ALEXANDRA

ALEXANDRA

Mi chiamo Alexandra, sono nata in un piccolo paese sui monti trentini, a 20 anni mi sono trasferita a Venezia per studiare presso l’Accademia di Belle Arti, dove ho conseguito il diploma di laurea in Pittura e successivamente la specializzazione in Decorazione. Innamorata della laguna veneziana decido di restare qui e inizio a dedicarmi a tecniche artistiche ed artigianali nuove. L’idea di addentrarmi nella tessitura è nata nel pieno di un grigio inverno. Ricordo ancora il giorno in cui decisi di voler disegnare e ricreare il mio primo bracciale, ero di fronte alla finestra di casa e osservavo le gocce di pioggia scorrere sul vetro, creando fili d’acqua e disegni. Ai miei occhi erano meravigliosi e onirici intrecci. Nascono così TRAMA e il suo/mio sogno: creare gioielli che nei loro colori, forme e fantasie aprano la possibilità a piccole suggestioni, dolci e delicate fiabe da indossare.

Cos’è l’arte per te?

Per me l’arte è un mezzo attraverso il quale sia posso esprimermi, sia posso trarre suggestioni, stati d’animo ed epifanie. Attraverso il “fare artistico” mi addentro nelle mie personali profondità e da questo oceano riemergo dando forma a questo percorso attraverso la creazione di un oggetto artistico.L’arte mi trasmette un qualcosa e io cerco di replicare e trasmettere a mia volta questo messaggio allo spettatore.

Cosa ti ha spinto a scegliere la Pittura e la Decorazione come percorso di studi? C’è stato un evento o un artista che ti ha ispirato?

Dopo le scuole medie iniziai a frequentare il Liceo scientifico, decisa ad intraprendere un percorso formativo e lavorativo in quell’ambito. Mi interessava poco l’arte, tanto che studiavo giusto quel minimo per portare a casa una sufficienza in storia dell’arte. In terza superiore il mio docente iniziò a parlarci di Van Gogh, ne restai folgorata, fu la prima volta che presi seriamente appunti in quella materia, la storia di questo pittore mi affascinava, la sua passione quasi feroce, ne ero completamente ammaliata, oserei dire che quel giorno mi innamorai dell’arte. Iniziai a disegnare, paesaggi per lo più e decoravo le lettere con elementi floreali, più disegnavo più la passione per le arti figurative cresceva. Terminate le scuole superiori conoscevo già dove la mia strada mi avrebbe condotta, all’Accademia di Belle Arti di Venezia, dove iniziai il triennio di Pittura. Purtroppo dopo il diploma di laurea triennale, con l’aggravarsi di una mia malattia, i medici mi sconsigliarono di proseguire i miei studi pittorici a causa della prolungata esposizione a certi materiali, cercai un compromesso e la specializzazione in Decorazione fu un’ottima scelta. Essa mi permise di sperimentare altre tecniche e approfondirle, tra cui il Paper-design, l’intaglio, la progettazione di spazi espositivi e progetti installativi ecc. Conclusi così il mio percorso accademico con un diploma di laurea di specializzazione in Decorazione.

In che modo Venezia ha influenzato il tuo stile e il tuo modo di creare? Ci sono elementi della città che ritrovi nei tuoi gioielli?

Venezia è sicuramente una città che riempie l’anima, coi suoi riflessi acquei che colorano strade e palazzi, ovunque tu ti trovi vieni catturato da un particolare architettonico, piuttosto che da uno straordinario gioco di luci. Eppure ad oggi mi rendo conto che quello che maggiormente la città mi ha dato è il suo ritmo, il suo tempo così lento e in opposizione alla nostra contemporaneità veloce e frenetica. Appena trasferita qui amavo passeggiare per Venezia di notte, quando il turismo dorme e non affolla le sue viuzze. Nei miei gioielli e nella pratica della tessitura, che di per sé non è rapida, ritrovo quella dimensione ritmica introspettiva, delicata e lenta, ritrovo quelle passeggiate intessute col buio di questa meravigliosa città che sa svelarsi nella propria reale bellezza solo quando danzi al suo stesso ritmo, senza pretendere di poterla consumare freneticamente.

