Mi chiamo Giacomo Lazzara, e nella vita voglio fare il pittore. Non ho frequentato un liceo artistico e nemmeno un’accademia di belle arti. Quello che so l’ho imparato come autodidatta, e con l’aiuto di corsi di pittura, sperimentando stili e tecniche completamente diverse. Io disegno fin da quando ero bambino, sono passato da semplici scarabocchi ai lavoretti di Art Attack, a copiare referenze e realizzare disegni dal vero, ho anche provato a disegnare graffiti. Poi tra il 2019 e il 2020 ho scoperto i quadri astratti, e da lì non ho più smesso. Inizialmente dipingevo un quadro solo per sfizio e senza imprimerci un significato. Poi ho avuto l’esigenza di trasformare la mia arte nel mezzo per comunicare quello che provo. Da quando ho preso questa decisione la mia vita ha preso una svolta, sto imparando a guardare il mondo con occhi diversi cercando sempre di andare un passo oltre a quello che ho davanti. Cerco sempre di non fermarmi all’apparenza e di analizzare e sviscerare quello che provo per tirar fuori qualcosa di nuovo che possa far appassionare me e chi guarda le mie opere. Mi sono posto come obiettivo, un giorno, di poter sostentarmi economicamente con la mia arte e di poter dipingere a tempo pieno, così da condividere la mia visione ad un numero sempre più ampio di persone. A Marzo 2023 ho realizzato la mia prima mostra personale presso il centro Carrobiolo a Monza. In questa mostra ho avuto un ottimo riscontro sulle mie opere, tant’è che diverse di loro sono state vendute. La mostra è stata strutturata per mostrare il mio percorso e l’evoluzione del mio stile pittorico. A Dicembre 2023 ho passato le selezioni per partecipare alla mostra collettiva organizzata dalla curatrice Croci Chiara presso Medinartgallery a Roma. La mostra è stata caratterizzata dal giudizio e commento del critico Corradini Benito dall’accademia romana La Sponda. A questa mostra ho venduto con successo tutte le opere che ho esposto. A Febbraio 2024 sono stato selezionato per esporre in una mostra collettiva di GM mostre a Napoli, presso Spazio57. Qui, la mia opera “Uomo moderno” è stata classificata 3rza su 30 lavori esposti come miglior quadro per tecnica, significato e rappresentazione visiva.
Cosa ti ha portato ad avvicinarti all’arte astratta e come pensi che questa forma d’arte ti permetta di esprimere le tue emozioni?
Mi sono avvicinato all’arte astratta grazie a mia madre che mi regalò delle tele durante il lockdown. Io ho sempre avuto la passione per l’arte e per il disegno, ho provato mille stili ma mai dipingere su tela. Da quel giorno sono 5 anni che dipingo quadri astratti. Mi sono subito innamorato dell’astrattismo perché non ho limiti nel potermi esprimere con colori e forme tant’è che dopo vari studi e prove sento di aver trovato il mio stile. Sono sempre stato un ragazzo con la necessità di esternare tutte le mie emozioni e pensieri, nel dipingere ho trovato il modo. Ho trovato un tesoro.
Hai menzionato che non hai un’istruzione artistica formale. In che modo il tuo approccio da autodidatta ha influenzato il tuo stile e la tua creatività?
Avendo iniziato a dipingere durante gli ultimi anni della scuola superiore passanti in lockdown non avevo nessun appoggio nel poter studiare arte se non farlo da solo. Così ho iniziato con gli strumenti che già avevo e ho fatto decine di prove, studiato i dipinti più famosi per poi dopo la fine dell’emergenza, iscrivermi a un corso di pittura astratta che è stato la svolta.
C’è un momento specifico in cui hai capito che volevi fare del tuo percorso artistico una carriera a tempo pieno?
Ho capito di voler trasformare la mia passione in lavoro quando mi sono reso conto che fosse possibile, ho visto tantissimi artisti vivere dei loro dipinti e mi sono chiesto “Perché non anch’io?”. E’ stata una decisione presa con tranquillità ma poca leggerezza e tanta convinzione.
