CARMINE FRASCELLA Classe ’83. Diplomato come Perito Meccanico, Tecnico IT di professione ma con una grande passione per la fotografia. Stanco del lavoro monotono che si svolgeva nelle varie industrie decisi di intraprendere la professione informatica conseguendo il diploma Regionale come Progettista e controllore di Rete IT e attualmente lavoro come Tecnico IT & Digital Creator per un’azienda di Automotive a Bari. La passione per la fotografia è nata nell’anno 2006 durante il militare a Roma mi sono imbattuto nel Cine Foto di Roma rimanendo incantato dalle foto (specialmente in bianco e nero) che erano esposte. La passione per la fotografia si è sviluppata maggiormente nel 2011 grazie ad un amico dal quale ho appreso alcune tecniche fotografiche in tema di paesaggistica e fotografia notturna. Man mano abbandonai quel genere passando alla fotografia di eventi (sfilate e concorsi di bellezza locali) specialmente come fotografo ufficiale per serate disco: Tecnico IT di Giorno e Fotografo di Notte. Stanco di quel mondo notturno e desideroso di conoscere tutto quello che il mondo della fotografia offre decisi di tuffarmi sui libri di fotografia, (fotografi del passato e moderni) specialmente di diversi generi, seguendo anche corsi sulla post-produzione fotografica, tra cui il ritratto e beauty. Da un po’ di tempo a questa parte ed a tutt’ora ispirandomi alla citazione di J. P. Sartre “La misteriosa debolezza del volto umano” sono appassionato al mondo della fotografia ritrattistica e beauty ma anche al genere moda e concettuale senza trascurare il meraviglioso mondo del Bianco e Nero. Voglio concludere così la mia Biografia (non amo molto parlare di me) con questa citazione: Henry David Thoreau diceva: “Non importa quello che stai guardando, ma quello che riesci a vedere.”
Cosa ti ha spinto a lasciare il mondo della fotografia notturna per dedicarti a generi più artistici come il ritratto e la fotografia concettuale?
Eh… bella domanda! I motivi sono tanti ma te ne dico uno: un po’ la stanchezza fisica e mentale per questa doppia vita che mi ero creato (è un mondo molto particolare quello notturno)
Quali sono stati i fotografi, del passato o moderni, che più ti hanno influenzato nella tua crescita artistica?
In realtà sono tanti ma i più significativi per me sono questi Giovanni Gastel, Oliviero Toscani, Terry Richardson e David La Champelle
Hai una fotografia scattata da te che consideri particolarmente significativa? Se sì, qual è la storia dietro quello scatto?
La numero 3. Conobbi una bravissima stylist Giorgia D’Aloisio che voleva realizzare un progetto chiamato Lost in Pandemic; approfittai di questa occasione, non solo per realizzare il suo progetto, ma anche realizzare un ritratto molto significativo in cui la modella è stata bravissima. La ragazza per quel tipo di progetto era entrata nella parte rievocando i brutti ricordi della pandemia.
Come riesci a bilanciare il tuo lavoro come Tecnico IT con la tua passione per la fotografia?
In realtà per me la fotografia è una specie di contrappeso per il lavoro che svolgo, crea in me il giusto equilibrio in quanto la fotografia non è solo tecnica ma anche creatività specialmente nella fase di ispirazione e post-produzione.
Il bianco e nero sembra avere un significato speciale per te: c’è un motivo particolare per cui ti affascina così tanto?
È un po’ difficile da spiegare. ma ci proverò: Il bianco e nero, almeno per me, permette di focalizzare l’attenzione sulle forme, le luci e le ombre, offrendo un’interpretazione più essenziale e artistica della realtà; un po’ come fare una passeggiata in un bosco, fermarsi e chiudere gli occhi e ascoltare la natura.
La citazione di Sartre sulla “debolezza del volto umano” ispira il tuo lavoro: come la interpreti nella tua fotografia ritrattistica?
Altra bella domanda! Facciamo finta che il ritratto è un palcoscenico, dove l’immagine si costruisce attraverso una coreografia di luci, ombre, espressioni e pose; il modello e/o la modella sia il committente della storia da rappresentare e Il fotografo sia un regista. Il fotografo, da buon regista, dirige questa rappresentazione, cercando di catturare l’essenza del soggetto e di trasmetterla allo spettatore in modo ambiguo e/o affascinante. Nel tempo questa citazione è diventata più un’ispirazione… una regola, iniziata nell’ambito del ritratto, e poi esteso ad altri generi. Prima di scattare a me piace conoscere chi sto scattando e voglio cercare al meglio di catturare quell’attimo indipendentemente dal genere che voglio e/o vuole realizzare; infatti, la domanda di rito che faccio alla modella/o è: “Che genere ti piacerebbe o desideri fare?” e poi a seconda dei casi e delle risposte faccio ulteriori domande per capire meglio e trarre il meglio. Per me è diventata una routine conoscere e farmi conoscere. È importante mettere il soggetto a proprio agio stabilendo un piccolo feeling anche in fase di scatto come, ad esempio, offrire un caffè e chiedere che musica preferisce durante lo shooting. Recentemente mi è capitato che dovevamo realizzare un genere di scatto ma poi in corso d’opera l’abbiamo subito trasformato e sono uscite foto per me fantastiche.
Hai mai pensato di unire la tua esperienza IT con la fotografia in progetti innovativi, ad esempio utilizzando intelligenza artificiale o strumenti digitali avanzati?
Sì, lo sto facendo ma senza stravolgere. L’AI in questo momento specialmente nella fase di post-produzione aiuta molto specialmente in alcuni processi che prima erano difficili da eseguire o magari quando non si riusciva ad ottenere dei buoni risultati.
Qual è il tuo obiettivo principale nel mondo della fotografia? C’è un progetto o un genere su cui sogni di lavorare?
Il mio obiettivo è quello di esser sempre aggiornato a livello evoluzione digitale nell’ambito fotografico specialmente con l’avvento dell’AI; al momento non ho progetti o, meglio, sto nella fase di “listening” per esser più preciso sto raccogliendo più informazioni possibili su questa nuova fase della fotografia digitale
Se potessi organizzare una mostra fotografica personale, quale sarebbe il tema e che messaggio vorresti trasmettere?
Onestamente non ci ho mai pensato a fare una mostra e non saprei cosa risponderti. Ma mai dire mai nella vita e se un giorno la farò sarai il primo ad esser invitato.
Come vedi l’evoluzione della fotografia con l’avanzare delle tecnologie digitali? Credi che la tradizione del bianco e nero rimarrà rilevante?
Penso che la tecnologia digitale abbia rivoluzionato il mondo della fotografia, ma non ha annullato la sua dimensione artistica. Anzi, ha fornito nuovi strumenti per esaltare le potenzialità espressive di ogni tecnica fotografica. Il bianco e nero, grazie alle nuove tecnologie di editing, potrà essere reinterpretato in modo sempre più originale e personale.