ALESSIO BRUNO

ALESSIO BRUNO

Sono graphic designer e artista. Dopo una lunga esperienza nel settore della comunicazione in un’agenzia pubblicitaria a Torino, ho dato vita al mio brand AB81, uno spazio in cui posso esprimere liberamente la mia creatività. Nel mio percorso artistico ho sviluppato la serie POPFACE, un progetto che fonde illustrazione digitale e collage, in cui immagini ispirate al sacro si mescolano con icone della cultura pop. Attraverso questo lavoro, trasformo personaggi famosi del mondo della moda, dello spettacolo e dell’arte in vere e proprie Pop Icons. Le mie illustrazioni sono state pubblicate su riviste come Vanity Fair e Cosmopolitan Italia, oltre a diverse testate internazionali come Forbes Life Mexico, Dear Spain, S Moda Spain. Attualmente vivo immerso nella natura della Valle d’Itria, in Puglia, un luogo che mi ispira ogni giorno.

Cosa ti ha spinto a lasciare il mondo delle agenzie pubblicitarie per creare il tuo brand personale AB81?

Lavorare in un’agenzia pubblicitaria a Torino mi ha formato professionalmente, ma sentivo il bisogno di esprimere la mia creatività senza i limiti imposti dalle richieste dei clienti. Così, per gioco e sperimentazione, sono nate le POPFACE. Sono sempre stato attratto dalla moda, dalla fotografia e dall’arte, e per divertimento ho iniziato a elaborare immagini ispirate da personaggi che mi colpivano. Utilizzavo forme, colori e fiori, richiamando l’iconografia sacra. Da questo processo creativo è nato successivamente AB81. Non è stato concepito per essere un vero e proprio brand, ma piuttosto come uno spazio personale dove posso esprimermi artisticamente. Tutto è nato come un gioco, e continua a esserlo.

POPFACE è un progetto affascinante. Come è nata l’idea di unire sacro e cultura pop nelle tue illustrazioni?

Come ti dicevo, tutto è nato come un gioco. Il progetto POPFACE non è stato pianificato a tavolino, ma è scaturito in modo naturale dalla mia creatività e dalle influenze visive che mi hanno formato. Ho combinato due elementi fondamentali della mia vita e cultura: l’estetica delle immagini sacre e la cultura pop, che ho sempre amato. Ho reinterpretato icone della moda, del cinema e della musica attraverso un linguaggio visivo che unisce questi due mondi, creando art work che fondono il sacro con il contemporaneo.

Qual è stato il processo creativo dietro la trasformazione di un personaggio famoso in una Pop Icon? C’è un personaggio che ti ha particolarmente ispirato?

Il mio processo creativo nasce dalla curiosità verso personaggi con una forte personalità, capaci di rappresentare un’epoca o trasmettere un’emozione. Li studio attentamente, cercando di coglierne l’essenza, per poi trasformarli in opere che riflettono il mio stile personale. Non c’è un personaggio in particolare che mi abbia ispirato più di altri: tutti quelli che ho scelto di ‘poppizzare’ mi hanno colpito per la loro forza e influenza culturale. Se dovessi citarne uno, forse direi Angela Lansbury nel ruolo di Jessica Fletcher: un’icona della mia adolescenza (e non solo mia). Ancora oggi ci accompagna come simbolo degli anni ’80. Ma potrei anche menzionare la Regina Elisabetta, Madonna, Monica Vitti e molti altri.

Quali emozioni o messaggi speri che le persone colgano osservando le tue opere della serie POPFACE?

Ho sempre creato per me stesso, per il mio piacere personale. Non avevo mai pensato che le mie opere potessero piacere o suscitare emozioni negli altri. Tuttavia, quando ho iniziato a ottenere un certo seguito, ho realizzato che i miei lavori potevano trasmettere sensazioni di sorpresa, gioia e ironia, celebrando personaggi che hanno lasciato un segno nella cultura pop. Il mio desiderio è che chi osserva le POPFACE si senta ispirato e felice, magari riconoscendosi in un’icona che li rappresenti o che porti un legame affettivo. Immagino che possano provare piacere nel vedere queste opere esposte, ad esempio, sulla parete della propria casa, come un simbolo personale o un ricordo caro.

Come ha influenzato la tua creatività vivere immerso nella natura della Valle d’Itria? Ci sono aspetti della cultura pugliese che hai integrato nel tuo lavoro?

