CUPYDO

CUPYDO

Cupydo è un artista italiano ultracontemporaneo. Conosciuto come fondatore e portavoce del rivoluzionario movimento artistico digitale noto come Coesionismo, Cupydo si muove nel panorama artistico con un’identità velata nascosta dietro al suo ormai inconfondibile passamontagna giallo che aggiunge un’aria di mistero alle sue performance creative. Intraprendendo il suo viaggio artistico all’interno della corrente della criptoarte, Cupydo ha rapidamente ottenuto riconoscimenti per le sue opere d’avanguardia, ottenendo due prestigiose menzioni d’onore da istituzioni di importanza artistica. L’Istituto Amedeo Modigliani di Roma e l’Archivio Storico Olivetti di Ivrea hanno entrambi riconosciuto i contributi di Cupydo, catapultandolo sotto i riflettori all’interno della comunità artistica contemporanea. Conosciuto per la sua personalità eccentrica ed esplosiva, di cui si possono cogliere scorci dalle molteplici notizie ed interviste che si possono trovare in rete, Cupydo si diverte nella fusione di stili e correnti artistiche diverse. Il suo portfolio mostra un caleidoscopio di influenze, fondendo perfettamente forme d’arte cripto, concettuali, pop, cinetiche e sensoriali. Questa fusione testimonia l’impegno dell’artista nello stupire il pubblico attraverso l’irriverenza e la creatività senza limiti. Motivato da un intenso entusiasmo per la psicologia, il design e l’innovazione, Cupydo incorpora costantemente questi elementi nelle sue creazioni artistiche, conferendo alle sue opere un carattere distintivo e stimolante.

Cos’è l’arte per te?

Per me, l’arte è sinonimo di RICORDO. Qualsiasi forma d’arte, che sia visiva, musicale o letteraria, provoca in noi emozioni così intense da lasciarci un ricordo indelebile, che ci accompagnerà sempre. Questa è la ragione per cui la mia arte è spesso originale e innovativa; sono le immagini e le esperienze nuove e mai viste a colpirci e a rimanere impresse nella nostra memoria.

Il passamontagna giallo è ormai un tuo segno distintivo: cosa rappresenta per te? È una scelta legata all’anonimato o c’è un significato più profondo dietro questa maschera?

Il passamontagna è il mio superpotere; quando lo indosso, mi sento invincibile e posso esprimere tutte le mie emozioni con le persone che incontro. Molti credono che serva a nascondermi, ma in realtà è l’opposto. In un’epoca in cui tutti mirano a ostentare un’immagine di sé che non corrisponde alla realtà, io scelgo di coprire il volto per dimostrare che si può mostrare il proprio talento senza conformarsi agli altri. L’unicità è la nostra forza maggiore. Inoltre, come street artist che realizza installazioni e performance che sfiorano il “legale”, il passamontagna è essenziale per rimanere anonimo.

Il Coesionismo è definito come un movimento rivoluzionario nell’arte digitale. Come è nato e qual è il suo messaggio principale?

Il Coesionismo è nato dalle ceneri dell’arte digitale tradizionale. Come una fenice che risorge più splendente che mai! Un’ode all’armonia, alla connessione, all’unità delle arti. L’arte digitale che dialoga con quella tradizionale, senza mai sovrapporsi o nascondersi. Il Coesionismo è in realtà una costola di una più ampia e straordinaria corrente di cui mi faccio portavoce e che prende il nome di Arte Ultracontemporanea che va ad inglobare ulteriori forme artistiche come la street art, la urban art e la cripto arte. Colori che si fondono, forme che si intrecciano, texture che si completano a vicenda. Ogni pennellata, ogni pixel, è un invito a superare le divisioni, a celebrare la bellezza della diversità.

Hai iniziato il tuo percorso nella criptoarte, un campo in continua evoluzione. Come vedi il futuro dell’arte digitale e degli NFT?

Qual è il futuro dell’arte digitale e degli NFT? È un orizzonte vasto, un oceano di possibilità che risveglia la mia anima! Immaginate un mondo in cui l’arte non ha confini e ogni pixel, suono ed emozione possono essere condivisi e apprezzati da chiunque, ovunque. Gli NFT, queste meraviglie digitali, sono la chiave per sbloccare questo potenziale. Li vedo come ponti tra il mondo fisico e quello virtuale, custodendo l’essenza dell’arte e rendendola accessibile a tutti. Non più confinata in gallerie polverose o fiere statiche, ma viva e vibrante, parte della nostra vita quotidiana. Tuttavia, per sfruttare tutto questo dovremo attendere ancora anni, fino a quando il “sistema arte” non sarà sorpassato dall’arte libera e autentica.

Le menzioni d’onore ricevute dall’Istituto Amedeo Modigliani e dall’Archivio Storico Olivetti hanno avuto un impatto sul tuo percorso artistico? Ti hanno aperto nuove opportunità?

Sono stati due riconoscimenti fondamentali e preziosi per il mio percorso artistico. Grazie a questi, molte gallerie e o realtà che non vedevano di buon occhio l’arte digitale si sono ricreduti e hanno iniziato ad aprire le proprie porte anche a giovani cripto artisti.

Nel tuo lavoro fondi diversi stili e correnti artistiche. C’è un artista o un movimento del passato che ha influenzato particolarmente il tuo approccio creativo?

