EMANUELE ZAMMARCHI

EMANUELE ZAMMARCHI

Sui social “zamma_tales”, Emanuele Zammarchi ama la storia fin dalle lezioni sugli antichi egizi alle elementari, trovando affascinante il mischiarsi di verità e mito sui popoli del passato nella memoria collettiva. Da sempre lettore e spettatore del genere fantasy, alle medie scopre il gioco di ruolo e i fumetti e si appassiona di cinema horror grazie al videonoleggio accanto casa. Sebbene non sia possibile elencare le innumerevoli esperienze che lo abbiano reso scrittore, di sicuro queste simpatiche conoscenze hanno contribuito. All’attivo ha il romanzo dark fantasy storico “Il Riapparso” edito da Horti di Giano, la saga di librigame dark fantasy “Sangue Ossa” edita da Tora edizioni, composta dai due volumi “Osgroth e Osgroz – la caccia” e “Oltre la Morte”, e alcuni racconti fantasy e romance gratuiti su Kobo.

Quando e come è iniziato il tuo percorso artistico?

Sono lettore fin da bambino e avevo il sogno di scrivere, da grande, un libro tutto mio. I miei studi scientifici mi hanno portato a lavorare in ambito sanitario, e la mia creatività si limitava alla creazione del personaggio per il Dungeons & Dragons, gioco che mi appassiona tutt’oggi. Verso i trent’anni ho provato per la prima volta a fare il Dungeon Master, e scrivendo a mano le trame delle avventure per i miei giocatori mi sono reso conto che tale processo creativo mi dilettava e che, forse, scrivere un vero libro non sarebbe stato poi così diverso. Allora ho letto il saggio “Il viaggio dell’eroe” di Vogler che mi ha dato i giusti consigli per costruire una trama avvincente, e da lì in poi ho iniziato a scrivere quello che molti anni dopo sarebbe divenuto il mio primo romanzo, “Il Riapparso”, edito da Horti di Giano.

Qual è stato il processo creativo dietro il tuo romanzo Il Riapparso? Ci sono eventi storici specifici o miti che ti hanno ispirato?
In modo del tutto naturale per un giocatore di ruolo classico ho scelto il medioevo come ambientazione, ed essendo amante dei romanzi storici ho studiato a fondo il periodo di cui sono riuscito a trovare più fonti, ovvero il XII secolo. Sono fiorentino, e mi è parso simpatico scegliere proprio la Toscana come luogo in cui collocare Castelbrullo, l’immaginaria contea dove il contadino Rosso si erge da una fossa comune per arrancare come non-morto, per vendicarsi del dispotico conte Madrigaldo, responsabile delle sue sofferenze terrene. La negromanzia mi ha sempre affascinato nel fantasy, e quando ho saputo che nella Bibbia ci sono alcune sorprendenti pagine dedicate a una negromante, la strega di Endor, ho deciso di renderla un personaggio secondario, colei che anima il cadavere di Rosso. Il risultato è un dark fantasy in un contesto storico il più accurato possibile, dove nella cupezza di una campagna vessata dalle angherie degli armigeri violenti, si alternarnano scene avventurose, macabre e drammatiche in cui il protagonista cresce moralmente riflettendo sui concetti di giustizia, vendetta, religione e famiglia.

