FRANCESCO GALIZIA

FRANCESCO GALIZIA, polistrumentista (pianoforte/tastiere, fisarmonica, sassofono) nasce ad Ostuni (BR) nel 1979, si diploma in pianoforte (2000), in sassofono (2008) e si laurea in didattica del sassofono (2010). Dal 2009 suona come orchestrale nelle trasmissioni televisive su RAIUNO :“Premio BAROCCO (ed.2009,’10,’11)”, “OSCAR TV-Premio Regia Televisiva (ed.2010,’11,’12,’13,’14,’15)” e “Nella memoria di Giovanni Paolo II° (ed.2017)” (teatro ARISTON di Sanremo, RAI di Roma, etc..) con l’Orchestra Terra d’Otranto con la quale è in attività anche per concerti e progetti (Cinesinfonia, etc..) non di natura televisiva. Dal 2005 al 2014 è pianista dei “WANTED CHORUS” (Gospel); vincitore dell’Awards’06 come miglior gruppo Gospel Italiano; partecipa al  Milano Gospel Festival ed.’06, ’07, ’08, ’09 (MEDIASET); è arrangiatore delle musiche per PASSION CHRIST, con Savino Zaba (RAIUNO) nelle grotte di Castellana dal 2012;  ha inciso: “GREATEST YEARS-Un viaggio lungo dieci anni” nel 2007; “THRILLER ON AIR” nel 2011;  “Just-Christmas – the great gospel album” nel 2014. Con l’Orchestra Magna Grecia suonaal Premio Costa Dei Trulli ’10 con R.Arbore, G.Proietti e S.Autieri. Ha inciso nei CD:

  • “NICCHIO E L’ACCORDO SPECIALE-SCHERMATA BLUES” con Michele Papadia ed. FO(U)R;
  • “Il sogno di Vincenzo” di Donato Fumarola ed. “Dodicilune”;
  • “SIDE C” di Maurizio Lomartire ed. “BluService s.r.l.”;
  • “A piedi nudi” di Pietro Verna, ed. “Digressione Music”;
  • “Django’s mood” di Franco Speciale, ed. “NOTABENE”;
  • “Carne e poesia” di Pietro Verna, ed.Digressione Music”.

Ha suonato nello spettacolo “Todo el amor..”, con gli attori Giancarlo Giannini (2018, Trinitapoli) e Michele Placido (2019, Trani). Con progetti inediti, ha aperto i concerti di: MICHELE ZARRILLO, JAMES SENESE, JOE BARBIERI, MAX MANFREDI, NICCOLO’ FABI e PEPPE BARRA. Collabora con l’emergente cantautore pugliese Pietro Verna (studio, festival, contest, concerti live, etc..). E’ in attività con i progetti:  Hot Club De Bari (manouche/gipsy jazz),  NuTango Wave (tango jazz),  Ruta Del Alma (sudamericano/capoverdiano),  Gigli e Gigliastri (cantautorato/poesia),  Cantautorando (cantautorato italiano),  New Orchestra (tango argentino),  Lucy&Binario Swing (swing/manouche),  L’Amore è Femmina-TRIO (pop/funk),  Questo sono io…(recital su Domenico Modugno),  ½ ligure+ ½ siciliano=1 italoamericano (recital su Frank Sinatra),  Romantico Retrò (cantautorato anni ‘60/’70),  etc.. ha suonato in svariati festival (Notti d’Estate a Castel Sant’Angelo, Swing on the beach, Multiculturita Jazz Festival, etc) a ROMA, PESCARA, etc.. con “I GIULLARI” ha rappresentato l’Italia in Lussemburgo in festival dal ‘08 al ’12  (Fete des Cultures, Fete de l’Amitiè, Festival dell’Emigrazione). Dal 2015 in attività con progetti di musica/poesia su Gianmaria Testa, Leopardi/Battisti,  Dalla/Merini,  Concato/Neruda, Fossati/Pavese, De Gregori/Pasolini, F.De Andrè. Con la NIKOLAUS Production nel 2014/15 è stato in attività per spettacoli teatrali vari. Dal 2011 al 2013 ha inciso musiche per spot di diffusione nazionale (Granoro). Ha studiato, suonato, collaborato o collabora tutt’ora con: Felice Mezzina, Maurizio Giammarco, Daniele Di Bonaventura, Javier Girotto, Jean Marie Londeix, Mario Rosini, Pooh, Antonella Ruggiero,  Gigi D’Alessio, Renzo Arbore, Tito Schipa Jr, Antonio Palazzo, Roberto Manzin, Franco Speciale, Gianni Morandi, Savino Zaba, Cheryl Nickerson, Cheryl Porter, Karima, Serena Autieri, Michele Papadia, Roberta Ubaldo, etc.… E’ docente di sassofono presso la scuola media ad indirizzo musicale.

Qual è stato il tuo primo strumento musicale e come hai iniziato a suonarlo?
Il primo strumento che ho iniziato a suonare è stato il pianoforte. Ho cominciato perché mio padre notò il mio interesse quando, a circa sette anni, ascoltavo musicassette e vinili dei cartoni animati e non solo. Così, si adoperò per trovare un insegnante che mi desse lezioni private di pianoforte. È così che è iniziato tutto.

Quali sono gli strumenti che suoni attualmente?
Al momento, suono vari strumenti: tastiere/pianoforte, organo hammond, fisarmonica e sassofoni. Suono anche qualche altro strumento, come il flauto traverso e un po’ la batteria, ma solo a casa e non mi esibisco in pubblico con questi. Se fosse per me, suonerei tutti gli strumenti che l’uomo è stato capace di costruire.

