Anna Guerra nasce a Barletta nel 1996 e manifesta sin da giovane un innato talento per il canto, iniziando i suoi studi musicali all’età di dieci anni. La sua formazione spazia tra i generi lirico, jazz, pop e musical, dimostrando una versatilità straordinaria. A soli 15 anni, si distingue come prima classificata nelle selezioni del Conservatorio di Musica “Umberto Giordano” di Foggia, dove studia per un anno prima di abbracciare una passione più profonda per il jazz, che la porta a proseguire con lezioni private. Nel 2013, Anna si avvicina al teatro entrando nella compagnia “Figli d’Arte” di Barletta e affianca alla musica lo studio della recitazione e della tip-tap dance. Dopo il diploma scientifico, decide di dedicarsi al musical e si trasferisce a Roma nel 2015 per frequentare l’Accademia Internazionale del Musical (A.i.d.M.), perfezionandosi in recitazione e canto. Nel 2018, dopo il diploma, debutta nel ruolo di Marguerite e ensemble nello spettacolo ”Lady Oscar – François Versailles Rock Drama”, diretto da Andrea Palotto, al Teatro Orione di Roma. Nello stesso anno, viene scelta come protagonista femminile nel musical itinerante ”Ernest”, una rivisitazione moderna e comica de ”L’importanza di chiamarsi Ernesto” di Oscar Wilde, diretto da Manuel Capraro. Con questo spettacolo partecipa al Festival Scintille di Asti, si esibisce al Teatro Menotti di Milano e affronta una tournée in teatri e piazze abruzzesi. Nel 2019, Anna si trasferisce a Milano, dove scopre la sua vena comica frequentando il Comedy Lab “La Fabbrichetta del Comico” diretto da Andrea Midena, autore di Zelig. Qui sviluppa il progetto comico Slaps TV, interpretando il ruolo della “consigliera amorosa” nei suoi ironici Post del Cuore, trasmessi su piattaforme web e in cabaret milanesi. Nello stesso anno, partecipa al suo primo “Open Mic” di Zelig, consolidando il suo profilo di artista poliedrica. Ampliando ulteriormente la sua formazione, Anna si avvicina alla Commedia dell’Arte e si unisce alla Compagnia Zorba Officine Creative diretta da Andrea Cavarra presso l’Atelier del Teatro e delle Arti di Milano. Qui apprende l’arte della creazione di maschere teatrali in cuoio, la scrittura drammaturgica e la realizzazione di costumi di scena. Con Zorba, interpreta una strega esuberante in ”Lady M”, una rivisitazione di Macbeth in chiave commedia dell’arte, esibendosi al Teatro Stabile di Bolzano. Nel 2023, Anna dà vita al progetto teatrale ”Vorrei un Naso Rosso”, unendo canto e clownerie. Realizzato insieme al partner artistico Catello Robetti, lo spettacolo, di cui cura sceneggiatura e regia, ottiene grande successo e torna in scena al Teatro Fantàsia di Barletta nel gennaio dello stesso anno. Parallelamente, Anna consegue la laurea in Decorazione presso l’Accademia di Belle Arti di Brera, arricchendo il suo percorso artistico con competenze manuali che integrano e ampliano la sua versatilità creativa. Attualmente, Anna lavora come decoratrice personale presso l’Armani Hotel Milano e continua a esibirsi come cantante, comica e presentatrice nei locali milanesi. È host e presentatrice fissa dell’Octopussi Cabaret, un cabaret queer e irriverente, e ospite regolare delle serate di Cabarazze, Bulletproof e Collettivo Clown. Inoltre, è in scena con lo spettacolo ”Vorrei un Naso Rosso” e si esibisce nel duo musicale chitarra-voce ”The Velvets”.
Qual è stata l’esperienza o l’incontro che ha consolidato la tua scelta di intraprendere una carriera artistica?
Mio nonno, che mi chiese di non smettere mai di cantare, per nessuna ragione. Allora, per lui e per me stessa, non ho potuto far altro che coltivare questa mia passione per farne la mia carriera.
Quale ruolo o spettacolo senti abbia maggiormente definito il tuo percorso professionale?
Per quanto riguarda il ruolo, rispondo con assoluta certezza: me stessa. Con la comicità ho iniziato a scherzare sulla mia vita e su ciò che mi circonda, non interpretando altri personaggi, ma mettendo solo a nudo me stessa. Questo mi ha messo di fronte tutto ciò che neanche sapevo di aver dentro. Per quanto riguarda lo spettacolo, credo proprio sia “Vorrei un Naso Rosso” perché è stata la prima volta in cui non sono stata scelta, ma io ho scelto cosa costruire e donare a chi mi guardasse.
Ci sono artisti, registi o musicisti che hanno avuto un’influenza particolare sul tuo stile artistico?