Come è nata l’idea della saga di librigame Sangue Ossa e quanto l’interattività del formato ha influenzato il modo in cui scrivi?
Anni prima che “Il Riapparso” fosse notato dal titolare di Horti di Giano, era stato preso in considerazione dal direttore artistico di Tora edizioni, che mi ha dato preziose dritte su come riarrangiare i capitoli in modo da rendere la trama più emozionante. Durante il processo, però, per motivi di tempistiche con l’illustratore mi è stato riferito che il romanzo non sarebbe stato pubblicato, e in alternativa mi è stato proposto di scrivere librigame, branca per cui c’era invece più spazio. I librigame mi sono sempre piaciuti e questa possibilità di realizzarne uno moo mi ha entusiasmato. Ho quindi accettato e dopo aver letto l’utilissimo manuale “Scrivi la tua avventura” di Longo, Spina e Poropat mi sono buttato nella nuova esperienza della scrittura interattiva, che per quanto complessa mi ha saputo divertire tanto, essendo giocatore di ruolo nelle forme sia cartacee che videoludiche. E’ nata così la saga “Sangue Ossa” composta attualmente da due volumi autoconclusivi e ambientati nello stesso universo dark fantasy, illustrati dalla magica Cristina Calvagno (in arte @siepper_draw). Pur trattandosi di un “gioco da leggere”, lo stile di scrittura e le diramazioni della trama mantengono il mio stampo romanzesco, con un sistema di combattimento che si basa sul lancio dei dadi a più facce. Il titolare mi concede infatti molta libertà d’espressione. “Osgroth e Osgroz” è il primo volume, dove mi sono sbizzarrito nella costruzione del gigante bicefalo di cui il giocatore può controllare alternativamente le due teste con personalità differenti. Il tono è epico e splatter, a tratti comico a causa dei battibecchi tra i fratelli condannati a condividere lo stesso corpo. Il secondo, “Oltre la Morte”, è altrettanto truculento ma molto più cupo e introspettivo, dove lo spettro protagonista deve liberarsi della maledizione che gli impedisce di morire serenamente.

C’è un personaggio, tra quelli che hai creato, a cui sei particolarmente legato? Perché?

Legato a tutti i miei personaggi a cui io mi sento di aver in qualche modo dato una “vita d’inchiostro e carta”, quello che più mi rappresenta è senza dubbio lo spettro protagonista di “Oltre la Morte”, per la precisione il barone di Castel Mitrando, la sua identità da vivo. Un uomo dai forti ideali cavallereschi, ma il cui buon cuore è talvolta ombreggiato da grossi difetti, demoni interiori che talvolta rischiano di farlo deviare dalla retta via.

Quali sono i principali autori o opere che ti hanno influenzato nel tuo percorso come scrittore fantasy?
Ciò che mi ha fatto innamorare del fantasy è stata sicuramente la visione de “La compagnia dell’anello” all’età di undici anni, e la colpa è tutta del mio babbo che mi ha accompagnato a vederlo al cinema comunale! Da lì mi sono avvicinato alla letteratura tolkeniana che è la base del mio pensiero fantastico. Per quanto mi piaccia il fantasy, non posso considerarlo il mio genere preferito, poiché le mie appetenze in ambito letterario e cinematografico sono molteplici, come il romanzo storico, l’horror, il giallo, il fantascientifico e il romantico. E’ così che tra i miei grandi “maestri” posso citare tanto Ken Follett quanto Dario Argento.

Se potessi scegliere un periodo storico da esplorare in un nuovo romanzo, quale sarebbe e perché?
Senza dubbio l’antico Egitto, che mi affascina fin dalle prime lezioni di storia alle elementari. Però non credo che oserò mai cimentarmici, poiché scrivere un accurato romanzo storico richiede già di per sé uno studio maniacale, e farlo su un epoca così remota è oltremodo difficile. Ho però scritto un romanzo dark fantasy ambientato nell’Inghilterra vittoriana, che vedrà la luce quest’anno grazie a Pav edizioni.

Quanto le tue passioni adolescenziali per i giochi di ruolo e il cinema horror hanno influenzato il tuo stile narrativo?
Abituato a divertirmi nei giochi di ruolo impersonando personaggi che andando avanti nell’avventura diventavano sempre più forti e ampliavano il proprio arsenale con nuove armi e poteri, ho notato che i miei personaggi sono caratterizzati da uno sviluppo fisico oltre che morale, arrivando a fine libro più forti e meglio equipaggiati. Il cinema horror ha contribuito alle atmosfere cimiteriali che tinteggiano di scuro il mio fantasy, e all’elemento macabro come nella descrizione quasi didattica delle scene splatter.

Hai mai pensato di espandere i tuoi universi narrativi in altri media, come fumetti, videogiochi o film?
Non ho mai avuto reale interesse nel farlo, ma se un giorno qualcuno dovesse propormi di

scrivere la sceneggiatura per uno di questi media non mi tirerei indietro!

Cosa ti affascina di più del genere dark fantasy rispetto ad altri sottogeneri fantasy?

