Antonio, classe 1976, Salerno, è un artista figurativo e paesaggista classico, erede della rinomata scuola campana e figlio d’arte. Fin da giovane ha mostrato una forte predisposizione per l’arte, iniziando a dipingere a 15 anni. Le sue opere, ispirate alla realtà che lo circonda, evocano emozioni delicate e senza tempo, trasportando il pubblico in un’epoca incantata. La pittura di Iovine si distingue per spontaneità, poesia e una raffinata orchestrazione di colori e luce. I suoi soggetti spaziano tra donne, bambini, immagini materne e paesaggi, esprimendo un profondo amore per la natura e l’arte. Con maestria tecnica, Iovine continua a mantenere viva la tradizione della scuola campana, arricchendola con una visione personale e umana. Le sue opere si trovano in collezioni private e gallerie in Italia e all’estero.
Cos’è l’arte per te? E come definiresti la tua?
In realtà il sapore dell’arte l’ho iniziato ad assaporare e gustare fin dall’infanzia. Tutto è nato dai colori, gli odori della pittura ad olio, e i vari diluenti. L’arte è parte essenziale della mia vita. Definirei la mia arte “Una porta aperta al mondo della fantasia”.
In che modo la tradizione della scuola classica campana ha influenzato il tuo stile e il tuo approccio all’arte?
La scuola classica campana mi permette di realizzare figure, paesaggi, fiori, in modo realistico e “morbido” nelle pennellate, mantenendo inalterata la mia provenienza.
Qual è stata la tua prima opera che hai considerato davvero significativa nella tua carriera?
Può sembrare una risposta banale, ma tutte le mie opere sono significative. Perché ognuna di loro racconta un pezzo di me, ognuna viene “partorita” con tanto impegno.
C’è un tema o un soggetto ricorrente nelle tue opere a cui sei particolarmente legato?
Spesso scelgo la tematica dell’infanzia. Io credo che se tutto il genere umano riservasse dentro sé l’ingenuità, la purezza e la dolcezza dell’infanzia, questo mondo sarebbe diverso. Ma poi dipende dal periodo che sto attraversando, dal vissuto che mi ispira nella creazione di nuove opere.
Come riesci a mantenere viva la tradizione classica campana e, al contempo, a innovare nel panorama artistico contemporaneo?
Amo i colori decisi e che mi rilassano, Le tonalità di blu, degli azzurri, le carnagioni chiare, e spesso uso il color oro nei miei dipinti. Quando il pezzo lo richiede mi piace molto usare la spatola, per dare corposità e tridimensionalità all’opera. La scuola classica campana per me è fondamentale per realizzare il figurativo.
Quali emozioni o messaggi speri che il pubblico colga osservando i tuoi paesaggi e i tuoi ritratti?
Dentro me ho un mondo che ricorda tempi antichi. Un mondo fiabesco e che non ha mai spento il lato fanciullo che c’è in me. Cerco di trasmettere quella fantasia colorata e fantastica che a questo mondo manca, o che spesso svanisce nel niente. I miei dipinti devono raccontare sottovoce che bastano colori e pennelli per trovare la pace e la gioia.
Hai mai tratto ispirazione da esperienze personali o eventi significativi della tua vita?
Fin dalla tenera età vedevo mio padre come iniziava a preparare le tele con l’imprimitura, i vari passaggi. Quando realizzava i disegni sulle tele per poi iniziare a dipingerle. Questo avveniva anche con mia madre. Questo mondo mi ha “rapito” e mai ho chiesto “un riscatto” per esserne liberato.
Le tue opere si trovano in collezioni private e gallerie: c’è un’opera che ti ha dato particolare soddisfazione vedere esposta o acquistata?
Nel 2018 vado in vacanza in Germania, li conosco un albergatore di un famoso hotel H2 Hotel München Olympiapark. Lui parlava un po’ l’italiano. Mi spiega che amava molto l’arte italiana e mi commissiona un dipinto molto grande e particolare. Un olio su tela di misura 100×150. Doveva rappresentare Cristo che guariva un uomo. Il titolo è “La tua fede ti ha salvato”. Opera presente nel mio profilo Instagram. Quell’opera è esposta nella hall dell’hotel. Una gratificazione molto importante per me.
Quali sono i progetti futuri o le sfide artistiche che desideri affrontare?
Nella mia attività non si finisce mai di crescere. Ho tan ti obbiettivi che un passo alla volta spero di raggiungere, pur sempre rimanendo umile e con i piedi per terra. Poi nell’arte i mondi da esplorare sono tanti, credo che niente mi vieti di fare un passo verso nuove esperienze. Ovviamente il mondo dell’arte è un mare tempestoso dove navigare. Ci sono insidie, molti venti contrari, delusioni e tanta gavetta. Indubbiamente bisogna fare i conti con i tanti bravi artisti che mi circondano, il mercato dell’arte è sempre imprevedibile. Devi saper puntare sulle gallerie giuste, i canali che non ti fanno solo i complimenti ma che ti aiutano a sponsorizzare le tue opere.
Come descriveresti il tuo processo creativo? Parti da una visione chiara o lasci che l’ispirazione guidi ogni pennellata?
Di solito parto con una visione ben precisa, poi spesso capita che man mano mentre l’opera prende forma le idee possono variare e cambiare.
C’è un artista, passato o contemporaneo, che consideri una fonte di ispirazione per il tuo lavoro?
Amo da morire William Adolphe Bouguereau, pittore francese dell’800. La sua pittura e le sue opere mi ispirano molto.
Descriviti in tre colori.
L’azzurro è il colore del cielo e del mare, evoca la natura. È simbolo di spiritualità, universalità. creatività, trascendenza, pacatezza, stabilità e idealismo. Dona tranquillità e pace ai sensi, ha un effetto calmante e rilassante. Il colore oro infatti fa pensare alla felicità, alla prosperità, alla gloria, ma anche alla sfera spirituale e trascendente.







