DAMARIDE è un’insegnante di arte, nonché un’illustratrice e travel creator. Dopo la laurea in Pittura conseguita presso l’Accademia di Belle Arti di Bari, decide di trasferirsi a Milano per lavoro. La sua passione per l’arte e la curiosità insaziabile per il mondo l’hanno portata a esplorare tutti i continenti. Tra tutte le destinazioni, l’Australia e il Giappone occupano un posto speciale nel suo cuore. Non riesce a stare ferma e ogni viaggio è per lei un’opportunità per apprendere qualcosa di nuovo e arricchire il suo bagaglio culturale e artistico. Durante le sue avventure, documenta ogni esperienza, condividendo poi queste storie con la community che ha creato in questi anni sui social media. Ha collaborato con importanti enti turistici e prestigiose catene alberghiere come Constance Resort, Hyatt, Ritz Carlton, Visit Maldive, etc. I suoi contenuti sono apprezzati per la loro autenticità e per la capacità di trasmettere emozioni, rendendo ogni luogo visitato un’esperienza entusiasmante da replicare per il suo pubblico, oltre ad essere di ispirazione per chiunque sogni di vivere una vita ricca di esperienze e significato. Guardando al futuro, Damaride ha molti progetti, tra i quali riuscire a unire l’arte con il viaggio attraverso una serie di workshop internazionali che combinano lezioni di pittura con esperienze immersive nelle culture locali, offrendo ai partecipanti la possibilità di vivere e creare arte in alcuni dei luoghi più affascinanti del pianeta. Nel frattempo, continua a esplorare il mondo, insegnare e ispirare, sempre con la valigia pronta e un progetto nuovo in mente. La sua vita è un’opera d’arte in continua evoluzione, è convinta che l’arte e il viaggio siano strumenti potenti per la crescita personale e la comprensione interculturale. Sta tracciando un percorso che fonde l’insegnamento, la creazione artistica e l’esplorazione del mondo, dimostrando che i confini sono solo linee su una mappa quando si è mossi dalla curiosità e dall’amore per la bellezza.
Qual’e’ stato il viaggio più memorabile? E perché?
L’Australia è stato senza dubbio il mio viaggio più memorabile. Da bambina, il mio cartone animato preferito era “Georgie”, la storia di una ragazza che viveva in Australia con il suo koala. Guardavo incantata le sue avventure, sognando di poter vedere un giorno quei magnifici scenari e, soprattutto, poter prendere in braccio un koala vero. Quindi quando sono riuscita a mettere piede nella terra dei canguri è stato un vero e proprio sogno che si realizzava. Ricordo ancora l’emozione che ho provato la prima volta che ho preso un koala in braccio. È stato un desiderio d’infanzia che prendeva vita davanti ai miei occhi. Ma l’Australia non è solo koala e cartoni animati. È una terra dai paesaggi incredibili che tolgono il fiato. Strade infinite, spiagge dorate, barriere coralline, animali stupendi, ogni angolo di questo paese ha qualcosa di straordinario da offrire e ogni tramonto, ogni risveglio, ogni esplorazione mi ha fatta innamorare di questa terra, tanto che pur essendo molto lontana, ci sono andata ben 2 volte e non escludo di tornarci ancora.
La cosa più sorprendente che hai imparato andando in giro per il mondo?
La cosa più sorprendente è stata capire quanto siamo tutti profondamente connessi nonostante le nostre differenze. Viaggiare apre gli occhi a culture, tradizioni e modi di vivere diversi dai nostri, ma allo stesso tempo rivela che, al di là delle apparenze, condividiamo gli stessi sentimenti universali come l’amore, la felicità, la ricerca del benessere. Incontrare persone di altre nazionalità mi ha insegnato che la diversità è una ricchezza e non un ostacolo, un’opportunità di crescita personale e di ampliamento dei propri orizzonti. Si può scoprire sé stessi attraverso esperienze che trasformano e rendono più profonda la nostra comprensione del mondo e del nostro posto in esso. Inoltre, viaggiare mi ha fatto apprezzare la bellezza del nostro pianeta in tutte le sue forme. Questa consapevolezza ha rafforzato in me il desiderio di proteggerlo e preservarlo.
Il luogo che ti ha colpito particolarmente per la sua bellezza?
Tanti posti ma il Giappone in particolare: la sua bellezza risiede in un affascinante equilibrio tra antico e moderno. I paesaggi sono straordinari, le stagioni sono spettacoli di colori: i ciliegi in fiore in primavera tingono il paesaggio di rosa e bianco, mentre l’autunno porta con sé una tavolozza di rossi, arancioni e gialli che incantano. La bellezza del Giappone si riflette anche nella sua architettura. I templi e i santuari, come il Fushimi Inari a Kyoto, il Padiglione d’Oro, evocano una spiritualità profonda e un senso di serenità. Anche nelle città più moderne, come Tokyo, la bellezza emerge in modi sorprendenti: grattacieli futuristici e quartieri ultramoderni si alternano a tradizionali case di legno e strade storiche, creando un contrasto che io amo moltissimo.
In che modo l’incontro con culture diverse ha influenzato la tua prospettiva sul mondo e sulla vita?
Ogni viaggio, ogni incontro con persone di background diversi, mi ha insegnato lezioni preziose. Innanzitutto, ho imparato l’importanza della flessibilità e dell’apertura mentale. Viaggiare mi ha mostrato che non esiste un unico modo “giusto” di vivere o pensare. Le tradizioni, le usanze e le credenze variano enormemente da una cultura all’altra, e ciò che può sembrare strano o incomprensibile per me, può essere perfettamente normale e significativo per qualcun altro. Questa consapevolezza mi ha aiutato a diventare più tollerante e rispettosa delle differenze, a mettere in discussione i miei pregiudizi, rendendomi più aperta, empatica e consapevole.
Un posto dove torneresti ancora e ancora e ancora?
Giappone, senza dubbio il primo posto che mi viene in mente.
Ti va di raccontarci un aneddoto curioso di un tuo viaggio?
Un aneddoto curioso? Me ne viene in mente uno tragico: quando ho preso la Maledizione di Montezuma in Thailandia. Una gravissima intossicazione alimentare che mi ha fatto finire in ospedale giorno e notte attaccata alle flebo. Ho pensato seriamente di morire in quei momenti, l’equipe medica non parlava inglese e non si capiva cosa mi stesse succedendo. Fortunatamente con i giusti esami e l’assistenza professionale dell’ospedale di Phuket che mi ha curato in maniera impeccabile, mi sono ripresa. Gli infermieri mi coccolavano e mi trattavano come se fossi in un hotel 5 stelle. Un episodio che mi ha fatto capire quanto la vita sia imprevedibile e quanto sia importante la salute.
Hai dei viaggi nel cassetto?
Tantissimi: mi piacerebbe vedere il foliage in Vermont, visitare il Salar de Uyuni in Bolivia e i parchi nazionali della British Columbia, visitare la Patagonia e fare una crociera in Antartide, arrivare al campo base dell’Everest. Sogno anche di tornare in Indonesia per vedere Raja Ampat, andare a Socotra e in Papua Nuova Guinea. Vedere l’aurora boreale in Alaska e gli orsi polari a Churchill. Mi fermo qui, altrimenti potrei continuare all’infinito, questi sono quelli che ritengo più impegnativi a livello economico e organizzativo ma che spero vivamente di concretizzare nei prossimi anni.
Progetti futuri?
Il progetto futuro è quello di unire il mio lavoro di artista con il viaggio, organizzando workshop, mostre e portare la mia arte in giro per il mondo.