GIANCARLO CARACCIOLO

GIANCARLO CARACCIOLO (Taranto, 22 Giugno 1987) è uno scrittore. Nel 2006 inizia a dedicarsi alla scrittura su numerosi portali web su temi eterogenei come musica, editoria, cinema, società, comunicazione, politica del lavoro e successivamente in ambito professionale. Dal 2009 è in attività per FISTel CISL Taranto/Brindisi, dal 2016 è coordinatore dipartimento informazione e comunicazione FISTel CISL Puglia. Nel 2018 pubblica il libro d’esordio “Internet Ha Ucciso Il Rock” (Les Flâneurs Edizioni); nel 2020 pubblica il libro “Simulation Of Muse:oltre la realtà” (Fides Edizioni). Nel 2023 pubblica il libro “Internet Ha Ucciso Il Rock II” (Les Flâneurs Edizioni), sequel del precedente capitolo. Convinto del legame tra la coltivazione della personalità tramite l’accrescimento del proprio patrimonio culturale e i percorsi che si intraprendono nella vita.

Quando e come hai iniziato a scrivere? Come è nata questa tua passione?

Ho iniziato a scrivere già da quando in realtà non ero consapevole di farlo in maniera intrigante, non a detta mia ma della mia insegnante di italiano alle scuole medie. Terminati gli studi mi sono cimentato nella scrittura d’opinione, la cosiddetta critica musicale (soggettiva, visto che ormai con Internet non esistono confini, è meglio specificarlo).

Come nasce un tuo romanzo e qual è la tua fonte di ispirazione?

In passato ho letto quasi esclusivamente scrittori saggisti e non ho un autore preferito, fatta forse eccezione per Tom Clancy, uno dei pochissimi narratori a cui sono da sempre appassionato. Per il resto sto approfondendo i testi di autori di settore, come il produttore discografico Jeff Blue che ha scritto una interessante biografia sui Linkin Park, il giornalista Ronen Ginovy fan malato dei Pearl Jam, o Joel Mclver e il suo libro sui Metallica. Ultimamente sono piuttosto e orgogliosamente monotematico, Maccio Capatonda a parte.

Qual è il genere letterario che preferisci scrivere?

Internet Ha Ucciso il Rock vol. I e II sono davvero qualcosa di diverso. Un Incrocio tra narrativa, saggistica e un pizzico di cronaca. Sono molto felice di aver dato vita ad un mix di genere in grado di fornire una lettura scorrevole, divertente ma allo stesso tempo intrigante, da quello che dicono i lettori.

Il personaggio che hai creato che ti è più caro e perché?

Bella domanda. Nel primo volume di Internet Ha Ucciso il Rock narravo circa Woodstock ’69 e credo che il personaggio di Jack Sunders, per quanto difficile da collocare, sia risultato tra i più azzeccati; è stato molto figo rivivere quegli anni e quel periodo attraverso i suoi occhi.  Nel secondo volume di Internet Ha Ucciso il Rock, preferisco il giapponese Shou Ikeda, perchè un pò come me è stato un adolescente avido di dischi durante i primi anni duemila, ma anche il folle Richard Van Orton, disegnatore che cerca se stesso nel deserto del Nevada e inconsapevolmente disegna una copertina per un album da paura (Battle Born, The Killers, 2012). Molto difficile come domanda! 

Qual è il consiglio più prezioso che hai ricevuto come scrittrice e che vorresti condividere con noi?

Più che un consiglio, i moniti più stimolanti mi sono stati forniti proprio all’interno della redazione editoriale da Alessia Caprioli in primis in quanto ghostwriter dei due testi,  e dall’editore Alessio Rega. In poche parole i loro messaggi sono sempre stati questi: “pubblicare oggi non è troppo difficile, il punto è farlo bene e poi lavorare per esserci”. Ed è vero, oggi con internet puoi pubblicare qualsiasi cosa, credo di leggere un articolo orribile almeno una volta alla settimana, il punto cruciale è mantenere una credibilità nel tempo e  quindi una leadership sul mercato. Direi che ci stiamo riuscendo, ma serve uno sforzo quotidiano, il ‘tutto e subito’ è soltanto uno slogan di chi ti vuole vendere un sogno, quando in realtà ti vuole usare come un prodotto.

Parlaci dei tuoi libri.

Provo a sintetizzarti i due volumi. Attraverso ventidue episodi  che coprono diverse epoche storiche, Internet Ha Ucciso il Rock I e II esplorano come i progressi tecnologici abbiano influenzato la musica e, a loro volta, come la musica abbia influenzato la società. I testi alternano quindi momenti narrativi a quelli divulgativi, offrendo una riflessione sull’impatto rivoluzionario del rock e sul suo progressivo affievolimento nell’era digitale. L’obiettivo è anche quello di analizzare due modi opposti di concepire la musica: da un lato, il consumo rapido tramite i servizi di streaming, con software che manipolano dati, classifiche influenzate dagli algoritmi e un’idea di successo musicale del tutto distorta; dall’altro, l’ascolto più riflessivo su supporto fisico, che può creare un legame profondo e influenzare la vita delle persone, e che quindi ha dato vita ai grandi protagonisti della musica del passato, che spesso (non sempre) erano delle rockstar o delle rock band. Credo sia abbastanza, altrimenti potresti guardare una qualsiasi classifica streaming di oggi, una qualsiasi classifica dischi di ieri, e poi osservare le due copertine: fa uno strano effetto, ti assicuro.

Descriviti in 3 parole.

Intraprendente, creativo, analitico.

Di cosa ti occupi oltre ad essere un autore?

Come anticipato nella bio, mi occupo di comunicazione e di scrittura a 360 gradi. Ultimamente sono parte della redazione del primo magazine sul settore del customer care presente in Italia, forse in Europa (si chiama KIT, si può dire?)

Libro nel cassetto?

Uno è già nel cassetto del mio editore Alessio Rega, non tratta di musica ma di politica, società e costume basati sul modello americano, che poi in realtà sta diventando anche il nostro modello. E poi c’è un inizio di testo che devo ancora elaborare con la mia azienda, Teleperformance Italia, devo ancora chiedere loro se può piacerli l’idea!

Progetti futuri?

Sono collegati a quanto detto sopra. Sicuramente la sfida di questa rivista di settore è intrigante,  ma allo stesso tempo voglio proseguire il percorso di diffusione di una certa visione della musica e dei suoi valori. I risultati parlano chiaro, tanta gente in ogni parte d’Italia mi contatta per congratularsi dei due volumi di Internet Ha Ucciso il Rock,  e sento che questo sarà ancora parte del mio futuro per molto tempo.

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