Cino Angioni (Cagliari, 1967) è un artista visivo e musicista contemporaneo italiano. La sua carriera si sviluppa tra l’arte e la musica, accompagnata da un’attività imprenditoriale che coesiste con la sua vena creativa. Ha iniziato come batterista, militando in diverse formazioni di rock alternativo italiano. Tra queste, si distinguono gli Attimodira (Roma) e i più noti Pneumatica (Cagliari). Con i Pneumatica, Angioni ha calcato numerosi palchi in Italia e in Europa, registrando due album tra gli anni 2000 e il 2010. Dopo un’intensa carriera musicale, ha deciso di mettere temporaneamente da parte la musica suonata, concentrandosi sulla sua passione per le arti visive. Da autodidatta, Angioni si dedica alla pittura e al disegno, vivendo e lavorando nella sua città natale, Cagliari. La sua produzione artistica recente esplora temi profondi e complessi, come i danni psicologici causati dall’isolamento prolungato. Utilizza una tecnica pittorica mista che include pastelli a olio, matite, gessetti, pittura acrilica e pittura a olio. Le sue opere sono caratterizzate da un processo di lavorazione unico: graffia e altera i suoi lavori iniziali con strumenti come punteruoli, taglierine e lame, quasi a distruggerli, per poi ricostruire una narrazione emotiva intensa. I temi centrali del suo lavoro sono la solitudine e l’isolamento, rappresentati attraverso figure che incarnano inquietudini profonde. Nei suoi dipinti si trovano uomini soli, preti ubriachi, donne annoiate, cani randagi, avidi banchieri e soprattutto suore di clausura, che esprimono angoscia, paura, panico e claustrofobia. Le sue opere trasmettono una condizione tragicamente surreale, in cui l’osservatore è invitato a confrontarsi con l’inquietudine interiore delle figure ritratte. Spesso, i personaggi sono rappresentati in relazioni tra loro, ma rimangono isolati dall’assenza di un punto di vista comune. Questo dà vita a un mosaico di volti schizofrenici ed esausti, un ritratto collettivo della condizione umana di solitudine e alienazione, in cui è difficile non riconoscersi almeno in parte. Cino Angioni vive e lavora a Cagliari, dove continua a esplorare i confini tra emozione e arte, raccontando con le sue opere le fragilità e le sfide dell’animo umano.
Cos’è per te l’arte?
Vivo l’arte come una scappatoia, è un non luogo dove riesco a dimenticare completamente la quotidianità e riesco a sentirmi libero di esprimere e comunicare le mie emozioni e i miei stati d’animo.
Cosa ti ha spinto a passare dalla musica suonata all’arte visiva? È stato un cambiamento improvviso o un’evoluzione naturale?
Non c’è stato un passaggio vero e proprio, dalla musica alle arti visive, la passione per la musica e il disegno mi accompagnano da quando sono nato, e credo che saranno una costante nella mia vita, ma assorbono anche molte energie e tempo. In questo periodo sono più impegnato sulle arti visive, ma nella vita non si sa mai!
Le tue esperienze come musicista hanno influenzato il tuo approccio alla pittura e al disegno?
Certamente, tutte le esperienze ci influenzano, ancora di più le arti, che vedo indissolubilmente collegate tra loro, una scena di un film, una frase di un libro o una musica possono dare spunti per un disegno o viceversa.
Nei tuoi lavori esplori temi come la solitudine e l’isolamento. Questi riflettono una tua esperienza personale o nascono da una riflessione sociale più ampia?
Nei miei lavori la figura dell’uomo, inteso come essere umano, è sempre centrale, faccio una riflessione sociale sul comportamento umano, sugli stati d’animo, sulle nostre debolezze, sui tanti vizi e le poche virtù che ci accomunano. I miei personaggi possono appartenere a varie tipologie di persone che possono essere considerate positive o negative, ma che in fondo io vedo e rappresento sempre come vittime di sé stesse e della società in cui viviamo.
Perché hai scelto di rappresentare figure come suore di clausura, preti ubriachi o banchieri avidi? C’è un significato simbolico dietro a questi personaggi?
I miei personaggi sono un mezzo per rappresentare la parte più nascosta che ci accomuna tutti, quella che cerchiamo di nascondere con tutte le maschere che ci creiamo , ma che solitamente, anche se non sempre, vediamo e sentiamo quando siamo onesti con noi stessi.
Quali sono le tue principali ispirazioni artistiche? Ci sono artisti o movimenti che hanno influenzato il tuo stile?
Sono influenzato da tutto ciò che vedo, non solo nel mondo dell’arte ma non seguo movimenti o artisti in particolare
La tecnica mista che utilizzi, inclusa la graffiatura con lame e punteruoli, è una metafora per il messaggio che vuoi trasmettere?
No, almeno non credo, il mio lavoro è molto istintivo, cerco solo di tirar fuori quello he ho dentro, è un modo per conoscere me stesso.
Le tue opere comunicano angoscia e inquietudine. Come reagisce il pubblico ai tuoi lavori? Ti interessa il loro punto di vista o lavori più per un bisogno personale?
Lavoro principalmente per me stesso, come bisogno personale, il punto di vista del pubblico mi interessa solo successivamente, la reazione di chi conosce i miei lavori è contrastante, per alcuni sono molto divertenti e per altri molto angoscianti.
Cosa significa per te vivere e lavorare a Cagliari? Quanto influisce la tua città sulla tua produzione artistica?
Amo la mia città, ma non credo che influisca sul mio lavoro, penso che farei le stesse cose anche vivendo in altre città.
Descriviti in tre colori.
Rosso, arancione e verde… come un semaforo!



