LUCY SCARNERA nasce a Bari il 22/09/1978,inizia a muovere i suoi primi passi nel mondo musicale in tenera eta’ riproducendo i suoni di tutto cio’ che ascolta, attraverso l’utilizzo di piccole tastiere elettroniche , continua poi lo studio del pianoforte ,unitamente al quale frequenta scuole di danza classica e moderna, continua poi lo studio del canto. Partecipa a numerosi concorsi canori ,ospite in trasmissioni e programmi tv , artista supporter cover di gruppi spalla di alcuni artisti del panorama musicale italiano e internazionale. Autrice di poesie e brani musicali aventi come tema la ribellione giovanile e la ricerca di ideali spesso smarriti,i suoi testi sono ispirati dalla ricerca del senso di giustizia,di amore e di contestazione di un mondo basato sulle apparenze. Presentatrice di propri e altri progetti artistici nella riscoperta di talenti, educatrice musicale, speaker radiofonica.
Hai iniziato la tua carriera musicale fin da giovane. Qual è stato il momento in cui hai capito che la musica sarebbe diventata la tua vita?
La musica è sempre stata parte della mia vita, grazie ai miei genitori che mi regalarono un piccolo pianoforte quando ero bambina. Ho questo bellissimo ricordo di me, seduta su uno sgabellino bianco, mentre cercavo di riprodurre ciò che ascoltavo. Questa immagine della mia infanzia è legata indissolubilmente alla musica. Penso che questa passione innata mi abbia spinto a non abbandonarla mai, o forse è stata proprio la musica a non lasciare me. In seguito, essendo molto timida, ho trovato nella scrittura e nella composizione musicale un modo per esprimere ciò che avevo dentro, e questa è stata un’ulteriore scelta consapevole verso la musica.
I tuoi testi parlano di ribellione giovanile e della ricerca di ideali. Da cosa trai ispirazione per la scrittura dei tuoi brani?
Alcuni dei miei testi nascono da poesie che avevo scritto durante le scuole medie, che poi ho trasformato in canzoni nell’adolescenza. Mi ispiro spesso a temi di ingiustizia sociale che sento profondamente, in particolare verso le persone sensibili e gli animali, o contro i pregiudizi basati sull’apparenza. Artisti e figure come Martin Luther King, Piero Pelù, Michael Jackson, Bob Marley e Nelson Mandela mi hanno sempre ispirato con il loro messaggio di libertà e lotta contro l’oppressione. Inoltre, traggo ispirazione dalle mie esperienze personali e da quelle degli altri, raccontando storie di quotidiana lotta per giustizia, pace e libertà, valori che considero fondamentali e mai scontati.
Il tuo progetto “World Direction” unisce musica e solidarietà. Qual è stata la visione dietro questo album e cosa speri di trasmettere attraverso di esso?
“World Direction” è un progetto legato all’album omonimo, uscito nel 2021. Contiene 10 brani in italiano, francese, spagnolo e in alcune parti in arabo e bambara. Le canzoni trattano temi come l’amore, l’ipocrisia, la perdita di persone care, il rispetto degli animali. Il progetto mira a diffondere messaggi di rispetto per l’unicità di ognuno, dei diritti umani e della Madre Terra. Alcuni brani sono ispirati ai contesti interculturali in cui ho lavorato, e ai luoghi che ho visitato, dove ho incontrato persone con il sogno comune di viaggiare, perché “il viaggio è libertà” come canto in “Le Voyage est Liberté”. Spero di poter continuare a diffondere questo messaggio anche attraverso scuole e istituzioni. Il viaggio è libertà.il viaggio che abbiamo dentro e quello che incontriamo fuori soprattutto in termini di accoglienza delle storie di persone provenienti da varie parti del mondo e l’ opportunità che tutti dovremmo avere nel viaggio senza limiti e pregiudizi
Essendo un’artista con esperienza nei concorsi canori e nei festival musicali, come gestisci la pressione di esibirti in contesti competitivi?
Cerco di concentrarmi sull’amore per la musica e sul messaggio che voglio trasmettere, più che sulla competizione. Prima di esibirmi, sento sempre una certa ansia e adrenalina, ma una volta sul palco, mi lascio trasportare dalla performance. Il momento più bello è “il durante”, quando riesco a sentire la connessione con il pubblico e con ciò che sto facendo.
Sei anche un’educatrice musicale e musicoterapeuta. Come integri la tua esperienza di musicista nel tuo lavoro educativo e terapeutico?