Come riesci a bilanciare lo studio e la pratica di più strumenti diversi?
Immagina che, da ragazzino, mi impegnavo e studiavo molto, sfruttando circa 20 ore al giorno fra scuola, compiti, ecc.. lasciando il tempo rimanente per mangiare e dormire. Ho dedicato moltissimo tempo alle varie fasi di studio del conservatorio. Successivamente, lo studio è diventato suonare continuamente in vari progetti. Attraverso questo processo, ho scoperto sfumature tecniche e di linguaggio nella musica classica e non, nei diversi strumenti. Un parametro soggettivo è la contaminazione tecnica fra uno strumento e un altro, anche se molto diversi tra loro.

Ci sono stati momenti in cui hai trovato particolarmente difficile apprendere un nuovo strumento? Se sì, come hai superato queste difficoltà?
Con il passare degli anni, i tempi a disposizione si sono ristretti. Avrei ancora voluto imparare a suonare il violoncello e esplorare il mondo delle chitarre, o suonare il bandoneon che stavo per comprare. Tuttavia, sono consapevole di non avere più la disponibilità di tempo che avevo nella fase finale dei miei vent’anni o nei miei 25 anni, quando potevo dedicare molto tempo allo studio. Le giornate sono ora occupate da molte altre cose. Nonostante ciò, suonare il sassofono è stato una sfida significativa per me. All’inizio, ho imparato da solo a coordinare le due mani e la bocca, ma è stato difficile adattarmi; poi sotto la guida di altri sassofonisti, ho affinato il tutto, provenendo da un mondo di strumenti a tastiera.

Qual è stato il momento più memorabile della tua carriera musicale finora?
La mia passione per la musica nasce dalle esperienze profonde e genuine che ho vissuto sin da bambino nei gruppi folkloristici come fisarmonicista e durante le serate di piano bar. Crescendo nel Salento, ho frequentato sale da ballo e ambienti musicali che hanno influenzato profondamente il mio percorso, parallelo agli studi di musica classica. Mi piace anche il mondo moderno, il pop e il jazz, e con il tempo sono riuscito a contestualizzare queste influenze diverse in varie esperienze (concerti, trasmissioni televisive, festival, ecc..). Un ricordo particolarmente bello della mia carriera è stato partecipare a produzioni televisive; in particolare per cinque anni consecutivi ero nella trasmissione Oscar TV – Premio Regia Televisiva- dal Teatro Ariston di Sanremo su Raiuno, dove ho avuto l’onore di essere uno degli orchestrali. Entrare in quel teatro è stata un’esperienza fantastica che ogni musicista vorrebbe vivere.

Come credi che suonare più strumenti abbia influenzato il tuo approccio alla composizione musicale?
Conoscere più strumenti inevitabilmente ti fornisce un bagaglio tecnico che permette di comprendere come le loro peculiarità e caratteristiche possano essere combinate per ottenere un certo effetto. Tuttavia, è fondamentale avere anche una buona dose di creatività da esprimere, specialmente nella composizione musicale. Ultimamente mi capita spesso di scrivere e arrangiare musica originale per orchestre scolastiche. Lo scorso anno, una mia partitura inedita ha vinto un premio come miglior partitura in un concorso per orchestre scolastiche, e io ho ricevuto il premio come miglior compositore. In futuro, spero di pubblicare qualcosa riguardo a questo ambito che mi appassiona molto.

Hai qualche consiglio per chi vuole iniziare a suonare più di uno strumento?
Non mi considero un dispensatore di consigli, ma come insegnante, una cosa che dico sempre è che bisogna prendere lo strumento e studiare molto. Questo è un approccio che, purtroppo, nelle ultime generazioni sta un po’ scemando. Ho passato ore, consecutive, a studiare fino a “buttare il sangue” (quando letteralmente le labbra cominciano a cedere). Ricordo che suonavo il sassofono fino a quando non mi sanguinava il labbro, e solo allora mi fermavo. Quindi, il mio consiglio è di dedicarsi allo strumento e allo studio con impegno, e di ascoltare i grandi strumentisti per trarre ispirazione.

Quali sono le tue principali influenze musicali e come hanno influenzato il tuo stile di esecuzione?
Le mie influenze musicali sono davvero molteplici. Pur tendendo verso alcuni generi musicali moderni, credo fermamente che la musica sia tutta bella. Recentemente, sono tornato a fare concerti liturgici, e la sera successiva mi sono esibito in concerti pop o di musica jazz. Da ragazzo, ascoltavo il pop di Elton John e il rock dei Pink Floyd, oltre ad apprezzare i cantautori italiani. In sostanza, ho un “polpettone” di influenze musicali nella mia testa; amo anche il jazz.

Ci sono strumenti che hai provato a suonare ma che hai trovato particolarmente difficili o meno affini al tuo stile?
Portare uno strumento ad un alto livello richiede di affrontare le sue specifiche complicanze tecniche e linguistiche. Come dicevo prima, mi sono fermato a un certo punto, realizzando che non avrei avuto il tempo di raggiungere lo stesso livello che ho con il pianoforte, fisarmonica o il sassofono con altri strumenti, come il violoncello. Ho comprato un flauto traverso e ho preso qualche lezione, e ogni tanto suono per conto mio a casa. Tuttavia, non mi esibisco pubblicamente con questo strumento, perché ritengo che ci si debba esporre solo quando si suona a livello professionale. In definitiva, ogni strumento è complicato se si desidera raggiungere un alto livello di competenza.

Descriviti in tre parole.
Musicalmente parlando:  Paziente, Estroverso, Versatile

Progetti futuri?
Non mi espongo più di tanto perché al momento sto valutando nuovi contatti che riguardano generi musicali molto diversi. Non avendo ancora certezze, preferisco non aggiungere altro. La musica è bella tutta, quindi per ora lasciamo tutto nel calderone.

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