Sonia è una visual designer e illustratrice con una laurea in Graphic Design e Comunicazione Visiva conseguita con lode presso l’Accademia di Belle Arti di Roma nel 2010. Da sempre guidata da una profonda passione per l’arte, Sonia unisce professionalità e originalità in ogni progetto, fondendo competenze tecniche e ricerca emotiva in un linguaggio visivo unico e riconoscibile. Attratta tanto dal digital quanto dall’illustrazione tradizionale, la sua produzione artistica è influenzata da temi legati alla spiritualità, all’esoterismo e allo studio delle emozioni umane. Le sue opere nascono da una gestualità istintiva, lontana dagli schemi accademici tradizionali, e si distinguono per la loro intensità viscerale, comunicando in modo diretto e coinvolgente. Negli anni ha maturato significative esperienze professionali in ambito nazionale e internazionale, ampliando le proprie competenze anche nel campo del Character Design, senza mai perdere di vista l’aspetto emozionale del suo lavoro. Sonia si occupa di:
- Grafica e comunicazione visiva | Brand identity
- Social Media
- Character Design
- Pittura e illuminazione
- Ritrattistica
Più che una semplice creativa, Sonia si considera un’esperienziale: ogni sua opera – digitale o tradizionale – è pensata per suscitare emozioni autentiche e profonde. Tra le sue passioni, che considera vere e proprie forme di nutrimento artistico, spiccano il cinema, la musica, l’arte, la fotografia e lo sport, con un amore particolare per l’equitazione.
Cos’è l’arte per te?
L’arte è vita, spiritualità, introspezione ed emozione. È una forma di terapia dell’anima che ci permette di esprimere la nostra interiorità in modo estetico. Come dice una frase che mi è particolarmente cara, “Una matita può salvare il mondo!” Queste parole racchiudono il cuore pulsante della creatività, che ci permette di esprimere noi stessi in modo autentico. Ricordiamo le ore spese da bambini a disegnare, ore che purtroppo diminuiscono con la crescita. Eppure, anche da adulti, ci ritroviamo spesso a scarabocchiare motivi su un foglio bianco, magari durante una lezione noiosa o un meeting di lavoro. Fortunatamente, oggi abbiamo a disposizione strumenti come i mandala, i doodle, lo zentangle e i colouring book che ci permettono di riscoprire il piacere di disegnare. La creatività non solo allevia lo stress e aumenta la concentrazione, ma ci aiuta anche a conoscerci meglio, a entrare in connessione con il nostro io superiore e con il nostro inconscio. L’arte ci permette di esprimere ciò che non riusciamo a dire a parole, e di accedere a un linguaggio universale che ci permette di sentire, percepire, guarire e comprendere. Per me, l’arte è vita, è espressione estetica dell’interiorità, è terapia e salvezza dell’animo umano. È un linguaggio che ci permette di comunicare con noi stessi e con gli altri in modo profondo e autentico.
Da dove nasce il tuo interesse per la spiritualità e l’esoterismo, e in che modo influenzano le tue opere?
Siamo esseri di connessioni e di energia spirituale, intessuti nella trama dell’universo. Sin dall’infanzia, ho avvertito una profonda sensazione di appartenenza all’intero cosmo, sentendomi parte integrante dell’Uno. Oltre alla nostra forma materiale, tangibile, siamo anche essenza spirituale, sottile e vibrante. La mia vicinanza all’esoterismo è dettata dalla consapevolezza che siamo tutti parte integrante della ‘natura vivente’, un’armonia universale che ci unisce. Il sapere esoterico si fonda sull’intuizione e sulla partecipazione, mirando a influenzare le energie di un gruppo e l’interazione dei suoi componenti. È come percepire una sorta di connessione e rete nascosta, non visibile, ma tangibile a pochi. Nel pensiero esoterico, la ‘forza immaginativa’ gioca un ruolo importante, creando un ponte tra l’arte, la creatività e l’immaginazione. In ogni mia opera, racconto una storia, un’emozione, una connessione spirituale che si manifesta attraverso un volto, un’illustrazione, un dipinto cromatico o un’ambientazione. In particolare, le mie collezioni ispirate alle antiche carte dei tarocchi rappresentano un’opera di sintesi tra la mia interiorità e l’universo. La scelta delle forme, dei colori e dei soggetti è guidata da un’intenzione precisa: catturare l’essenza simbolica e la verità profonda che si cela dietro ogni immagine. Ogni elemento, ogni dettaglio, è portatore di un’energia specifica, di una verità che trascende la mia persona e si collega alla connessione universale.