Nelle tue opere, quale ruolo gioca l’osservazione del mondo che ti circonda? Come trasformi ciò che vedi o senti in un’opera astratta?
Il passaggio tra la mostra di Monza e le collettive di Roma e Napoli è molto lungo, di sicuro la mostra personale mi ha reso più pronto agli eventi a cui avrei partecipato. Roma è stata bellissima, ho fatto la vendita fino ad ora più costosa, ho spedito il primo dipinto fuori dai confini nazionali e ho venduto tutto quello che ho esposto dando anche un omaggio alla gallerista che mi ha supportato tantissimo con cui sono in contatto tutt’oggi. Napoli è stato un traguardo altrettanto importante, un quadro per me molto importante e carico di significato. Non ero sicuro che portasse nel migliore dei modi la mia visione, e poi si è piazzato come terza migliore opera sopra le decine di opere altrettanto valide che erano esposte.
Durante la tua prima mostra personale a Monza, quali sono stati i principali feedback che hai ricevuto e in che modo questi hanno influenzato la tua arte successiva?
Il passaggio tra la mostra di Monza e le collettive di Roma e Napoli è molto lungo, di sicuro la mostra personale mi ha reso più pronto agli eventi a cui avrei partecipato. Roma è stata bellissima, ho fatto la vendita fino ad ora più costosa, ho spedito il primo dipinto fuori dai confini nazionali e ho venduto tutto quello che ho esposto dando anche un omaggio alla gallerista che mi ha supportato tantissimo con cui sono in contatto tutt’oggi. Napoli è stato un traguardo altrettanto importante, un quadro per me molto importante e carico di significato. Non ero sicuro che portasse nel migliore dei modi la mia visione, e poi si è piazzato come terza migliore opera sopra le decine di opere altrettanto valide che erano esposte.
Come descriveresti il viaggio emotivo e tecnico che hai compiuto dalla tua prima mostra personale fino alle esposizioni collettive più recenti?
La mia prima mostra è un traguardo che ricordo con felicità e commozione, tutti i miei amici e conoscenti sono venuti a supportarmi e ho venduto molte opere. Mi ha reso consapevole di poter raggiungere un sacco di persone con la mia arte. Adesso a distanza di un anno e mezzo sto organizzando la mia prossima mostra personale “DEMOS” in cui punterò ancora più in alto.
Qual è il significato dietro la tua opera “Uomo moderno” e perché pensi che sia stata apprezzata così tanto nella mostra a Napoli?
Appunto “Uomo Moderno” ha un significato profondissimo. A Napoli è stato apprezzato per lo più per la tecnica e gli strumenti che ho utilizzato. questo quadro parla delle interazione tra gli individui singoli della società, della tensione, pesantezza e marciume che rende i rapporti tra le persone negativi e logoranti. “Uomo Moderno” ha dato il mia insieme a una mia vecchia opera a tutti i miei lavori più contemporanei, tra qui tutti i dipinti che metterò in mostra a fine Novembre alla mia mostra personale “Demos”.
Quali sono gli artisti o le opere che ti hanno maggiormente ispirato lungo il tuo percorso di autodidatta?
Nel mio percorso da autodidatta le mie ispirazione ed esempi sono molteplici, ma solo uno continua ad insegnarmi sempre qualcosa di nuovo e quello è Van Gogh. La sua storia mi ha sempre affascinato per la contrapposizione della tristezza della sua vita e la luce grandiosa delle sue opere. Io vedo i miei quadri allo stesso modo, solo la mia luce, sono la cura per i miei mali.
Quali sfide principali hai affrontato nel tuo percorso artistico e come le hai superate?
Qual è la tua prossima sfida o obiettivo artistico e come pensi di raggiungerlo?
La mia sfida più vicina è riuscire a mostrare i miei quadri in fiere ed eventi internazionali, è difficile ma so che da qualche parte c’è una porta aperta proprio per la mia arte.
Sogno nel cassetto?
Il mio sogno nel cassetto ovviamente è vivere delle opere che produco, ma quello più concreto è trovare una galleria con cui entrare in collaborazione e diventare un artista professionale.