ELKA IVAYLOVA PETROVA

ELKA IVAYLOVA PETROVA

Elka Ivaylova Petrova classe 1979, nata in Bulgaria e vive in Italia dal 2001, è diplomata come Artista Ceramista presso la Scuola d’Arte Secondaria di Arti Applicate “Venko Kolev” nella città di Troyan, in Bulgaria. Dipinge praticamente da sempre: sono più di quarant’anni che si dedica all’arte, avendo iniziato già a un anno e mezzo. Nel corso della sua carriera, ha partecipato a numerose mostre, concorsi ed esposizioni in Bulgaria, Italia e in altri paesi del mondo. Si considera un’artista versatile, poiché non si limita a una tecnica o a uno stile ben definiti. Ama sperimentare e cercare continuamente nuove forme espressive. Tuttavia, nonostante la diversità delle sue opere, crede che esse siano profondamente legate tra loro: osservandole con attenzione, lo spettatore può riconoscere la mente e la mano dell’artista.

Cos’è l’arte per te?

L’arte per me è vita, non è una cosa acquisita, ma una cosa che fa parte di me. Penso che se usata nel modo giusto   e un mezzo potentissimo di comunicazione. L’arte è un’altra dimensione che può interagire con la nostra è possono visitarla sia gli artisti che gli spettatori, però devi essere a una certa frequenza.

Cosa ti ha spinto a iniziare a dipingere così presto nella tua vita? C’è stato un momento o un’esperienza particolare che ha segnato l’inizio del tuo percorso artistico?

Perché così presto non saprei, forse è stato il mio primo approccio per continuare. Eco perché dico che percepisco l’arte come parte di me, perché c’è da quando ho memoria. Negli anni ci sono stati anche dei momenti dove è stata la mia salvezza, punto di riferimento, diciamo il mio piccolo mondo dove scappare o meglio dire, andare a rilassarsi e ricaricarsi quando ne avevo bisogno. Come già si è capito non c’è un preciso momento che segna il mio percorso artistico, ma c’è una opera che mi ha molto colpita. È “Lezione di anatomia” di Rembrandt.  Quando lo vista per la prima volta e ho letto la sua storia, sono rimasta molto colpita. Anche le opere di Degas hanno lo stesso effetto su di me. Mi fanno riflettere molto su le emozioni che si provano mentre si crea una opera e alla storia dietro.

Essere un’artista versatile ti permette di esplorare molte tecniche diverse. C’è un materiale o una tecnica che senti particolarmente tua?

No, non c’è una tecnica che mi appartiene o che preferisco. Mi piacciono tutte e li uso in base alle mie ispirazioni. Mi piace sperimentare e mischiare le varie tecniche per vedere cosa succede.

Le tue opere sembrano legate da un filo conduttore sottile ma evidente. Qual è il messaggio principale che cerchi di trasmettere attraverso i tuoi lavori?

I messaggi nelle mie opere sono tanti. Spero che chi guarda i miei quadri viene spinto a cercare la bellezza della vita, a riflettere su tante cose di tutti i giorni, a non perdere la speranza e la voglia di farsi delle domande su tutto.

Come l’essere nata in Bulgaria e vivere in Italia ha influenzato il tuo stile artistico? Ci sono elementi delle due culture che si riflettono nelle tue opere?

No, già prima studiando in Bulgaria sapevo cosa avrei trovato in Italia a livello artistico. La cosa che ho imparato però avendo vissuto in due posti abbastanza diversi in tutto e che io mi sento veramente cittadina del mondo, come l’arte alla fine. Detto ciò non nego che a volte nelle mie opere si possono vedere elementi della cultura Bulgara tradizionale.

Tra tutte le mostre e le esposizioni a cui hai partecipato, c’è un’esperienza che ricordi con particolare affetto o che ti ha segnato profondamente?

La prima è stata in Bulgaria all’età di 17 anni, durante una mostra ho scoperto che il mondo dell’arte non è così pulito e rosa come pensavo. Questa è stata la volta negativa, invece la seconda è stata super positiva. Parlo dell’ultima mostra che per me e stata la prima con la Storica d’arte Elisabetta La Rosa. Sono stata molto felice di scoprire una professionista del settore di grandissimo valore e nello stesso tempo una grande persona a livello umano

Il tuo amore per la sperimentazione lascia spazio all’improvvisazione durante il processo creativo, oppure segui sempre un’idea precisa fin dall’inizio?

Parto sempre con una idea precisa che riguarda l’idea dell’opera, ma il processo creativo non è quasi mai ben definito. Può cambiare improvvisamente e questa cosa a volte sorprende anche me. Comunque l’idea iniziale rimane sempre, cambia solo il processo creativo.

Quali artisti o movimenti artistici ti hanno ispirato di più nel corso della tua carriera?

Non ci sono artisti o stili che preferisco. Mi piace osservare e imparare da tutti. Come ho già detto mi piace scoprire anche la storia dietro ogni opera, la vita è il percorso di ogni artista. Diciamo che mi diverto a psicoanalizzarli, perché penso che se osservi attentamente attraverso le opere puoi scoprite tantissimo sull’artista e il suo mondo interiore.

C’è un’opera in particolare a cui sei più legata? Se sì, cosa rappresenta per te?

Si, ci sono più opere a quali sono affezionata in modo particolare. Una rappresenta il mio passato, l’altra la mia continua ricerca di crescita spirituale e una mi piace e basta. Faccio sempre la prova della sedia, io la chiamo così, dopo aver finito un’opera libero il cavalletto e la metto su una sedia ben in vista per un mese. Così ogni tanto la osservo e di solito dopo non vanno più bene per me. Il quadro che passa l’esame viene appeso a casa nostra e gli altri cominciano a cercare la loro casa.

1 Comment

  1. Silvia

    Fantastica artista, le sue opere con il caffè sono una poesia che prende vita da un’emozione semplice e leggera…come le.sue.ballerine.
    Avanti tutta cara Elka che l’arte non abbandona mai chi la ama…

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