Franca Rame, con la spontaneità, la freschezza e la brutale sincerità con cui ha sempre raccontato storie della propria vita.
Come integri le tue competenze in decorazione nel lavoro teatrale e musicale?
È ormai un tutt’uno! Costruisco i costumi necessari per i miei spettacoli, gli oggetti di scena e, quando servono, anche le maschere teatrali, partendo dall’elaborazione e scultura della matrice in legno.
Quali aspetti della tua formazione a Brera e all’Accademia del Musical senti abbiano avuto l’impatto più significativo sulla tua carriera?
In entrambi i casi, la crescita umana avuta rendendomi conto dei miei limiti e delle mie capacità, sia manuali che attoriali. Sono molto testarda e faccio sempre di tutto per evolvere e superare, anzi “distruggere” l’asticella che mi guarda dall’alto! Esempio: a Brera, ho sempre avuto la tendenza a seguire corsi molto diversi tra loro per la troppa curiosità, per poi provare ad unire ogni competenza e creando un “minestrone” di lavori talvolta confusionari, eccentrici, poco comprensibili… cosa che mi veniva fortemente “criticata”. Con lo studio e con pazienza, ho scavato nelle mie intenzioni, trovando quel filo conduttore che ha trasformato ogni elemento da me creato in pezzi di un’unica performance. Questa è poi diventa il lavoro finale presentato alla mia seduta di laurea, conclusasi cantando il brano “La Verità”, di Brunori Sas. Ciò che ne è venuto fuori ha commosso sia me che i presenti, inclusa la commissione, rivelando il legame profondo tra il mio “essere manuale” ed il mio “essere performante”. Le due Me che coesistono e collaborano.
Quali nuove competenze o discipline vorresti esplorare per arricchire ulteriormente il tuo repertorio artistico?
Mi piacerebbe molto imparare, prima o poi, a suonare uno strumento per accompagnarmi nel mio canto.
C’è un momento specifico durante lo spettacolo ”Vorrei un Naso Rosso” che ti ha particolarmente emozionato o segnato?
Il momento il cui Giocoleo fa indossare a Bambolina il suo naso rosso… E gli occhi di lei si spalancano sul mondo come “occhi da clown”!
Quali sfide hai incontrato nel combinare canto e clownerie in un unico progetto?
La sfida più grande è quella di far sì che il canto e la clownerie si fondessero in una storia e in emozioni suscitate da quella stessa storia, piuttosto che ridurre questo incontro ad un semplice momento tecnico musicale.
Dove ti vedi artisticamente nei prossimi cinque anni? Hai un sogno o un progetto ambizioso che vorresti realizzare?
Risposta facile: Zelig! È il mio sogno scalpitante, sta letteralmente scoppiettando dentro il mio cassetto!
Come immagini l’evoluzione dell’Octopussi Cabaret e del tuo coinvolgimento nei progetti queer?
Mi piace pensare che l’evoluzione naturale dell’Octopussi sarà quella di farsi conoscere sempre più nello scenario milanese, così da poter approdare in nuovi spazi, locali e teatri! Spero che questo porti ad un mio coinvolgimento sempre più immersivo e consapevole, con il sogno che a macchia d’olio vi sia la necessità sociale collettiva di maggior informazione sulla realtà che ci circonda!
Ci sono artisti o compagnie con cui sogni di collaborare in futuro?
Assolutamente sì, sto avendo la fortuna di conoscere tanti comici, musicisti, artisti di cui ho molta stima e, quando possibile, chiedo sempre di improvvisare dei momenti di unione che si rivelano sempre magici! Quindi, in questo caso, non ho neanche il tempo di sognare una collaborazione che questa prende subito vita! A volte la collaborazione ha la durata di una serata, a volte porta addirittura a qualcosa di duraturo. È successo questo con Cabarazze, avendo l’onore di essere accolta ed invitata a partecipare a diverse serate comiche al femminile, organizzate dalla splendida fondatrice Sonja Collini. Ugualmente, è successo questo con il musicista Freddie Derrick: dopo l’alchimia musicale scoperta in una serata di varietà, abbiamo messo su il nostro duo “The Velvets”. A gennaio 2025 abbiamo le nostre prime date d’inaugurazione!
Qual è stato il valore aggiunto della collaborazione con Catello Robetti nel progetto ”Vorrei un Naso Rosso”?
Il valore aggiunto è la COMPLICITÀ. Il capirsi con uno sguardo, quasi leggendosi nella mente, facendo prendere allo spettacolo, ad ogni replica, una sfumatura diversa.
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FUORI DI TESTA. Sono 3, no? Ci riprovo: empatica, creativa e spumeggiante (…sarà che sono nata con il botto, il giorno di Capodanno!)