Cosa ti affascina di più della tessitura? Come sei passata dalla Pittura alla creazione di gioielli?

Nella mia vita pittura e tessitura non sono due mondi separati, li definirei piuttosto due facce della stessa medaglia, due aspetti del mio essere e del mio modo di vivere, tanto che il tessere non ha sostituito la pittura. Ad oggi ho ricominciato a dipingere. La differenza sostanziale è che con la tessitura ho trovato un modo altrettanto efficace ed appassionante di trasmettere il mio sentire che però risulta essere più fruibile da parte di altre persone. Questo dà una marcia in più al mio modo di esprimermi artisticamente, il bracciale, gli orecchini, sono oggetti del quotidiano, considerati ordinari, per quanto ben fatti. Il mio scopo era inserire l’elemento straordinario e profondo che un quadro può avere in un oggetto da utilizzare tutti i giorni. La tessitura mi ha aperto alla possibilità di eliminare la distanza fisica tra un quadro appeso e lo spettatore, scardinando un pochino quella forma di “reverenza” nei confronti di una tela, eppure il processo di introspezione attraverso il quale creo un dipinto o un gioiello è il medesimo.

Quali materiali e tecniche preferisci utilizzare nei tuoi gioielli? Hai un processo creativo ben definito o segui l’ispirazione del momento?

Uso esclusivamente perline di vetro nella realizzazione dei miei elaborati. Le tecniche possono essere diverse a seconda del gioiello che voglio andare a creare, si passa dai bracciali e le collane, per lo più creati con l’utilizzo del telaio, a orecchini e ciondoli tessuti a filo unico senza l’ausilio di supporti. Solitamente procedo facendo ricerche di immagini, gioielli, elementi naturali, decorazioni di tessuti o architettoniche, creo un primo schizzo che poi riporto su un foglio millimetrato e da lí parto con la creazione. Tessere non è un atto impulsivo, nasce da un’esigenza interiore e personale di pormi in uno stato di introspezione e meditativo, spesso mi ritrovo a lavorare per ore priva di pensieri, altre volte, invece, è proprio tessendo che le mie riflessioni confuse si armonizzano. Considero Ago e Filo i miei due maestri, loro conducono me e io loro nelle trame, giocando con le perle creiamo insieme immagini, suggestioni che fanno nascere in me visioni, piccole fiabe.

Il nome “TRAMA” ha un significato particolare per te? Da cosa deriva?

“TRAMA” è la “trama” di un tessuto, ma anche la “trama” di una storia. Ogni mio gioiello porta con sé una fiaba, le perle raccontano storie, creando trame visive ed emotive. Un ulteriore elemento che apprezzo di questo vocabolo è che al suo interno racchiude la parola “ama”, perché ciò mi ricorda ogni volta che per me creare è amare e solo grazie a questa consapevolezza può prendere vita una meravigliosa TRAMA.

C’è un’emozione o un messaggio che cerchi di trasmettere attraverso i tuoi gioielli?

Sí, ogni volta che creo un gioiello cerco di infondere in quell’oggetto la fiaba e la suggestione che esso evoca in me. L’augurio è sempre che chi poi li andrà ad indossare percepisca l’eco di questi miei stati d’animo. Quando qualcuno mi commissiona un gioiello per sé cerco sempre di conoscere più da vicino a chi esso andrà, chi è, come si sente, cerco di captare le sue emozioni dagli sguardi e dal dialogo che intesso con lui o lei, proprio per poter personalizzare al massimo l’elaborato finale non solo da un punto di vista estetico, ma anche da un lato più emozionale. Cerco di infondere nella tessitura un buon augurio, un intento propositivo. Questo è il motivo principale per cui mi risulterebbe difficile confezionare un elaborato senza conoscere di persona il committente, non ho interesse che tu possa indossare semplicemente un bell’oggetto, di quelli è pieno il mercato, quello che per me conta è che tu possa sentire sulla tua pelle che qualcuno ha realizzato un qualcosa esclusivamente per te, pensando a te e dedicando ogni singola perla alla tua storia personale.