Sono ritornato a vivere a Martina Franca, dove sono nato e cresciuto, dopo tanti anni di lontananza ho vissuto per tanti anni a Torino. Ammetto che il rientro non è stato semplice, soprattutto a causa del diverso modo di vivere e della mentalità. Dopo aver vissuto nella frenesia di una grande città, dove ‘correre’ era la parola chiave, abituarsi a un ritmo più lento non è stato immediato. Mi sono sentito come un pesce fuor d’acqua, ma ritrovare le mie radici e vivere immerso nella bellezza naturale e nella sua calma mi ha offerto una prospettiva diversa, ideale per creare. Ho riscoperto la cultura pugliese in tutte le sue sfaccettature: dall’arte al buon cibo, dall’artigianato alla moda, settore in cui attualmente lavoro. Tutto questo è diventato una parte fondamentale del mio lavoro. Per esempio, l’estetica delle immagini sacre che utilizzo nelle mie opere popface deriva proprio dalle radici della mia terra.

Tra le tue pubblicazioni su riviste come Vanity Fair, Cosmopolitan e Forbes Life Mexico, c’è un progetto che ricordi con maggiore orgoglio?

Uno dei momenti più inaspettati del mio percorso è stato quando le mie opere sono state condivise sui social da Naomi Campbell e Mariacarla Boscono. Vedere il mio lavoro ripostato da due icone della moda è stato sorprendente e mi ha fatto comprendere concretamente la forza di Instagram. Avevo iniziato a usare questa piattaforma fin dai suoi esordi, quando i primi blogger cominciavano a emergere, senza realmente immaginare il suo potenziale. La consideravo una semplice vetrina per condividere le mie idee, ma in quel momento ho capito la sua vera portata: i social permettono di raggiungere chiunque, ovunque. Quella visibilità ha aperto nuove opportunità, portandomi a collaborare con riviste internazionali come Cosmopolitan e altre realtà editoriali. Un altro episodio significativo è stato legato alla cover di Vanity Fair con Vanessa Incontrada e il titolo «Nessuno mi può giudicare». Un’immagine potente, che ha acceso un dibattito sul concetto di bellezza femminile e body positivity. Ho deciso di reinterpretarla attraverso la mia arte, creando una versione in stile POPFACE. L’opera ha suscitato grande interesse, venendo ripresa sia sui canali web che su quelli cartacei di Vanity Fair. Questi episodi dimostrano quanto sia potente il connubio tra arte e social media e come un’idea possa viaggiare rapidamente, raggiungendo contesti e pubblici inaspettati.

Che ruolo gioca la tecnologia nel tuo processo creativo, dato che lavori con illustrazione digitale e collage?

La tecnologia è fondamentale nel mio lavoro. L’illustrazione digitale e il collage mi permettono di sperimentare, mescolare immagini e colori in modo rapido e preciso, ampliando le possibilità creative. Inoltre, i social media sono stati cruciali per diffondere il mio lavoro e costruire una rete globale di ammiratori.

Hai in mente di esplorare nuove direzioni artistiche o di espandere il progetto POPFACE in altri media o forme d’arte?

Sì, sto riflettendo su come far evolvere le POPFACE. Sono affascinato dall’intelligenza artificiale e da come possa interagire con l’arte; quindi, mi piacerebbe esplorare in che modo potrebbe integrarsi nelle mie opere per renderle più interattive. Inoltre, sto pensando di trasformare i miei artwork in una linea di abbigliamento. Vedremo dove mi porterà l’ispirazione!

C’è un’opera in particolare che senti rappresenti meglio il tuo percorso artistico?

Non c’è un’opera in particolare che sento rappresenti meglio il mio percorso artistico. Ognuna, a suo modo, racconta qualcosa di me, della mia creatività e del mio percorso. Tutto è sempre in evoluzione, e ogni opera è parte di questo viaggio continuo

Qual è la tua visione a lungo termine per il brand AB81? Come immagini evolverà il tuo lavoro nei prossimi anni?

Il mio obiettivo è continuare a essere POP, esplorando nuovi media e mantenendo sempre viva la mia libertà creativa. Spero che AB81 possa evolversi diventando un punto di riferimento per chi cerca un’arte capace di unire passato e futuro, sacro e pop, tradizione e innovazione. Voglio creare immagini che non solo catturino l’attenzione, ma che restino nel tempo, ispirando chi le osserva e celebrando la bellezza della libertà di espressione.

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