Quando inizi un nuovo progetto, qual è il primo passo del tuo processo creativo?
Il mio processo creativo inizia con l’osservazione, un’analisi visiva ed emotiva che mi permette di connettermi profondamente con le immagini che sto per rappresentare. Questo processo di immersione mi consente di renderle veicoli autentici del messaggio che desidero comunicare. Le mie conoscenze in ambito psicologico, relative al linguaggio non verbale del corpo e alle emozioni trasmesse attraverso il colore, la luce, le forme, contrasti di luci e ombre, il vuoto e il pieno, mi aiutano a strutturare “composizioni “che siano esse ritratti di soggetti viventi, ambientazioni o forme astratte, caratterizzate da getti di colore.
Che ruolo hanno le emozioni personali nel tuo lavoro? Ti capita mai di usarle come materia prima?
L’empatia e le emozioni sono parte integrante del mio essere, una componente viscerale che mi guida nelle fasi creative. In questi momenti, attingo sia alle mie emozioni personali, sia a quelle che percepisco nell’universo che mi circonda, sentendomi profondamente connessa a tutto ciò che esiste.
Hai detto che ti stai allontanando dalle tecniche tradizionali apprese in Accademia: cosa ti ha portato verso una gestualità più libera?
La mia aspirazione a trasmettere e comunicare emozioni, spiritualità e vita mi ha condotto, nel corso del mio processo creativo, a un ritrovamento del mio io istintivo e primordiale. Un io che non cerca la perfezione tecnica o la ricerca del bello, ma si esprime in modo autentico e spontaneo. Questo percorso richiede tempo e dedizione, poiché significa staccarsi dalle convenzioni accademiche e dalle tecniche apprese. È un processo che implica la conoscenza e lo studio delle regole, per poi poterle liberare e trasformarle in qualcosa di più alto, impulsivo, reale, dinamico e materico.
C’è una tecnica o uno strumento “non convenzionale” che hai scoperto di amare particolarmente?
Quando creo, non mi limito a utilizzare pennelli tradizionali. A volte, mi avvalgo di oggetti di uso quotidiano come spazzole, forchette, cucchiai, che diventano strumenti di espressione artistica. Altre volte, ricorro a elementi naturali come rami, foglie, terra, che mi permettono di incorporare la bellezza e la texture della natura nelle mie opere.
Come bilanci la parte digitale e quella tradizionale nella tua produzione artistica?
A volte, combino le due tecniche per raccogliere elementi del passato e trasportarli in un contesto più attuale, moderno e tecnologico. Creo opere digitali che poi stampo e arricchisco con inserzioni in tecniche tradizionali, come una sorta di dialogo tra il passato e il presente.
Qual è stata l’esperienza lavorativa (o il progetto) che ti ha cambiata di più artisticamente?
