CATIA CAVONE

CATIA CAVONE è nata a Bari, in Italia, l’8 febbraio 1969. Vive e lavora nella sua città natale come grafica pubblicitaria e pittrice. Dopo aver conseguito il diploma presso il Liceo Artistico G. De Nittis a Bari, si è iscritta al corso di studi di architettura presso lo IUAV di Venezia, che ha abbandonato dopo tre anni per cambiare indirizzo. Nel 1993, Catia ha ottenuto un diploma triennale in Grafica Pubblicitaria a Mestre (VE), avviando così la sua carriera lavorativa presso rinomate aziende di allestimenti fieristici e graphic design in ambito pubblicitario. Nel 2005 si è trasferita a Cannes, in Costa Azzurra, dove ha sviluppato ulteriormente la sua formazione artistica, producendo opere ed esponendo in piccole ma importanti gallerie d’arte. Dal 2011, si dedica principalmente alla pittura, creando opere personali e curando eventi d’arte, mostre e presentazioni di libri. Ha partecipato a oltre 200 esposizioni, sia personali che collettive, e ha esposto le sue opere anche a Tirana e Londra. Dal 2017, Catia realizza opere di arte sacra per clienti privati e pubblici, con particolare attenzione a dipinti dedicati a San Nicola di Bari. La sua passione per l’archeologia, soprattutto quella greco-romana, la spinge a intraprendere un ampio programma di studi personali e a organizzare visite guidate, riservate a amici e parenti, lungo le strade della Via Appia e nelle aree archeologiche italiane. Catia è anche coinvolta nel progetto “VENUSIA BARIUM Art Project” insieme a un collega di Venosa. Questo progetto unisce la sua arte su tela e telo-scultura con le creazioni di recycling e scultura concettuale del collega. Catia Cavone è nota per il suo profondo amore per l’arte arabesque. I suoi dipinti riflettono studi approfonditi su maioliche e tessuti arabi, influenze che si manifestano anche nei suoi dipinti dedicati a San Nicola, attraverso un’indagine archeologica e iconografica del personaggio. Conduce il suo lavoro su tele di tipo figurativo, paesaggi, ritratti e soggetti mitologici, applicando le sue conoscenze delle decorazioni orientali anche su telo-sculture. Le sue opere spesso invitano l’osservatore a guardare oltre, verso lo spazio e il cosmo, come un viaggio su un tappeto volante in mondi paralleli. Questa trascendenza rappresenta un bisogno di evadere dagli aspetti pesanti della vita quotidiana, cercando il nuovo e il magico.

Quando è iniziato il tuo percorso artistico?

-Il percorso è iniziato a Liceo Artistico G. De Nittis di Bari.

Quali tecniche e materiali preferisci usare nelle tue opere?

-La tecnica prevalente è l’acrilico in quanto i tempi di asciugatura sono brevi difatti per questo motivo non preferisco l’olio. Inoltre utilizzo molto le vernici oro in particolare di cui faccio largo uso. Altra tecnica è la creazione di sculture in cartapesta che realizzo io direttamente, in seguito vengono montate su tela e dipinte in acrilico e vernici.

C’è un tema ricorrente o un messaggio che cerchi di trasmettere attraverso i tuoi dipinti?

-Per chi mi conosce sa del mio profondo amore verso l’arte arabesque, tutte le mie ricerche e i miei esperimenti con il pennello sono conseguenza di studi di maioliche e tessuti anche di fattura araba. Non a caso nei miei dipinti nicolaiani trasporto lo studio di quei tessuti anche attraverso l’indagine archeologica e iconografica del personaggio sulle tele o pannelli in legno. Parallelamente conduco il mio lavoro di pittura su tele di tipo figurativo, paesaggi, ritratti, soggetti mitologici applicando le mie conoscenze delle decorazioni orientali sempre su tela e telo-sculture per le quali realizzo anche il soggetto in cartapesta e poi applicato e dipinto su tela. Difatti in passato ho realizzato diverse mostre che avevano il tappeto volante come soggetto. Nella mia arte cerco di trasmettere un invito a guardare OLTRE, verso lo spazio, il cosmo; è un andare in sella ad un tappeto volante all’interno di mondi paralleli al nostro. E’ il bisogno di trascendere dagli aspetti pesanti della mia propria vita, perché ognuno di noi ha una propria vita e tutti abbiamo bisogno di andare incontro al nuovo, all’altro, al magico, a bordo, magari, di un tappeto volante.

Chi sono i tuoi artisti preferiti e in che modo hanno influenzato il tuo lavoro?

-Mi sono ispirata tantissimo a Giuseppe Capogrossi, adoro Diego Velasquez e Ali Nemah, un’ artista iracheno ma in prevalenza amo e studio l’arte arabesque che nella mia arte è la base di ogni dipinto.

Puoi descrivere il tuo processo creativo dall’idea iniziale alla realizzazione finale?

-Sui miei cavalletti ci sono 2 dipinti contemporaneamente, uno è San Nicola e l’altro un paesaggio o una figura umana. E’ assurdo, forse, ma io ho l’immagine nella mia mente prima ancora di prendere la tela. Per San Nicola cerco un volto, anche sul web, che corrisponda alla mia immagine mentale e poi aggiungo il pallio e tutto il corredo iconografico. Per altre le altre tele/sculture parto da un desiderio, ad esempio un balcone, immaginario, che si affaccia sul lungomare; ma in qualunque mio dipinto è sempre presente l’apparato decorativo arabesque che ho precedentemente creato al pc.

C’è un dipinto in particolare a cui sei particolarmente affezionata? Se sì, perché?

-Difficile affezionarsi ad un mio dipinto in particolare, io li amo tutti.

Hai mai esplorato altri stili o generi artistici oltre a quello per cui sei conosciuta?

-Si certo, agli inizi si cerca la propria strada omaggiando i grandi, io sono partita da G. Capogrossi e in genere la corrente Art Decò dei manifesti Belle Epoque. Ho provato anche con l’arte astratta ma non è decisamente nelle mie corde.

Come definiresti la tua arte?

-La mia arte è stata definita da un critico d’arte “arte informale d’avanguardia” ma io la definisco unica poiché riconoscibile in ogni luogo. I miei dipinti nicolaiani sono unici proprio perchè studiati da me nei minimi dettagli.

Descriviti in tre parole.

Grafico – Pittrice – Archeologica oppure Divertente, viaggiatrice, curiosissima.

Quali sono i tuoi progetti futuri?

Sto preparando un ciclo di dipinti su Bari con il suo lungomare e scorci della zona medievale del nucleo antico e che saranno ospitati presso varie collettive qui a Bari e in Puglia. Poi andrò dove mi porterà il vento.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *