Federica Fagarazzi nasce a Venezia il 30 settembre 1991, una città unica al mondo, intrisa di storia, arte e bellezza senza tempo, che ha profondamente influenzato la sua sensibilità creativa. Dopo aver svolto diversi lavori, tra cui quello di cassiera, si è resa conto che la monotonia delle sue occupazioni non le permetteva di esprimere appieno il suo potenziale. Decisa a cambiare la sua vita, ha scelto di ricominciare da zero, riscoprendo le sue passioni più autentiche. Fin da bambina, Federica ha amato disegnare e creare rappresentazioni artistiche del mondo naturale, in particolare degli animali, utilizzando tecniche come la pittura e la scultura. Per molto tempo, però, queste attività sono rimaste solo un hobby. Nel 2021, spinta dal desiderio di realizzarsi come artista, ha lasciato il suo lavoro per iniziare un nuovo percorso nel mondo del mosaico. Partendo da zero, ha trovato un team straordinario che l’ha aiutata a crescere, acquisendo competenze tecniche e rafforzando la sua identità artistica. Parallelamente, Federica ha iniziato a creare ciondoli e gioielli, unendo l’amore per il design e la creatività. Tuttavia, ha messo temporaneamente da parte questa attività per dedicarsi completamente al mosaico, fino a riscoprire il suo sogno con nuova energia nel 2024.
Federica ha fondato il suo brand, Âmes d’Argile (Anime d’Argilla), come espressione del suo desiderio di aiutare le persone a connettersi con il proprio “Io” autentico. Il brand si basa sull’idea che ognuno di noi nasconde dietro le proprie maschere un’essenza unica, fatta di esperienze, emozioni e ricordi. Le sue creazioni, ispirate agli animali Totem, non sono semplici accessori, ma veri e propri simboli di identità. Ogni gioiello, realizzato a mano con materiali pregiati come le murrine in vetro di Murano, è unico e racconta una storia. Attraverso queste opere, Federica invita le persone a scoprire e celebrare la loro essenza più profonda, libera e autentica. Motto del brand: “Più che gioielli, uno stile di vita!.”
Federica descrive così il suo lavoro: “Con le nostre creazioni desideriamo trasmettere qualcosa di unico e fuori dall’ordinario: emozioni tangibili da indossare. Immaginiamo che chi sceglie Âmes d’Argile voglia comunicare un messaggio forte al mondo, qualcosa che vada oltre le parole, gridando la propria essenza con grinta e autenticità.” Federica si esprime attraverso diverse forme artistiche: pittura, scrittura, scultura e gioielleria. Ogni opera è un viaggio interiore che si traduce in materiali, forme e dettagli lavorati con estrema dedizione. Indossare un gioiello di Âmes d’Argile significa celebrare la propria unicità e portare con sé un frammento di bellezza e significato. Tra le sue fonti di ispirazione, Federica ama ricordare una citazione di Albert Einstein:
“Tutti sanno che una cosa è impossibile. Poi arriva uno che non lo sa e la fa.”
Per lei, questa frase incarna il coraggio di superare i limiti imposti dalle convenzioni, dimostrando che l’innovazione nasce da chi osa pensare diversamente. È una filosofia che guida il suo lavoro e la sua vita: avere curiosità, coraggio e determinazione per trasformare l’impossibile in realtà.
Cos’è per te l’arte?
Per me l’arte è tutto ciò che trasmette emozioni. È un’occasione per esprimersi nei più svariati modi. Mi verrebbe da dire che l’arte “sta negli occhi di chi guarda”, nel senso che ognuno di noi la interpreta e la rielabora in modo assolutamente unico e autentico. È evasione. Sì, evasione. Perchè quando crei qualcosa, ti concentri in maniera assoluta solo su quello, lasciando da parte tutto il resto, immergendoti con tutto te stesso, quasi escludendoti dal resto del mondo, facendoti trasportare dalle emozioni e dalla creatività. L’ arte, per me, è anche magia: ti permette di osservare il mondo con occhi diversi, ti permette di leggere storie che si nascondono dietro ad ogni opera ed è bello pensare ognuno di noi possa avere un’ interpretazione diversa. L’ arte è condivisione, gioia ma anche frustrazione, che non è per forza una cosa negativa, anzi: la frustrazione può essere anche positiva. Essa può diventare un motore creativo potente. Spesso, è proprio attraverso il conflitto interiore e l’insoddisfazione che si creano le opere più profonde e significative. La frustrazione può essere vista non solo come un ostacolo, ma anche come una fase necessaria nel processo artistico, spingendoci a migliorarci.
Come credi che la tua esperienza di vita a Venezia abbia influenzato la tua visione artistica e la creazione dei tuoi gioielli?
Beh, vivere a Venezia per più di vent’anni penso sia essa stessa “un’influenza artistica”. Ho avuto la fortuna di vivere in una città storica, totalmente immersa nell’arte. Ogni calle, ogni ponte, ogni palazzo racconta una storia incredibile. Venezia non è solo una città, ma un universo a sé, dove il tempo sembra scorrere con un ritmo diverso, sospeso tra il riflesso delle acque e la magnificenza dei suoi edifici gotici, rinascimentali e barocchi. Qui, l’arte non è confinata dentro ai musei, ma s’intreccia con la vita quotidiana: dai dettagli architettonici delle facciate dei palazzi ai mosaici dorati della Basilica di San Marco, dall’eleganza delle gondole fino alle celebri botteghe artigiane che ancora oggi tramandano antichi mestieri. Vivere in questo contesto è stata una fortuna immensa, un’ispirazione costante. Tuttavia, Venezia, pur essendo un luogo magico, può anche trasformarsi in una sorta di “gabbia dorata”: una città splendida ma chiusa, dove la bellezza stessa può diventare quasi soffocante. La sensazione di essere circondati da un’arte imponente e secolare, che si ripete immutata nei secoli, può far nascere il desiderio di qualcosa di più dinamico, più naturale, più libero. Così, con il passare del tempo, ho iniziato a sentire sempre di più il richiamo di voler vivere di più la Natura… se Venezia è un capolavoro costruito dall’uomo sull’acqua, la Natura è un’opera in continuo divenire, plasmata dalle forze del tempo e dell’universo. Unire la mia esperienza veneziana, sia lavorativa che personale, con il mio amore per la Natura e gli Animali è diventata una missione. È come se la raffinatezza della lavorazione del vetro, la sua capacità di catturare e riflettere la luce, si fosse fusa con la forza e l’autenticità degli elementi naturali, come l’argilla. Oggi cerco di portare con me il meglio di entrambi questi mondi: la precisione e l’arte della tradizione veneziana, insieme alla libertà e all’energia primordiale della natura. Questa fusione è ciò che guida il mio percorso creativo, permettendomi di trasformare un’arte millenaria in qualcosa di nuovo e unico, vivo e personale.
Qual è stata la sfida più grande quando hai deciso di lasciare la tua vecchia vita per intraprendere il percorso artistico?
Lasciare la mia vecchia vita per intraprendere il mio percorso artistico è stata, senza dubbio, la sfida più grande. Non è stata una decisione presa alla leggera, ma un vero e proprio salto nel vuoto, un atto di fiducia nel mio istinto e nella mia vocazione. C’era un misto di emozioni contrastanti: da un lato, l’euforia di seguire finalmente qualcosa che sentivo mio, dall’altro, l’incertezza di non sapere a cosa sarei andata incontro. Rinunciare a una strada sicura per inseguire una passione è sempre un rischio, ma dentro di me sapevo che non potevo fare altrimenti. Più che una semplice scelta, è stata una rinascita. Un percorso che mi ha messo me mi sta mettendo alla prova sotto molti aspetti, ma che mi ha anche permesso di scoprire una libertà di espressione che prima potevo solo immaginare.
C’è un momento specifico in cui hai capito che l’arte sarebbe diventata il centro della tua vita?
Nella mia vita ho sempre creato: disegni, quadri, sculture, storie. L’arte è sempre stata parte di me, ma a un certo punto ho iniziato a sentire dentro qualcosa di sempre più forte, una voce interiore che mi spingeva a inseguire i miei sogni, a credere che avrei potuto fare molto di più.
Era una sensazione viscerale, quasi fisica, come una luce calda molto intensa nello stomaco, impossibile da ignorare. Mi sembrava quasi di avere il Sole rinchiuso nel mio stomaco. Quando ho capito che stava diventando incontenibile, ho deciso di lasciarla esplodere e di
seguirla, correndo il rischio senza voltarmi indietro.
Perché hai scelto proprio gli animali Totem come simbolo per il tuo brand? Hai un Totem personale che ti rappresenta?
Ho scelto gli animali Totem come simbolo per il mio brand perché dietro di loro si cela un universo di significati, un legame profondo tra l’uomo e la natura che ci circonda e ci ospita. Credo che ognuno di noi sia connesso intimamente al mondo naturale, agli elementi, agli
animali, e che questa connessione vada oltre la semplice osservazione: è un legame antico, quasi spirituale. La mia passione per gli animali non si è mai fermata alla loro morfologia o ai loro comportamenti. Ho sempre cercato qualcosa di più profondo, quasi mistico. Ogni animale porta con sé un messaggio, un’energia, una storia da raccontare. Quando penso a un animale, lo immagino immerso in un racconto, gli attribuisco un’anima, un’identità simbolica che si intreccia con il vissuto di chi lo sceglie. Ognuno dei miei Totem racconta storie uniche e personali, riflettendo le emozioni, le esperienze e la forza interiore di chi lo porta con sé. Il mio Totem personale è quello del Lupo.
Come riesci a mantenere un equilibrio tra la tradizione artigianale veneziana (come l’uso del vetro di Murano) e l’innovazione nel design?
Per me, l’innovazione non è solo una questione di tecnica, ma di visione. Mantengo l’equilibrio tra tradizione e innovazione prendendo spunto dall’artigianato veneziano, ma trasformandolo in qualcosa di intimo e personale. Il vetro di Murano e le murrine, pur avendo un ruolo minimo nel mio processo, sono un legame con la mia esperienza a Venezia, ma non definiscono il mio stile: è l’argilla, la materia primordiale, a raccontare la mia vera essenza artistica. L’innovazione sta nel modo in cui creo: ogni mio ciondolo non è solo un oggetto, ma un simbolo, una storia da portare con sé. Non mi limito a riproporre elementi tradizionali, li faccio miei, li plasmo in una forma nuova, dove la natura, il totem e l’arte si fondono in un linguaggio unico e personale.
Il processo di creazione dei tuoi gioielli è molto personale: hai un rito o una routine creativa che segui?
Il mio processo creativo è molto istintivo, ma ha comunque una sua ritualità. Spesso, mi piace ricercare l’ispirazione in montagna, passeggiando in mezzo ai boschi, o lungo gli argini dietro casa, immersa nel silenzio. Ogni ciondolo nasce da un’idea, da un’emozione, da un’immagine che prende forma nella mia mente. A volte è un’ispirazione improvvisa, altre volte è un’energia che cresce dentro di me fino a diventare qualcosa di concreto. Prima di iniziare, ho bisogno di entrare in connessione con l’animale Totem che sto creando. Mi piace lavorare in un ambiente tranquillo, spesso circondata da elementi naturali, magari ascoltando suoni che mi aiutano a immergermi in quell’energia. Le mani fanno il resto: plasmo l’argilla lasciandomi guidare dal flusso creativo, senza forzare troppo il risultato, ma lasciando che ogni pezzo trovi la sua forma naturale. Ogni ciondolo è unico perché porta con sé non solo la mia visione, ma anche l’energia del momento in cui l’ho creato. È un processo quasi meditativo, in cui tradizione, istinto e significato si intrecciano in ogni dettaglio.
Come vorresti che le persone si sentissero indossando un gioiello di Âmes d’Argile?
Vorrei che, indossando un gioiello di Âmes d’Argile, le persone si sentissero speciali, uniche, autentiche, potenti e comprese. Ogni ciondolo è più di un semplice accessorio: è un simbolo, un legame con la propria essenza più profonda. Mi piacerebbe che chi lo indossa percepisse una connessione con il proprio animale Totem, trovando in esso forza, protezione o
semplicemente un riflesso del proprio spirito. Vorrei che ogni pezzo trasmettesse un senso di appartenenza e significato, come se fosse stato creato su misura per l’anima di chi lo sceglie.
Credi che l’arte possa aiutare le persone a riscoprire la propria autenticità? Se sì, come?
Sì, credo profondamente che l’arte possa aiutare le persone a riscoprire la propria autenticità. L’arte è un linguaggio senza filtri, uno spazio in cui possiamo esprimerci liberamente, senza le
maschere che spesso indossiamo nella vita quotidiana. Quando ci lasciamo coinvolgere dall’arte, che sia crearla o semplicemente viverla, entriamo in contatto con le nostre emozioni più vere. È un processo che ci spinge a guardarci dentro, a riscoprire chi siamo davvero, al di là delle aspettative esterne. L’arte ha questo potere: ci connette con noi stessi e con gli altri,
ci aiuta a riconoscere la nostra voce interiore e a manifestarla nel mondo.
Quale messaggio speri che le tue creazioni trasmettano a chi le osserva o le indossa?
Spero che le mie creazioni trasmettano un senso di forza e di coraggio. Ogni ciondolo porta con sé una storia, un’energia, un simbolo che può risuonare in modo diverso per ognuno, ma sempre in modo autentico. Vorrei che chi le osserva o le indossa percepisse non solo la bellezza dell’oggetto, ma anche il suo significato più nascosto: un richiamo alla propria essenza, alla forza interiore e al legame ancestrale che abbiamo con la natura e gli animali. Più di tutto, vorrei che evocassero un’emozione vera, qualcosa che faccia sentire chi li sceglie in sintonia con il proprio percorso e la propria identità.
Hai in programma di esplorare altre forme d’arte o materiali per espandere il tuo brand?
Probabilmente sì, in futuro esplorerò altre forme d’arte e materiali per espandere il mio brand. L’arte è evoluzione, e sento che il mio percorso creativo potrebbe portarmi a nuove sperimentazioni. Per ora, ho iniziato a scrivere, trasformando le mie idee sugli animali Totem in storie e racconti. Un esempio è il mio primo libro, Il viaggio di Ahiga, dove ho dato voce a queste connessioni profonde attraverso la narrazione. Credo che il mio percorso continuerà a intrecciare arte, simbolismo e narrazione, trovando nuove modalità per esprimere e condividere il mondo che porto dentro.
Come immagini il futuro di Âmes d’Argile nei prossimi anni?
Immagino il futuro di Âmes d’Argile come un’evoluzione naturale del mio percorso artistico, un brand che continuerà a crescere, mantenendo sempre intatta la sua autenticità e connessione con la natura. Sogno un brand che non sia solo una collezione di gioielli, ma un vero e proprio universo simbolico, dove ogni creazione racconta una storia e diventa un legame tra chi la indossa e il proprio spirito animale. Più di un prodotto, un’esperienza, qualcosa che possa accompagnare le persone nel loro viaggio personale, dando sempre più importanza alle storie delle persone che scelgono di portare con sé uno dei miei Totem. Qui, la narrazione continuerà sicuramente a giocare un ruolo importante.
Se potessi collaborare con un artista o designer famoso, chi sceglieresti e perché?
Non mi sono mai posta questa domanda, ma se potessi collaborare con qualcuno, sceglierei un artista o designer che abbia un forte legame con la natura, il simbolismo e l’artigianato. Qualcuno che, come me, crede che l’arte sia un mezzo per connettersi con qualcosa di più profondo, che va oltre l’estetica e tocca l’anima. Oppure, perché no, mi piacerebbe uscire dagli schemi e collaborare con artisti di altri ambiti, come la musica. Cantanti come Marco Mengoni o Giorgia, per esempio, hanno una sensibilità artistica e una capacità espressiva incredibile. Sarebbe affascinante vedere come la mia arte e il mio messaggio potrebbero prendere vita attraverso la loro voce, trasformandosi in qualcosa di ancora più grande. Mi piace sognare in grande, e chissà, magari un giorno succederà davvero!
Sogno nel cassetto?
l mio sogno nel cassetto è realizzarmi pienamente come artista, vivendo in armonia con la mia essenza, immersa nella natura e circondata dagli animali. Immagino un luogo dove poter creare in libertà, senza distrazioni, dove il ritmo della vita segue quello della terra, delle stagioni, del respiro degli alberi. La natura è la mia più grande fonte di ispirazione, e poterla vivere ogni giorno, in modo autentico, sarebbe il modo perfetto per alimentare la mia creatività. Non si tratta solo di uno spazio fisico, ma di uno stato d’animo, una condizione in cui l’arte e la vita si intrecciano senza barriere. Un luogo dove continuare a creare, sperimentare, scrivere, raccontare storie attraverso i miei ciondoli, trasformando ogni pezzo in un legame profondo tra l’uomo e la natura. Più di tutto, sogno di trasmettere questo senso di connessione a chi sceglie le mie creazioni, affinché possano sentirsi parte di qualcosa di più grande, qualcosa di antico e al tempo stesso profondamente