La mia esperienza lavorativa in un liceo artistico mi ha permesso di instaurare un legame profondo con gli studenti, in particolare con quelli con disabilità, che affrontano difficoltà fisiche, sensoriali o cognitive che possono limitare il loro apprendimento e la loro partecipazione alla vita scolastica. Questa esperienza ha rivoluzionato il mio approccio comunicativo e artistico, facendomi scoprire che l’arte può essere uno strumento di formazione e supporto visivo che compensa le loro difficoltà nella comunicazione. Ma ciò che più mi ha colpito è che la loro creatività, espressa attraverso una comunicazione sensoriale diversa, può dar vita a opere uniche e potenti, che trasmettono emozioni irripetibili. Forse, proprio loro, con la loro prospettiva diversa, sanno meglio di noi come muoversi nel complesso mondo dell’arte.
Lavorando anche a livello internazionale, che differenze hai notato nel modo in cui l’arte viene percepita o valorizzata?
Le differenze nel modo in cui l’arte viene percepita o valorizzata sono molteplici e variano a seconda del contesto culturale e geografico. In Italia, ad esempio, l’arte è spesso associata alla storia e alla tradizione, e la sua valorizzazione è strettamente legata alla tutela e alla conservazione del patrimonio culturale. Nel mercato del lavoro italiano, è spesso richiesta una polivalenza e una versatilità ai creativi, in modo che possano coprire diverse competenze artistiche e tecniche. Questo può essere un vantaggio, poiché permette ai creativi di essere più flessibili e adattabili ai diversi progetti e richieste dei clienti. All’estero, specialmente nel mondo del character design e dell’illustrazione, la tendenza è quella di specializzarsi in un singolo processo o tecnica. Ad esempio, un illustratore può essere specializzato solo nella creazione di personaggi, mentre un altro può essere specializzato solo nella creazione di ambienti. Questa specializzazione può portare a una maggiore qualità e precisione nel lavoro. All’estero, invece, la percezione e la valorizzazione dell’arte possono essere diverse. Negli Stati Uniti, ad esempio, l’arte è spesso considerata un mezzo per esprimere la libertà. In Francia, ad esempio, l’arte è spesso considerata un mezzo per esprimere la cultura e la storia nazionale, e la sua valorizzazione è strettamente legata alla tutela e alla conservazione del patrimonio culturale. In generale, quindi, la percezione e la valorizzazione dell’arte possono variare a seconda del contesto culturale e geografico, e possono essere influenzate da fattori come la storia, la tradizione, il mercato dell’arte e la cultura nazionale.
Ti piacerebbe collaborare con brand o realtà di un certo tipo? Se sì, quali?
Sono molto interessata a collaborare con enti di moda o case cinematografiche per creare illustrazioni innovative e accattivanti per l’infanzia. La mia passione per l’arte e la mia esperienza nell’illustrazione mi permettono di offrire una prospettiva unica e creativa per progetti che richiedono una combinazione di fantasia, creatività e sensibilità verso le esigenze dei bambini.
Qual è la “experience” ideale che vorresti far vivere a chi osserva una tua opera?
L’esperienza che desidero trasmettere attraverso le mie opere è un viaggio di ritorno alle origini, un ritorno all’io interiore genuino e autentico. Voglio che chi osserva le mie opere si senta trasportato in un mondo di innocenza e meraviglia, dove le emozioni sono intense e genuine, e la percezione del mondo è fresca e ingenua, come solo un bambino sa vivere.
Dove ti vedi artisticamente tra cinque anni? C’è un sogno o un obiettivo che ti sta guidando?
Tra 5 anni, spero di continuare a lavorare nel mondo dell’arte, condividendo la mia esperienza e conoscenza con i giovani e unendo la mia passione per l’arte con quella per i viaggi, per scoprire nuove fonti di ispirazione e arricchire il mio percorso artistico.
Se potessi lasciare un messaggio attraverso tutta la tua produzione artistica, quale sarebbe?
Siate liberi, siate puri istinti. Osservate, analizzate, sentite e fate vostro il mondo che vi circonda, cercando sempre un linguaggio universale. Siate spirito, siate corpo, e non abbiate paura di vivere le emozioni. Lasciatele scorrere dentro di voi, e lasciatevi trasportare dalla vita.