Duchamp il primo in assoluto, quasi tutta la mia arte è estremamente concettuale, anche se tendo spesso a far risaltare un lato estetico attraverso la bellezza dei colori e l’armonia delle forme. Altri artisti che sicuramente hanno influenzato il mio percorso artistico sono Banksy per il lato legato alla strada, Magritte per la mia continua voglia di evadere e o distorcere la realtà, Warhol e Pollok per avermi fatto innamorare dei colori e per finire Pino Pascali per il suo straordinario e vulcanico anticonformismo ed il suo animo fanciullesco legato soprattutto al mondo del gioco.

Se dovessi descrivere l’esperienza che vuoi far vivere al pubblico attraverso le tue opere, quali emozioni o riflessioni vorresti suscitare?

Può sembrare strano, ma ciò che desidero quando qualcuno si trova di fronte a una mia opera è un senso di incomprensione. Voglio che le mie creazioni non vengano “digerite” subito, ma che rappresentino un processo continuo di metabolizzazione da parte dell’osservatore. Forse tra 30 anni le mie opere saranno considerate “belle”, ma per ora voglio che siano semplicemente uniche.

L’irriverenza e la creatività senza limiti sono elementi chiave del tuo stile. Hai mai sentito il bisogno di porre confini alla tua espressione artistica o credi che l’arte debba sempre essere libera da ogni vincolo?

Non bisogna mai frenare i propri istinti, in particolare quelli creativi. Una frase che non sopporto è quella che molti galleristi ripetono, sostenendo che un artista debba essere “riconoscibile” e indissolubilmente legato alle sue opere. Probabilmente, dopo i suoi straordinari “tagli”, Fontana avrebbe preferito disegnare girasoli, ma forse qualcuno gli consigliò di continuare a tagliare tele solo perché quelle si vendevano. Questo discorso si potrebbe applicare a molti artisti, ma è solo un mio punto di vista. Cupydo non cerca di essere né riconoscibile né identificato, Cupydo vuole essere unico.

Psicologia, design e innovazione sono elementi ricorrenti nel tuo lavoro. In che modo la tua passione per questi ambiti si traduce nelle tue opere?

La mia arte è un dialogo costante tra l’introspezione e l’ambiente che ci circonda. La psicologia, il design e l’innovazione non sono solo interessi, ma i pilastri su cui costruisco ogni opera. esploro le profondità della mente umana, cercando di dare forma visiva a emozioni, pensieri e processi mentali. Utilizzo colori, forme e materiali che evocano determinate sensazioni, invitando lo spettatore a un viaggio interiore. Le mie opere sono spesso un invito a riflettere sulla natura umana, sulle nostre fragilità e sulla nostra resilienza. il design è per me un linguaggio universale, un modo per comunicare idee e concetti in modo chiaro ed efficace. Le mie opere sono spesso caratterizzate da linee pulite, geometrie precise e un’attenzione maniacale ai dettagli. sono un’esploratore di nuovi materiali e tecniche, sempre alla ricerca di modi per superare i limiti dell’arte tradizionale. In definitiva, la mia arte è un tentativo di dare forma visiva al mondo interiore ed esteriore, un’indagine sulla natura umana e sulle infinite possibilità dell’espressione creativa.

Hai un’opera o un progetto che consideri particolarmente significativo nella tua carriera fino ad oggi? Se sì, perché?

Il progetto di cui vado più fiero e che spero di portare avanti finché ne avrò la forza è “scambiatevi un segno di arte”. Un progetto che mi ha dato la possibilità di abbracciare non solo fisicamente ma soprattutto interiormente, il pensiero, le emozioni, i sogni di tantissimi artisti che hanno contribuito a questo mio lavoro. Attraverso “scambiatevi un segno di arte” incontro artisti il quale fine ultimo è scambiarci opere d’arte ma dietro a tale gesto si nasconde un intero percorso di conoscenza, scambi di idee, emozioni, ansie, paure e delusioni. È incredibile scoprire come quasi tutti gli artisti siano legati da un filo comune costituito proprio da questi elementi sopra citati. Non smetterò mai di ringraziare ogni singolo artista con il quale ho scambiato e con alcuni “riscambiato” le mie opere e spero di conoscerne tanti altri affinché questa pratica possa diventare cosa comune tra tutti gli artisti che desiderano condividere i propri lavori con chi ne possa cogliere appieno ogni singola sfumatura.
Questo per quanto riguarda i progetti, invece se devo parlare di un opera a cui sono profondamente legato non posso non menzionare il “Sacro Cuore di Cupydo” realizzato a Napoli per l’incredibile progetto di riqualificazione urbana “VIVI A CIRILLO” ideata e promossa dal mio grandissimo amico Felice Riccardi. Sono onorato di aver contribuito con una mia installazione ad un progetto che sta portando un intero quartiere a ritrovare quella luce che da tempo si era spenta. Credo di non aver mai conosciuto una persona eccezionale come Felice, lui non lo sa ma è un vero Artista a cui voglio tanto bene. È solo grazie al suo progetto che decine e decine di artisti provenienti da tutto il mondo, in modo del tutto spontaneo hanno lasciato il proprio segno su muri, saracinesche e cartelli stradali per tutta via Cirillo.

Quali sono i tuoi progetti futuri? Hai in mente nuove sperimentazioni artistiche o collaborazioni in arrivo?

Mi piacerebbe poter dire che ho qualche progetto nel cassetto ma in realtà non basterebbe una cabina armadio per contenerli tutti e questa cosa mi rende incredibilmente entusiasta, perché sento l’arte parte essenziale della mia vita. Il non essere legato ad uno stile specifico mi permette di essere in continua mutazione e mi da la possibilità di sperimentare infinite tecniche e soluzioni.

Come ti definiresti?

Semplicemente un artista ultra contemporaneo, l’artista del Qui e Ora.

Descriviti in tre colori.

Giallo, giallo, giallo.

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