Spesso nelle opere fantasy si va incontro a forzature della trama per rendere alcune scene, come gli scontri, poco violente in modo da soddisfare un pubblico più ampio. A mio avviso ciò può portare a un indebolimento dell’epicità e del realismo dell’azione (ovviamente in quei casi in cui tale tecnica viene fatta male). Un contesto dark fantasy, invece, senza paura di raccontare i fatti direttamente vissuti dai personaggi, contribuisce a immergere il lettore nella scena. Inoltre, il modo in cui i protagonisti affrontano la cupezza di un mondo dark fantasy può essere da stimolo per il lettore nell’affrontare a testa alta la cupezza che talvolta la vita reale ci riserva.

Qual è il feedback più sorprendente o emozionante che hai ricevuto dai lettori delle tue opere?
Alla mia prima fiera come espositore, il Salone del Libro di Torino 2023, il primo acquisto di “Osgroth e Osgroz” è stato fatto da una ragazzina in compagnia del padre, appassionati lettori di fantasy. Il sorriso con cui entrambi hanno ricevuto la copia da me firmata è stata per me una delle più alte emozioni mai vissute, il coronamento del mio sogno di diventare scrittore. Loro sono stati i primi, e da allora ogni viso di chi decide di affidarsi alla mia penna continua a farmi sentire bene. Per quanto riguarda le recensioni, Giuseppe Scandroglio è un lettore affezionato (per ora conosciuto solo in chat, ma a cui spero di stringere presto la mano) che sulla sua pagina facebook “Boardgame & Librogame” ha parlato delle mie opere. La recensione di “Oltre la Morte” è stata toccante, poiché ha centrato appieno ciò che la scrittura della diramata storia dello spettro ha significato per me: Giuseppe ha riferito che oltre alla parte ludica la lettura lo ha coinvolto così tanto da immedesimarlo nel personaggio e fargli provare le emozioni e le riflessioni sulle questioni morali che hanno segnato la travagliata vita del cavaliere di Castel Mitrando. Tale impatto su un lettore avviene raramente nei librogame classici, dove i paragrafi sono corti e si dà più importanza all’arrivare vincitori alla fine che a godersi la trama.

Quali progetti o storie hai in mente per il futuro? Hai già un’idea per un nuovo romanzo o librigame?
Come già menzionato, nel 2025 verrà pubblicato il mio romanzo dark fantasy ambientato nell’Inghilterra vittoriana da parte di Pav edizioni. Inoltre, presumibilmente in occasione del Salone del Libro di Torino, uscirà il terzo e ultimo librogame della collana di “Sangue Ossa”, che avrà stavolta una protagonista femminile (e il ritorno, come possibili alleati, del gigante bicefalo direttamente dal primo volume e di un personaggio del secondo). Attualmente sto espandendo i miei orizzonti artistici, con l’intenzione di staccarmi dalla truculenza del dark fantasy in favore del romanticismo. Ho già scritto il genere romance in alcuni racconti disponibili gratuitamente online su Kobo e sui miei social, e l’elemento romance è fortemente presente nel romanzo in uscita con Pav, nonché in forma minore nel terzo librogame di “Sangue Ossa” (purché il giocatore compia le scelte che conducano in una certa direzione…) Sto pertanto ideando la trama di un romanzo romance da pubblicare con Tora edizioni, ma ancora si tratta di un timido bocciolo nella mia mente.

Descriviti in tre libri fantasy.

“Lo Hobbit” di J. R. R. Tolkien, dove il piccolo Bilbo si trova a far parte di eventi molto più grandi di lui. Vi ho sempre visto un’allegoria alle grandi sfide che la vita ci riserva, imprevedibile: spietata o meravigliosa, possiamo affrontarla con lo stesso coraggio dimostrato dal fragile Bilbo.

“Il cavaliere inesistente” di Italo Calvino, dove il cavaliere Agilulfo dimostra che non è possibile vivere di sola virtù, non è possibile essere perfetti: una lezione che vorrei riuscire a ricordarmi ogni giorno.

“Il divoratore d’ombra” di Gianluca Villano, un sorprendente fantasy auto pubblicato in cui l’autore contemporaneo racconta l’avventura di Logren, l’unico ragazzo capace di sognare in un mondo dove sognare è proibito da una tirannica magocrazia. Pur di non rinunciare a farlo, egli affronterà l’ignoto lungo una saga di cinque volumi.

Comments

No comments yet. Why don’t you start the discussion?

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *