FEDERICA BUZZI

FEDERICA BUZZI

Federica è cresciuta in un piccolo paese di campagna della pianura padana. Ha capito che amava l’arte fin dalle scuole elementari, dove amava disegnare farfalle blu e giocare con le sfumature. Disegnava gli alberi che osservava in campagna, chiedendosi perché tutti li facessero con tronchi e chiome uguali quando in realtà ognuno era speciale, con rami intrecciati, cortecce rugose, foglie di ogni forma e colore. Sugli alberi ci saliva anche, per leggere libri e lanciarsi giù con la corda e giocava al circo su un trapezio in giardino, immaginando spettacoli e acrobazie. Federica ha studiato lingue straniere e fa l’impiegata commerciale estero ma la sua passione sono rimaste le sfumature di colore e le acrobazie in aria. Federica a volte è un pò sbadata ma crede che anche i disastri avvengano per un motivo. Un giorno stava prendendo il riso da una mensola e il sacchetto si è rovesciato riempiendo il pavimento di chicchi bianchi. Mentre raccoglieva ha pensato che poteva trasformarlo in altro e lo ha incollato su una tela creando un ritratto. Un chicco alla volta, con una pinzetta, disponendoli in una direzione precisa per creare il giusto effetto. Un lavoro durato mesi, di concentrazione estrema e precisione estenuante. Mentre incollava e creava, smetteva di pensare e stava bene. Comincia quindi a sperimentare con pennelli e acquerelli e trova il proprio universo espressivo. Un mondo di macchie di colore libere, che scorrono veloci e impongono decisioni istintive, lasciando spazio alle emozioni più profonde. Cedendo il controllo al pennello, impara a usare l’acquerello come metodo per stare nell’instante e dipingere l’essenza delle cose alternando parti realistiche a parti più astratte. I suoi ritratti si prefiggono l’obiettivo di essere istantanee di sensazioni e stati d’animo nei quali ci si può perdere e ritrovare. Nel frattempo torna a giocare al circo, su pali, cerchi, trapezi e tessuti aerei. Danzare per aria è come raccontare una storia con il movimento e la musica, con linee a volte solo tratteggiate e a volte marcate. Salire, intrecciarsi e poi lasciarsi andare, come dipingere, richiede la massima concentrazione e presenza nell’istante e al contempo implica il coraggio di lasciarsi cadere ed esprimersi con consapevolezza.

Cos’è per te l’arte?

L’arte rappresenta per me un modo per comprendere ciò che ci circonda, è un’espressione autentica di sé e delle emozioni più profonde. È uno strumento per esternare il proprio mondo interiore, comunicare e trasmettere sensazioni agli altri.

I tuoi primi disegni raffiguravano farfalle blu e alberi unici nei dettagli. Cosa ti affascinava di più di questi soggetti e cosa rappresentano oggi per te?

Rappresentano il desiderio di vedere oltre i luoghi comuni e gli stereotipi. Prima di cominciare a disegnare, è essenziale imparare a osservare e a cogliere i particolari che rendono un soggetto unico. Allo stesso modo, nel ritratto di una persona, cerco di cogliere la sua essenza senza fermarmi alla superficie.

Hai trovato ispirazione in un incidente domestico trasformando chicchi di riso in arte. Ci sono altri episodi simili che hanno dato vita a nuove idee creative?

In effetti sì. Quando il mio cane era ancora un cucciolo dispettoso si è mangiata un mio libro. L’ho conservato e le pagine sono state usate per varie opere in cui le ho integrate con la tecnica del collage. Ci sono poi stati diversi incidenti con il caffè che mi hanno dato l’idea di creare ritratti con il caffè al posto degli acquerelli.

L’acquerello sembra essere il tuo linguaggio espressivo preferito. Cosa ti affascina di questa tecnica rispetto ad altre più controllabili?

La sensazione di libertà che offre è unica. Il risultato non deve necessariamente essere perfetto né aderire a standard di iperrealismo, poiché non può essere perfezionato all’infinito come nei ritratti a grafite o nei dipinti a olio. È un processo spontaneo e veloce, e per questo motivo lo percepisco come più autentico, più in sintonia con le emozioni che desidero trasmettere. È come uno scatto rubato a un’emozione in corso di svolgimento.

Nei tuoi ritratti alterni parti realistiche a elementi astratti. Come trovi l’equilibrio tra rappresentare l’essenza e lasciare spazio all’immaginazione?

Inizio identificando gli elementi che devono essere realistici, quelli che rendono il soggetto riconoscibile e lo distinguono esternamente. Immagino questi elementi come delle puntine che sostengono l’aspetto visibile; tutto ciò che si trova tra una puntina e l’altra rappresenta ciò che immagino si trovi all’interno del soggetto.

L’acrobazia aerea è una parte importante della tua vita. C’è un legame tra il danzare nell’aria e il modo in cui ti approcci alla pittura?

Sicuramente. Spesso immagino che tutto il mio corpo sia uno strumento con cui disegnare in aria, ogni movimento una linea. Ogni gesto ha un colore più o meno intenso. Tradurre mentalmente queste sensazioni in colori è ciò che mi ispira quando dipingo le parti astratte dei miei ritratti.

Hai parlato dell’importanza di lasciare andare il controllo sia nell’arte che nelle acrobazie. Come hai imparato a fidarti del processo creativo?

Accettando gli errori. Ci sono disegni mai finiti, e altri finiti nel cestino. Figure in aria che ancora non vengono. Ma il processo creativo passa attraverso questo, è esplorazione, a volte ci si trova ingarbugliati e allora si torna indietro fino a trovare la strada giusta.

C’è un luogo della tua infanzia, tra gli alberi e la campagna, che ritorna spesso nei tuoi lavori?

Nello specifico non ho ritratto nei miei lavori dei luoghi dell’infanzia. Tuttavia, quando creo, mi ricollego spesso alle sensazioni provate di connessione profonda con la natura.

Se dovessi associare un colore o una sfumatura al sentimento di libertà che provi quando dipingi o voli sui tessuti, quale sarebbe?

Sicuramente prediligo il blu perché è un colore che mi trasmette profondità e mi aiuta molto nella concentrazione. Mi porta a staccare e a sentirmi libera mentalmente.

Cosa ti ispira di più nei volti che ritrai: l’espressione del momento o la storia che intuisci dietro lo sguardo?

Entrambe, l’espressione è ciò che mi colpisce e poi mi fa interrogare sulla storia che c’è dietro.

Ti consideri più acrobata che dipinge o più pittrice che danza nell’aria? Oppure entrambe le cose si fondono nella tua identità artistica?

Sono entrambe le cose e tante altre. Non sono aspetti separati ma sfaccettature che compongono l’identità. Il bagaglio di ognuno è fatto di esperienze, incontri, sensibilità e ci accompagna ovunque andiamo, sia per terra che in aria.

Descriviti in tre colori.

Non mi bastano tre colori. Mi immagino come un fiume, apparentemente statico ma mai fermo, allo stesso modo i colori dentro di me scorrono e cambiano a seconda delle mie emozioni.

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