La musica è un potente mezzo di comunicazione e di espressione. La utilizzo come strumento relazionale nei percorsi d’inclusione scolastica, specialmente con studenti con disabilità o provenienti da altre culture. Nei laboratori musicali che organizzo, c’è sempre qualcosa da scoprire e imparare dalle persone con cui interagisco. La musica è un “sentire” che ci unisce, e ogni esperienza è un’occasione per entrare in contatto con un mondo bellissimo.
Il progetto “REMEMBER” mira a recuperare tradizioni e valori smarriti. In che modo la musica può essere uno strumento di sensibilizzazione culturale ed educativa?
Attraverso la musica, possiamo riscoprire le tradizioni e i valori che ci hanno preceduto, generando uno scambio tra generazioni. La musica, insieme ad altre forme d’arte, ci permette di intraprendere un viaggio emotivo che ci sensibilizza a costruire una società migliore. Ogni genere musicale ha una sua storia e una sua evoluzione, e conoscere questa storia ci permette di apprezzarne il valore e di capire quanto sia un patrimonio prezioso.
Hai collaborato con numerosi artisti italiani. Quali sono stati i momenti più memorabili di queste collaborazioni e cosa hai imparato da loro?
I momenti più belli sono sicuramente quelli vissuti durante i concerti, il viaggio verso le destinazioni dei tour e la condivisione del palco. C’è sempre una grande armonia durante le esibizioni, e anche nei preparativi e nel backstage. La musica, quando condivisa, diventa ancora più bella, e questo crea sempre un grande entusiasmo. Ho imparato molto dagli artisti con cui ho collaborato, soprattutto a livello umano, perché al di là della musica, è il rapporto umano che arricchisce maggiormente.
Essendo anche una presentatrice e speaker radiofonica, come bilanci questi ruoli con la tua carriera musicale?
Ho avuto delle esperienze come speaker e presentatrice radiofonica, grazie a un mio progetto dedicato agli anni ’80 chiamato “Spazio 80”. Questo format mi ha permesso di promuovere altri progetti, come “Remember”. Durante i miei concerti e tour, ho sempre combinato la musica con l’animazione e la presentazione, divertendomi a gestire delle “rubriche sonore”. Questi ruoli si legano naturalmente alla mia passione per la musica e mi danno l’opportunità di sperimentare nuove forme di comunicazione.
Hai partecipato alla street art musicale, esibendoti nella metropolitana di Milano. Come è stata questa esperienza e cosa hai scoperto attraverso il contatto diretto con il pubblico?
Adoro suonare per strada o in metropolitana, come avevo visto fare per la prima volta a Londra. L’esperienza di suonare nella metropolitana di Milano è stata molto bella, perché ho potuto interagire direttamente con le persone. Alcuni mi chiedevano dediche, altri condividevano le loro storie. Ho anche conosciuto altri artisti con cui ho condiviso lo spazio e le esperienze. È stata un’opportunità per vedere quanto la musica possa essere una terapia, regalando sorrisi anche a chi sta attraversando un momento difficile. Suonare in strada è un’esperienza unica, che ti permette di portare un po’ di te stesso agli altri.
Come pensi che il tuo background in Scienze dell’educazione influenzi il tuo approccio alla musica e alla tua carriera artistica?
Il mio background in Scienze dell’educazione mi aiuta a vedere la musica come un mezzo educativo e culturale. Non si tratta solo di intrattenimento, ma di un’opportunità per trasmettere valori, creare connessioni interculturali e generare cambiamento. Anche nel futuro della musica italiana, spero di vedere una maggiore originalità e un recupero di generi musicali di nicchia. Credo che le contaminazioni culturali siano una grande risorsa e una sfida per gli artisti emergenti.
Quali progetti futuri hai in mente, sia nel campo musicale che in quello educativo?
Ho diversi progetti in mente: viaggiare in alcuni villaggi africani con la mia musica, condurre un programma TV, riprendere seriamente il lavoro in radio e promuovere l’educazione musicale nelle scuole. Ogni passo richiede tempo e dedizione, ma credo fermamente che, una cosa alla volta, riuscirò a realizzare questi obiettivi.
Hai vinto diversi concorsi sia per poesie che per musica. Qual è stata la soddisfazione più grande che hai provato in questi riconoscimenti?
La soddisfazione più grande è stata la conferma di dover continuare a scrivere e a raccontare il mondo, anche nei momenti di sconforto. Ogni riconoscimento mi ha dato la forza di andare avanti e di mettermi in gioco, nonostante le difficoltà.
Se potessi dare un consiglio a giovani cantautori o musicisti emergenti, quale sarebbe?
Il mio consiglio è di imparare a conoscersi, di non fare musica solo per visibilità, ma per passione. Sperimentate, datevi delle opportunità, amate la musica e, soprattutto, credete in voi stessi. Sono consigli che continuo a dare anche a me stessa ogni giorno.