Sonja, nata a Milano da madre veneziana e padre toscano, ha manifestato fin dall’infanzia una straordinaria passione per il disegno, iniziando a disegnare a soli 3 anni senza mai smettere. Ha intrapreso studi in serigrafia, grafica pubblicitaria e fotografia pubblicitaria e industriale, lavorando per multinazionali nei settori della grafica e della moda. Nel corso della sua formazione, ha approfondito tecniche come la xilografia, la litografia e l’incisione sperimentale sotto la guida di maestri come Licata e Crippa, frequentando corsi a Milano, Venezia e Parigi. La sua continua ricerca espressiva ha avuto inizio con le pirografie su legno, nelle quali ha sapientemente inserito carte di riso e acquerelli, sviluppando uno stile personale e unico. Sonja ha esposto le sue opere a partire dal 1985, in un’epoca priva di social media, partecipando a mostre sia in Italia che all’estero. Le sue opere hanno ottenuto riconoscimenti e apprezzamenti da parte della critica d’arte. Negli ultimi anni, per motivi di salute, si è trasferita dalla frenesia di Milano alla tranquillità della Toscana, riscoprendo una profonda passione per il disegno puro e la grafica, ispirata dalla natura e dalla meditazione. Le farfalle e i fiori sono diventati soggetti privilegiati delle sue opere, realizzate con inchiostri, acquerelli, acrilici e matite policrome glitterate. La scelta di lavorare su formati più piccoli ha accentuato l’intimità delle sue creazioni, senza tuttavia ridurre la complessità e l’impegno richiesti. Ogni opera mira a instaurare un legame profondo con lo spettatore, attraverso un uso incisivo del colore e della grafica per trasmettere emozioni e raccontare storie. Sonja Sansoni nutre una passione particolare per l’arte giapponese e gli stili Gotico, Nouveau e Liberty. La sua produzione artistica è caratterizzata da una continua ricerca espressiva improntata alla contemplazione e all’introspezione, rivelando un universo creativo fatto di delicate sfumature e significati profondi.
Cos’è per te l’arte?
L’arte per me è vita, non potrei farne a meno. È il mio modo di esprimermi, il mio mestiere; un potente mezzo di comunicazione, soprattutto quando le parole non bastano. È una ricerca di bellezza che non è superficialità, ma una riflessione sulle molteplici problematiche della vita. L’arte è una medicina per l’anima e per il corpo. Mi ha aiutato in diversi momenti molto dolorosi della mia vita. Per me l’arte è spontaneità, emozione e passione. Ho iniziato molto presto: a 3 anni già cercavo, con i miei scarabocchi e ghirigori, di esprimermi. Di carattere introverso, ma molto empatica e sensibile, l’arte è la mia valvola di sfogo e il mio rifugio interiore. Mi permette di estraniarmi e creare la mia realtà attraverso le immagini. È libertà. Sono sempre stata una ribelle, incapace di adattarmi a schemi precostituiti e agli stereotipi imposti dalla società. Con l’arte si è liberi. L’arte per me è anche disciplina: disegno e studio ogni giorno. Il mio momento migliore è la sera, nel silenzio della casa. Quando inizio una creazione, tutto è già nella mia mente, come una febbre; devo realizzarla. La quiete arriva solo quando è finita, portando con sé un senso di pace e soddisfazione da condividere con lo spettatore.
Le tue origini veneziane e toscane influenzano in qualche modo la tua arte? Ci sono simboli, colori o atmosfere tipiche di queste terre che ricorrono nelle tue opere?
Le mie origini hanno influenzato profondamente la mia arte. Mia madre era veneziana, mio padre toscano. Ho vissuto, studiato e imparato ad amare Venezia anche grazie a mia nonna, alla sua casa meravigliosa, ai colori vivaci e ai profumi che vi si respiravano. Lei realizzava guanti di pizzo per le signore e nobildonne veneziane. Molte artiste e letterati frequentavano la sua casa. Ero piccolissima, ma grazie a lei imparai a leggere, a scrivere precocemente e a disegnare, lasciando libera la mia fantasia. Nelle mie creazioni ci sono scorci di laguna, colori accesi, maschere, con applicazioni di pizzi e bottoni ereditati da mia nonna. La Toscana, invece, attraverso mio padre, mi ha influenzato con la natura: il verde, i fiori, i castelli dei borghi medievali, le colline, il senso di libertà lontano dal caos cittadino.
