Cristiano – CB Art Milano. Artista milanese nato nel 1971. Fin da giovane età, ha dimostrato un notevole interesse per il disegno, specialmente nel contesto dei fumetti, inizialmente italiani e successivamente orientali, sviluppando autonomamente il proprio talento in un viaggio di esplorazione artistica. Solo in seguito, in un percorso di crescita professionale, ha deciso di accostarsi a un’insegnante dell’Accademia delle Belle Arti di Brera, per perfezionare il proprio tratto a matita e approfondire le tecniche del disegno a carboncino e pastello. Attraverso anni di studi da autodidatta, ha esplorato diverse tecniche e stili artistici, ampliando il proprio repertorio e sperimentando con successo l’uso dell’acrilico. Il suo approccio artistico si è caratterizzato per una costante ricerca di innovazione e originalità. Il frutto di questa dedizione e passione si manifesta oggi attraverso le sue opere astratte, che si distinguono per la loro semplicità e suggestione. Attraverso un’attenta espressione artistica, l’artista si è aperto al pubblico, presentando una collezione di tele che invitano l’osservatore a immergersi in un universo emozionale unico.
Cos’è per te l’arte?
L’arte per me è libertà. È il modo più naturale per esprimere quello che sento, i pensieri e le emozioni che prendono forma sulla tela. È un viaggio interiore dove ogni opera cerca di raccontare una parte di me.
La tua passione per il disegno è nata inizialmente dai fumetti italiani e orientali. In che modo queste influenze hanno contribuito alla tua evoluzione verso l’arte astratta?
I fumetti mi hanno insegnato l’importanza del tratto, della precisione e della narrazione visiva. Da piccolo copiavo i personaggi per ore, cercando di catturare ogni dettaglio. Con il tempo, quel linguaggio figurativo si è trasformato in qualcosa di più istintivo e libero, fino a diventare pura astrazione. L’arte astratta mi ha permesso di lasciare spazio all’immaginazione.
Cosa ti ha spinto a perfezionare il tuo tratto a matita con un’insegnante dell’Accademia delle Belle Arti di Brera e quali sono stati gli insegnamenti più significativi che hai tratto da quell’esperienza?
Sentivo il bisogno di andare oltre la semplice passione e dare più solidità alla mia tecnica. L’insegnante mi ha insegnato la “pazienza” nel tratto, l’importanza della luce e delle ombre, ma soprattutto mi ha trasmesso la consapevolezza che ogni linea può comunicare qualcosa. È stato un percorso che mi ha aiutato a guardare il disegno con occhi nuovi.
Le tue opere astratte sono caratterizzate da semplicità e suggestione. Qual è il processo creativo che segui per raggiungere questo equilibrio?
Il mio processo creativo parte sempre da una sensazione più o meno chiara in quel momento. Poi, durante il lavoro, lascio che la mano si muova in modo istintivo, senza pensare troppo fino ad arrivare ad una fase di equilibrio. Mi piace pensare che sia un gioco di contrasti tra istinto e razionalità.
Nel tuo percorso da autodidatta, quali sono state le sfide più complesse e come le hai superate?
La sfida più grande è stata fidarmi di me stesso. Agli inizi spesso ho avuto il dubbio di non essere sulla strada giusta. Ho imparato a lasciare da parte il giudizio (anche quello degli altri) e ad ascoltare quello che sentivo dentro. Ogni errore è diventato parte del processo, e forse è proprio grazie agli sbagli che ho trovato la mia strada.
L’uso dell’acrilico sembra avere un ruolo importante nelle tue opere. Cosa ti affascina maggiormente di questa tecnica rispetto ad altre?
L’acrilico mi permette di lavorare di getto e di essere veloce. Si asciuga in fretta ad esempio e permette di stratificare i colori e di lavorare in modo istintivo. È una tecnica che mi lascia la libertà di cambiare e sperimentare fino all’ultimo. E se voglio di ricominciare da zero.
Quanto è importante per te la scelta dei colori nelle tue tele astratte e cosa cerchi di comunicare attraverso le tue scelte cromatiche?
Il colore per me è il modo più diretto per esprimere gli stati d’animo. Prediligo colori scuri, come il blu, il nero e il marrone, perché rappresentano profondità, intensità e introspezione. Ritengo siano toni diretti per comunicare ciò che spesso resta nascosto. Tuttavia, non disdegno anche colori più accesi, come il rosso o l’arancione, che porto nelle opere per aggiungere energia e contrasti.
Le tue opere invitano l’osservatore a immergersi in un universo emozionale. Quali emozioni speri che il pubblico percepisca maggiormente?
Mi piace pensare che ognuno possa trovare nelle mie opere qualcosa di personale. Posso raccontare cosa provavo durante la realizzazione dell’opera ma non cerco di imporre un’emozione o un’idea precisa, miro a creare uno spazio aperto dove chi guarda può lasciare fluire le proprie sensazioni. Se qualcuno si perde dentro un quadro anche solo per pochi secondi, allora ho raggiunto il mio obiettivo.
L’innovazione è un tratto distintivo della tua ricerca artistica. Ci sono tecniche o materiali sperimentali che vorresti esplorare in futuro?
Sono sempre alla ricerca di nuove tecniche e materiali che possano arricchire le mie opere, soprattutto dal punto di vista materico. Mi affascina l’idea di giocare con la texture, creando opere che non solo si guardano, ma che si possano “sentire” al tatto come in un’esperienza tattile che le fa evolvere fisicamente. Non escludo che in futuro riesca a lavorare con la resina, il legno e i materiali di recupero.
Milano è una città con una forte tradizione artistica. In che modo l’ambiente milanese ha influenzato la tua arte?
Milano è un ottimo stimolo per chi cerca ispirazione. Mi spinge a esplorare nuove idee, a cercare costantemente nuove visioni. Tuttavia, questa stessa energia può diventare travolgente e, a volte, esagerata. Milano ti chiede sempre di più, ti consuma in un ritmo frenetico, e in certi momenti sembra difficile stare al passo senza rischiare di perdere se stessi. È un mix di vitalità e fatica, una tensione costante che controllo con la mia pratica buddhista e che mi aiuta a trovare un equilibrio. Mi permette di ascoltare la mia interiorità e nelle mie opere cerco di unire l’energia della città con la calma interiore.
Qual è il messaggio principale che desideri trasmettere attraverso le tue opere astratte?
Che la bellezza si trova nella semplicità e nelle imperfezioni così come nella libertà di interpretazione. Ogni opera è un invito a rallentare e lasciarsi trasportare dalle emozioni, senza cercare sempre una spiegazione razionale.
Descriviti in tre colori.
Mi descriverei con il Blu di Prussia, per la profondità della mia riflessione e la calma interiore; il Terra di Siena, per la serenità e la spiritualità che cerco di trasmettere; e l’ocra, che incarna la passione e l’energia che mi guidano nella mia ricerca artistica.




