ANGELO GALANTUCCI, fin dall’adolescenza, ha coltivato una profonda passione per tutto ciò che riguarda l’Oriente. Questa inclinazione lo ha spinto a praticare diverse discipline orientali come il Karate, il Tai Chi Chuan e il Qi Gong. Queste esperienze hanno successivamente influenzato il suo interesse per la musica caraibica, portandolo a studiare il ballo caraibico e le percussioni. Il suo amore per la cultura orientale si è esteso anche ai “drama coreani”, che ha osservato e analizzato dal suo punto di vista unico, trovando in essi un modo di recitare che rispecchiava maggiormente la sua personalità. Il suo percorso artistico è iniziato con il primo videoclip musicale, un bolero, dove ha sperimentato l’idea di unire due mondi apparentemente distanti: il Tai Chi e la danza. In questo progetto, Angelo ha esplorato la connessione tra yin e yang, enfatizzando valori come coordinamento, serenità e fluidità. Il secondo videoclip, “Love is Back”, è stato un’opera autobiografica arricchita con un tocco di fantasia. Con il terzo video, ha esplorato il mondo vivace e spensierato della musica latina, aggiungendo una nota di allegria alla sua produzione. Nel suo ultimo lavoro, un cortometraggio, Angelo è tornato al suo mondo fantasy, raccontando una storia d’amore ambientata durante una guerra moderna, ma intrecciata con il periodo Joseon del 1392, un regno dinastico coreano. Al centro della narrazione, l’amore e la passione tra i protagonisti, rappresentati con colori simbolici – lei vestita di rosso e lui di nero – emanano un’energia potente, come se fossero il fulcro dell’universo. Attualmente, Angelo trova gioia nell’immaginare nuovi video, ispirato dalla leggenda cinese del “filo rosso del destino”, secondo cui ogni persona è legata dalla nascita alla propria anima gemella attraverso un filo invisibile legato al mignolo della mano sinistra. Questa convinzione lo guida nella creazione delle sue opere, spinto dalla passione e dall’entusiasmo di raccontare storie, trasportato dalla musica che lo conduce in mondi e dimensioni alternative. Nonostante le domande sul perché continui a creare senza guadagno, Angelo trova la sua motivazione principale nel divertimento e nel desiderio di ritornare bambino, offrendo agli altri un luogo dove poter sognare e vivere emozioni intense.
Quale delle discipline orientali che pratichi ha influenzato maggiormente il tuo approccio artistico e perché?
Sicuramente il Tai Chi Chuan e il QI Gong, con i loro movimenti lenti e morbidi, e con questa forma circolare che può essere paragonata a una danza o una meditazione. In realtà, sono anche arti marziali, dipende da ciò che cerchiamo: possiamo utilizzarle in tutti e tre i modi. Io mi ritrovo nel mio modo di essere, nella mia personalità, soprattutto quando nella musica il ritmo è lento, perché mi rilassa. Il motivo che ha influenzato questo mio approccio è la visione globale dell’uomo, che non deve essere considerata separata dalle stelle e dai pianeti ma deve essere un tutt’uno con l’universo, con la parte positiva e negativa dell’essere umano. Non a caso, quando ho fatto l’ultimo video, sono partito dal quadro di Munch “La Danza della Vita”, dove osservando il colore degli abiti ho associato questi concetti yin e yang, e la mia mente è volata subito in Oriente.
Puoi raccontarci di un momento specifico in cui hai sentito una connessione profonda tra il Tai Chi e la danza durante la creazione di uno dei tuoi videoclip?
Anche se non pratico più il Tai Chi come in passato, per me è stato un centro propulsore che mi ha permesso di spaziare in vari campi, anche se a prima vista non si vedrebbe alcun collegamento. Per esempio, nel ballo caraibico, io vedo molta affinità: quando ballo, immagino di praticare il Tai Chi muovendomi in forma circolare e rallentando la musica.
Come selezioni i temi e le storie che vuoi raccontare nei tuoi videoclip e cortometraggi? C’è un processo creativo particolare che segui?
Innanzitutto, devo trovarmi in uno stato di caos o di disordine ambientale, ascoltare la musica o immedesimarmi nel periodo che sto vivendo.
In che modo la leggenda del “filo rosso del destino” ha influenzato le tue opere più recenti e la tua visione dell’amore?
Bellissima domanda… inizierei inserendo un’immagine: l’iceberg che galleggia nel mare. Purtroppo, in un rapporto tutti osservano la parte superficiale; siamo abituati a osservare la parte più facile, senza esercitare alcuno sforzo, perché è evidente. Possiamo dire qualsiasi cosa con le parole (sia positive che negative) e ci soffermiamo solo su quello. Occorre invece guardare al di sotto della superficie, alle vere potenzialità di chi siamo, che nessuno è in grado di vedere. Occorre lavorare prima di tutto su noi stessi, poi entrare in uno stato mentale con l’altra persona, cercare di guardare all’interno, usare lo sguardo, entrare in empatia. Spesso ci viene detto: “Ma io so come sei, ti conosco…”. Invece la realtà è ben diversa. Molte coppie si lasciano proprio perché non hanno compreso il concetto dell’iceberg. La leggenda del “filo rosso del destino” è un messaggio chiaro: lascia una speranza tra due persone che un giorno si incontreranno, in quanto sono destinate dalla nascita, se non in questa vita, in un’altra.
Quali sono le sfide principali che incontri nel creare opere d’arte senza un ritorno economico?
Una delle sfide principali è mantenere la motivazione e la passione per il mio lavoro, nonostante la mancanza di un ritorno economico.
Come riesci a mantenere la motivazione e la passione per il tuo lavoro? Sogno nel cassetto? Progetti futuri?
Il mio segno zodiacale è l’Acquario, segno d’aria, e quindi vivo in una dimensione e in un mondo tutto mio, fatto di sogni, dove trovo motivazione, passione e divertimento. Come progetto e sogno nel cassetto, mi lascerò guidare dall’intuito. La mia passione è la musica caraibica, ma ora sto procedendo verso un’altra direzione: la dance. Sarà solo il caso che mi ha fatto scegliere questo genere?