quella canzone perché ho vissuto a lungo al rione Japigia e dico sempre: “E disc sempr: sceim a mangia! (cannaruta)”.

Qual è la tua giornata tipo quando crei contenuti per il tuo profilo? Come ti organizzi tra cucina, riprese e interazione con i follower?

La mia giornata inizia presto, alle 6:00. Mi piace rispondere ai commenti lasciati dai follower sui miei post del giorno prima e interagire con loro. Quello che amano di più è il mio modo unico di commentare i loro reel o post: non mi limito a frasi di circostanza ma cerco di essere sempre originale e divertente. Per quanto riguarda la creazione dei contenuti, non seguo un piano editoriale fisso. Quando preparo un piatto che mi soddisfa, registro foto e video. Se poi mi sento ispirata, prendo cavalletto e cellulare e giro una gag divertente che anticipa la ricetta.

C’è un momento particolare in cui hai capito che Ci pensa la Zia stava diventando qualcosa di speciale per le persone che ti seguono?

Il nome Ci pensa la Zia mi è stato dato da Mario Antonio Cioffi, noto foodblogger conosciuto come Mister Mario, durante una collaborazione per due video di ricette tipiche baresi. Mi ha battezzata così perché secondo lui trasmetto fiducia, affidabilità e serenità. I follower mi scrivono spesso che riesco a rallegrare le loro giornate, e questo mi fa capire che ciò che faccio ha un impatto positivo su di loro.

Quali sono le sfide più grandi che incontri nel raccontarti in modo autentico sui social?

Espormi in modo autentico è una sfida continua, ma questa intervista, Roby, mi ha dato la possibilità di riflettere su quanto sia importante accettare queste opportunità.

Hai avuto un piatto o una ricetta che ti ha sorpreso per il successo e i feedback ricevuti dai tuoi follower?

La ricetta di patate, riso e cozze è stata un successo incredibile. Ma il reel che mi ha portato oltre 2000 follower in soli due giorni è stata una gag di 15 secondi girata con mio figlio: è diventato virale e continua a portare nuovi fan.

In che modo il tuo spirito solare e il tuo approccio spontaneo ti aiutano a distinguerti nel panorama dei blogger culinari?

Essendo semplicemente me stessa. Questo arriva a chi mi segue.

Qual è il consiglio più importante che daresti a chi vuole trasformare una passione in un progetto digitale di successo?

Di non imitare nessuno. Essere se stessi è l’unico modo per essere davvero originali.

Come riesci a mantenere un equilibrio tra la tua vita privata e la tua attività di content creator?

Non faccio fatica perché tutto nasce dal divertimento. Non ho un piano editoriale, quindi gestisco i miei tempi con tranquillità. I miei figli sono adulti e vivono altrove, per cui ho abbastanza tempo per dedicarmi a me stessa e ai miei progetti.

Se potessi collaborare con uno chef o un altro blogger famoso, chi sceglieresti e perché?

Ho già collaborato con Mister Mario, ed è stato un sogno realizzato. Se potessi sognare in grande, sarebbe Chef Antonino Cannavacciuolo. Lo so, è un po’ un’utopia, ma sognare non costa nulla.

Come affronti la sfida di cucinare senza poter sentire i profumi dei tuoi piatti, e quali emozioni ti dà sapere che il loro sapore è comunque così apprezzato?

Perdere l’olfatto a causa di un trauma cranico è stata una grande sfida. Ma ho imparato a sfruttare la memoria olfattiva e a creare uno schema per abbinare gli ingredienti in modo armonioso. Riesco persino a ironizzare su questa difficoltà: ad esempio, non ho mai avuto problemi con i pannolini dei miei figli o con le fughe di gas, grazie a un impianto specifico. Ogni giorno è una sfida che affronto con un sorriso.

A Telenorba sei di casa. Come ci si sente a fare ciò che più ti piace davanti a una telecamera? Raccontaci la tua esperienza.

La prima diretta su Telenorba è stata un’emozione unica. Ricordo l’adrenalina del 3-2-1 ciak, i fari e le telecamere puntate su di me. Alla fine della puntata ho capito che stare davanti alle telecamere è il mio posto giusto. Entrare negli studi televisivi mi fa sentire come in una bolla magica che svanisce quando torno a casa. Ma i messaggi dei miei follower mi riportano alla realtà: quello che faccio piace davvero.

Descriviti in tre parole.

Secondo gli altri: solare, semplice e sincera. Secondo me: permalosa, sognatrice e vera.

Sogno nel cassetto?

Una macchina del tempo per tornare sui social con 20 anni di meno, non per lo spirito ma per il fisico! E poi, sognare in grande: diventare famosa, avere un bel conto in banca e viaggiare. Come dice Walt Disney: “Se puoi sognarlo, puoi farlo”.

Cosa vedi nel tuo futuro, come persona e come foodblogger?

Più che vedere, sogno: diventare famosa, arricchirmi e viaggiare.

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