La scelta di trasferirti in Toscana ha avuto un impatto sulla tua creatività e sul tuo modo di fare arte? In che modo la natura e la meditazione ispirano i tuoi lavori?
Il trasferimento da Milano, dove sono nata e vivevo, sei anni fa, ha avuto un impatto molto forte.
Ho riscoperto i miei studi sulla pittura Zen, la lentezza, un nuovo modo di esprimermi. La meditazione, che già praticavo, e la musica mi hanno portato ad abbandonare la pirografia per tornare alla grafica, al disegno puro su carta, continuando la mia incessante ricerca espressiva.
Il tuo percorso artistico ha visto un’evoluzione significativa dalle pirografie su legno all’uso di materiali come carte di riso e acquerelli. Cosa ti ha portato a esplorare tecniche così diverse?
Proprio il trasferimento mi ha riportato al disegno, alla grafica con inchiostro, china, matite, pennarelli glitterati e acquerelli. Ho iniziato a utilizzare carte di riso come supporto, insieme al cartoncino bianco.
La rappresentazione di farfalle e fiori sembra avere un ruolo centrale nelle tue opere. Cosa rappresentano per te questi soggetti?
Le farfalle e i fiori sono sempre stati presenti nelle mie opere, anche nelle pirografie su legno.
Le farfalle, in particolare, le ho studiate attraverso l’entomologia, ma le reinvento con colori vivaci, lasciando libera la fantasia. Le farfalle sono simbolo di bellezza, rinascita e trasformazione: rappresentano la trasformazione interiore, la crescita personale, la libertà e la leggerezza.
I miei sogni prendono vita attraverso di loro.
Hai una passione per l’arte giapponese, il Gotico, il Nouveau e il Liberty. In che modo questi stili si riflettono nelle tue creazioni?
Amo l’arte giapponese da sempre, anche grazie ai miei studi e ai viaggi. L’inserimento di carte di riso nei miei lavori è arrivato naturalmente. L’arte Nouveau, il Liberty e il Gotico mi affascinano grazie alle mie letture e al mio continuo studio.
Il formato più piccolo delle tue opere riflette un’esigenza personale o una volontà di avvicinarti maggiormente allo spettatore?
Il formato più piccolo è una scelta naturale per avvicinarmi di più allo spettatore, coinvolgerlo, creare un rapporto più intimo. Ogni dettaglio è curato con estrema precisione e pazienza.
L’uso delle matite policrome glitterate aggiunge una dimensione particolare ai tuoi lavori. Come hai scoperto questa tecnica e cosa cerchi di trasmettere attraverso di essa?
Nelle mie nuove creazioni ho scoperto le matite policrome glitterate, che, per contrasto, donano luce e profondità ai disegni, soprattutto sul fondo bianco.
Hai avuto maestri illustri come Licata e Crippa. Qual è l’insegnamento più prezioso che hai tratto dal loro esempio?
Ho avuto maestri illustri come Borrini, Licata e Crippa, che mi hanno seguita nei miei studi a Venezia e Parigi. Ma il primo a incoraggiarmi è stato il maestro Bruno de Cerce, che mi disse di non dimenticare mai di mettere il cuore, la passione e le emozioni nelle mie opere. La tecnica da sola non basta: chi osserva deve percepire l’amore, la passione e le emozioni che metto in ciò che creo.
Qual è il messaggio principale che desideri trasmettere attraverso la tua arte?
Attraverso colori e soggetti, cerco di trasmettere un senso di bellezza, leggerezza e libertà.
Abbiamo bisogno di serenità, pace, colore e amore. Mi considero un’artigiana dell’arte, con molta umiltà. Voglio accompagnare lo spettatore nel mio mondo onirico, fatto di delicatezza e lentezza, come un fiume che scorre verso il mare, fluendo senza fretta.
C’è una mostra o un’opera in particolare a cui sei più legata? Se sì, per quale motivo?
Ho iniziato a partecipare a mostre nel lontano 1985 e ho ricevuto tante soddisfazioni e critiche da famosi critici d’arte. Ogni mia opera è importante, ma l’ultima è sempre quella che rappresenta meglio il mio momento presente, il qui e ora.
Descriviti in tre colori.
Tre colori sono pochi, ma sceglierei il nero — predominante anche nel mio abbigliamento —, poi il rosso e il verde, in tutte le loro sfumature.