Hai mai pensato di combinare le tue competenze di pittura e decorazione con la creazione di gioielli in modo innovativo?

Sí, al momento non sono ancora riuscita ad integrare completamente le due tecniche, ma certamente il mio background accademico mi aiuta nella fase di progettazione del gioiello, nella scelta dei colori e delle composizioni. In futuro non escludo di riuscire a fondere maggiormente questi due mondi, delle nuove idee sono già in cantiere.

Ci sono artisti, designer o tradizioni artigianali che influenzano il tuo lavoro?

Sono molte le fonti dalle quali traggo spunti ed ispirazioni. Anni fa visitai a Genova un’esposizione dedicata all’ “Azulejo” e all’ “Alicatado”, che consistono in rivestimenti piastrellati geometrici usati per pavimenti o pareti che creano un effetto mosaico. Queste geometrie sono da sempre fonte di diverse ispirazioni. Oltre a questo ho potuto ammirare elaborati di “Collares Embera”, gioielli realizzati in perline intessute tra loro, tipiche della tradizione ancestrale colombiana. Queste sono certamente le mie due principali influenze, ma spesso anche le forme che si ritrovano nella geometria di un fiore o in una struttura architettonica fungono da ancoraggio e spunto per un disegno e successivamente un elaborato.

Qual è la parte più gratificante del tuo lavoro? E quale invece la più impegnativa?

Sicuramente quando ho una nuova idea e poi riesco a realizzarla traggo un’enorme gratificazione.
Alcune persone che mi hanno chiesto delle commissioni sono state le protagoniste di percorsi di creazione stimolanti ed eccitanti, una ragazza ad esempio mi chiese un bracciale semplice dedicato alla ghiandaia e al suo piumaggio. La ricerca dei colori, delle perle che potessero rendere l’effetto della piuma e poi la progettazione del disegno mi hanno molto divertita e il fatto che il gioiello finale sia stato apprezzato è stato decisamente gratificante. La parte più impegnativa del lavoro spesso è il non riuscire a far comprendere a chi ho davanti il grande impegno che sta dietro alla realizzazione di uno dei miei gioielli, anche nel mondo del jewel-design ci si è abituati al “fast & cheap” e questo si scontra invece con i tempi, l’impegno e di conseguenza il costo che richiede un oggetto artigianale.

Quali sono i tuoi sogni e progetti per il futuro? Ti piacerebbe esporre o collaborare con altri artisti o artigiani?

Ho moltissimi progetti per il futuro, sicuramente uno dei principali è avere sempre più tempo e possibilità di dedicarmi alle mie passioni, tra cui la tessitura, facendoli diventare parte di un’attività lavorativa con la quale mi possa mantenere, ma soprattutto sperimentare e imparare nuove tecniche.
Collaborare con artisti o artigiani sarebbe estremamente stimolante, mi permetterebbe di continuare ad apprendere e mettermi in gioco. Mi piacerebbe molto integrare la tessitura con altri artigiani legati all’abbigliamento e all’oggettistica quotidiana. Inoltre, vivendo a Venezia e lavorando con perle di vetro, sarebbe interessante creare una collaborazione con i maestri vetrai di Murano, non solo per mio interesse personale, ma anche per regalare nuove forme e possibilità al pregiato vetro muranese.

Sogno nel cassetto?

La cosa che più amerei è poter creare tessiture e commissioni sempre più personalizzate, lavorando emotivamente e coscienzialmente coi miei clienti, facendoli entrare nel mio mondo e nella mia modalità. Tessere per me è una pratica meditativa e mi ha regalato molto, poter condividere e magari anche insegnare non solo la mera tecnica ma anche tutti questi aspetti collaterali sottili eppure preziosi ed essenziali credo sarebbe il passo più importante e significativo per TRAMA.

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