FRANCESCO VERDI

FRANCESCO VERDI

Francesco nasce a Montevarchi il 17 aprile 1973. Fin da bambino mostra un talento artistico così intenso da alimentare il sogno di diventare pittore, sogno che realizza con determinazione. Dopo il diploma al Liceo Artistico, prosegue gli studi all’Accademia di Belle Arti di Firenze, dove espone le sue prime opere basate su soggetti studiati durante il percorso accademico. Un incontro significativo con un libro teologico, “I grandi iniziati”, lo ispira profondamente, guidandolo verso una carriera pittorica ricca di simbolismo. Affascinato dalla luna, che osservava ogni notte dalla finestra del suo appartamento, dà vita alla serie “Pelle di luna”, in cui rappresenta anime sospese tra la terra e il cielo, illuminate da una luce lunare che simboleggia la vittoria sulle tenebre e la dualità tra bene e male. I suoi dipinti si distinguono per l’uso essenziale dei colori, dove spiccano il grigio-azzurro lunare e lo sprazzo di rosso che evoca passioni e aspirazioni umane. Dopo una pubblicazione su Mondadori, incontra il gallerista Mario Mazzoleni, con cui collabora esponendo a prestigiose manifestazioni come le Biennali di Venezia e Art Basel Miami. Nel corso della sua carriera, espone accanto a maestri come Dalì, Picasso, Rodin e Andy Warhol, mentre alcune delle sue opere entrano a far parte di musei e collezioni di rilievo. Francesco descrive la sua arte come un dono, un luogo dove sogno e realtà si fondono e dove le parole non bastano a spiegare ciò che la tela può raccontare.

“Dipingo anime sospese nel cono d’ombra tra terra e luna. Dal nero di sfondo esse emergono colorate di luce lunare dando forma corporea all’etereo… spesso ti guardano oppure si mettono in posa per raccontare l’essere umano. La luce ha valenza simbolica… è la vittoria sulle tenebre, il contrasto tra il bene e il male, la dualità dell’uomo nel corso delle vicissitudini della vita. Pochi essenziali colori… uno sprazzo di Rosso a simboleggiare fuoco, Passioni, tentazioni, aspirazioni, tutto nello spazio di una tela dove sogno e realtà si fondono, dove io vi regalo quello che a parole non so spiegare”.

Cos’è per te l’arte?

L’arte è la possibilità che Dio ha dato a qualcuno di noi di vivere per sempre.

Cosa ti ha colpito di più nel libro “I grandi iniziati” tanto da influenzare profondamente la tua arte?

Ero in un periodo di passaggio sia artistico che intellettuale, cercavo qualcosa che potesse unire un pensiero profondo che arricchisse le mie opere, questo libro parla di esistenza anche siderale, è da lì che ho tratto la mia attuale poetica.

La serie “Pelle di luna” sembra avere un forte significato simbolico. Come scegli i soggetti da rappresentare e cosa vogliono comunicare le anime sospese tra terra e luna?

La serie “pelle di luna” parla proprio di questo, di anime sospese nel cono d’ombra tra la terra e la luna, sono loro che hanno coscienza dei misteri della vita. Scelgo i miei modelli e le mie modelle come con i canoni estetici dei nostri giorni per far apparire il mio lavoro più contemporaneo possibile, ma con uno sguardo rispettoso per i grandi maestri come Caravaggio

Il rosso nelle tue opere ha un ruolo molto preciso. C’è un episodio particolare che ti ha portato a scegliere questo colore per rappresentare passioni e aspirazioni?

È vero, il rosso ha una valenza simbolica molto importante, non c’è un episodio in particolare che mi ha spinto ad usarlo, bensì è ciò che rappresenta per me. Rosso come le nostre passioni, i peccati, le aspirazioni, varia da quadro a quadro, ma soprattutto è fiamma, dopotutto la parola “arte” deriva da “ars”. Fuoco.

Osservare la luna ogni notte sembra essere stato un rito quasi meditativo per te. Questo rapporto con la notte e la luce lunare continua a influenzare le tue opere attuali?

Quando ero bambino stavo ad osservare la luna piena dalla finestra, ne ero rapito, affascinato, tutt’ora lo sono ed è complice ispiratrice anche oggi dei miei dipinti.

Com’è stata l’esperienza di esporre accanto a nomi come Dalì, Picasso, Rodin e Warhol? C’è un’opera o un artista tra questi che senti particolarmente affine al tuo stile?

Esporre con maestri di questo calibro mi ha lusingato tantissimo, ha rafforzato per me la consapevolezza di poter anch’io lasciare qualcosa di importante al mondo. Tra questi maestri citati quello che ammiro di più è Salvador Dali.

Collaborare con Mario Mazzoleni ha segnato un punto di svolta nella tua carriera. Cosa ti ha colpito maggiormente nel suo approccio alla tua arte?

Mario è stato il primo gallerista che ha creduto nel mio lavoro, ne ha colto il senso e ha contribuito alla divulgazione delle mie opere in musei e grandi collezioni.

Alcune delle tue opere fanno parte di collezioni prestigiose. C’è un museo o una città in cui sogni ancora di esporre?

Il MoMa, chissà.

Hai mai pensato di esplorare altri colori simbolici nelle tue opere o il grigio-azzurro e il rosso rappresentano ormai una tua firma?

Cambiare stile richiede un’esigenza che viene dal profondo, per adesso questo mio modo di fare arte mi completa e mi emoziona ancora.

Cosa speri che chi osserva le tue opere percepisca al primo sguardo e cosa invece preferisci che scopra solo dopo una riflessione più profonda?

Spero che chi osserva le mie opere senta anche solo l’uno per cento di quello che provo io e vi assicuro che non è poco.

Descriviti in tre colori.

Nero, azzurro, rosso. Perché alla fine senza questi colori sarei un artista diverso e a loro devo tanto!

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