Da sempre molto creativo e prolifico, il cantautore messinese Cabrio ha pubblicato alcuni album e parallelamente numerosi singoli mai raccolti in un disco: queste canzoni, che propone spesso nei suoi live, sono “Il profeta lo scrisse” (2017), “Io ci voglio credere” feat. Ricky Portera (2017), “Fly” feat. Dinastia (2017), “Fly” feat. Ricky Hombre Libre (2018), la cover “Il grande Mazinga” (2020) che ha riscosso una notevole attenzione con più di 40.000 visualizzazioni su YouTube e passaggi in numerose radio nazionali e internazionali, la cover di “Magic Shop” (2021) dedicata al maestro Franco Battiato, “Scivola” (2021), “Anni ’90 (Max docet)” (2021) e “Dinosauri” (2022). “Dinosauri” è, a oggi, il singolo di maggiore successo in quanto in pochi mesi ha realizzato più di 250.000 ascolti su Spotify aggiudicandosi l’omonimo premio, premio che, a pochi mesi dall’uscita, hanno raggiunto anche i singoli “Veleno” (uscito nel 2023) e “Mia nonna feat. Cento”. L’album più recente di Cabrio è “Supertele”. Il 2024 è iniziato con un traguardo importante, quello del raggiungimento dei 500.000 streams su Spotify.
La tua creatività è stata sempre molto prolifica. Come nasce una nuova canzone per te? Hai un processo creativo specifico o dipende dall’ispirazione del momento?
Diciamo che mi piace molto ascoltare le storie della gente, in quest’epoca dove tutti parlano, l’ascolto è diventato quasi una rarità e da quello che raccontano, può arrivare l’ispirazione. Non ho un processo creativo predefinito, le mie canzoni sono proprio racconti di vita vissuta nelle quali anche chi le ascolta, può rispecchiarsi.
Hai collaborato con artisti come Ricky Portera e Dinastia. Quanto è importante per te collaborare con altri musicisti, e cosa ti ha insegnato lavorare con loro?
Passare del tempo con altri artisti è sempre un piacere. Le collaborazioni sono fondamentali per un artista soprattutto se hai davanti due mostri sacri come i sopracitati che possono solo darti le giuste dritte sia su come affrontare un pubblico o un live e su come scrivere e musicare al meglio un brano.
“Dinosauri” ha avuto un enorme successo su Spotify. Cosa pensi abbia reso questa canzone così speciale e amata dal pubblico?
Dinosauri è il mio pezzo forte, quello al quale sono più legato. Probabilmente è stata proprio l’originalità del brano a renderlo così speciale anche alle orecchie del pubblico.
Nel 2020 hai realizzato una cover del “Grande Mazinga”, un brano che ha riscosso molto interesse. Come scegli le cover che desideri reinterpretare e cosa ti affascina di queste canzoni?
Il grande Mazinga è una canzone alla quale sono molto legato perché mi ricorda il passato, quelle sere che mio padre mi metteva a letto ed in tv ascoltavo questa sigla che poi ho riportato alla ribalta. La scelta è stata di cuore come tutte le cover che vado a scegliere per reinterpretarle, probabilmente hanno segnato delle tappe fondamentali nella mia vita.
Hai dedicato una cover a Franco Battiato con “Magic Shop”. Cosa rappresenta per te Battiato, e quanto ha influenzato il tuo percorso musicale?
Il maestro Battiato credo sia fondamentale per ogni musicista vissuto o per chi si sta avvicinando alla musica. Per me che sono siciliano, Franco è un padre, un fratello, uno zio, un parente stretto quindi mi è sembrato giusto omaggiarlo con uno dei suoi brani per me più significativi.
Con il raggiungimento dei 500.000 streams su Spotify, hai ottenuto un traguardo importante. Come ti senti rispetto alla crescita della tua carriera musicale e quali obiettivi hai per il futuro?
Beh rispetto a quando ho iniziato mi sento molto più maturo, e menomale direi, ho cambiato il modo di scrivere e di interpretare i miei brani. Il traguardo di spotify è frutto di grandi sacrifici che sono stati degnamente premiati. Ma questo è solo l’inizio.
L’album “Supertele” è la tua opera più recente. Cosa vuoi trasmettere con questo lavoro e come pensi si differenzi dai tuoi precedenti album?
Supertele è una sorta di biglietto da visita, un album molto intimo, nel quale parlo davvero dei fatti miei e mi metto a nudo davanti a chi ancora non mi conosce. Ho cambiato ancora una volta il modo di scrivere ed è proprio questa la differenza coi primi album.
Il singolo “Mia nonna” ha un titolo che richiama una figura molto personale. Qual è il messaggio dietro questa canzone e quanto le tue esperienze familiari influenzano la tua musica?
La mia prima chitarra mi è stata regalata da mio padre e quindi ho detto tutto, la famiglia è stata importantissima per la mia crescita musicale. Mio nonno aveva una collezione invidiabile di dischi e mia madre è un jukebox vivente, diciamo che non avevo scelta. Vorrei iniziare con una piccola chicca: il brano è stato scritto e musicato da Giuliano Cento, volto della band Moscova. La cosa strana che mi stupisce, è che Il testo parla dettagliatamente di mia nonna nonostante non sia io l’autore. Appena ho ascoltato la versione originale di Cento, ho deciso allora di aggiungere la mia voce alla sua.Non c’è molto da scrivere sul brano. La nonna è una seconda mamma che coi suoi proverbi e la sua esperienza, ti aiuta sempre a rialzarti.
Guardando alla tua carriera, quali sono stati i momenti più significativi che ti hanno definito come artista?
Il City of Guitars di Locarno che ho vinto nel 2019. Lì ho avuto il piacere di condividere il palco con grandi artisti della musica italiana tra cui Massimo Luca e Paolo Pilo.
Hai progetti futuri che puoi condividere con i tuoi fan? Nuovi album o collaborazioni in vista per il futuro?
Non voglio sbilanciarmi tanto anche perché il mio ultimo brano è fuori da poco, ma col nuovo anno ne vedremo delle belle.