GIANNI MANTOVANI

GIANNI MANTOVANI vive a Concordia (Modena) dove è nato nel 1950 e terminati gli studi artistici a Modena e a Bologna a 23 anni inizia ad insegnare al Liceo Artistico di Bologna e dopo aver vinto il concorso nazionale nel 1991 è stato Docente di Pittura presso l’Accademia di Belle Arti di Bologna. Numerose le mostre personali e collettive realizzate in spazi pubblici e privati tra cui: Palazzo delle Esposizioni a Roma, Cristinerose Gallery a New York, Lane Crawford ad Hong Kong, Smith’s Galleries a Londra, Galleria Mazzocchi di Parma, Istituto di Cultura “Casa Cini” di Ferrara, Istituto di Cultura Italiano di Berlino, Galleria Comunale di Angoulême (Francia), Università di Parenzo (Croazia), Castello dei Pio di Carpi, Pinacoteca Nazionale di Bologna, Palazzo d’Accursio a Bologna, Galleria Unimediamodern di Genova. Tra gli altri, gli hanno dedicato scritti e note critiche: Renato Barilli, Mario Bertoni, Luigina Bortolatto, Maria Campitelli, Toti Carpentieri, Renata Casarin, Giorgio Celli, Claudio Cerritelli, Vittoria Coen, Diego Collovini, Giorgio Cortenova, Enrico Crispolti, Roberto Daolio, Gianfranco Ferlisi, Michele Fuoco, Armando Ginesi, Antonio E. M. Giordano, Walter Guadagnini, Filiberto Menna, Nicola Micieli, Luigi Meneghelli, Marco Meneguzzo, Sandro Parmiggiani, Marilena Pasquali, Concetto Pozzati, Sandro Ricaldone, Matteo Vanzan.

Qual è stato il momento o l’evento specifico che ti ha fatto capire di voler dedicare la tua vita all’arte?

Quando ancora ero uno scolaretto ricevevo apprezzamenti e complimenti dalla mia maestra e dai miei professori delle scuole medie. Era la materia dove andavo meglio e con i voti più alti.

Come ti ha influenzato la tua formazione all’Istituto d’Arte di Modena e all’Accademia di Belle Arti di Bologna nella tua crescita artistica?

Le scuole sono state importanti; i professori con i loro insegnamenti mi hanno fatto capire che avevo qualità in ambito artistico e con l’impegno e la dedizione potevo ottenere buoni risultati.

Nel corso della tua carriera hai esplorato diversi stili e forme espressive. Cosa ti ha portato a orientarti verso l’astrazione arcaica negli anni ’80?

A metà degli anni ’80 la mia ricerca artistica era orientata all’astrattismo anche perchè era un periodo di rinnovato interesse nel settore.

Cosa ha rappresentato per te il lavoro con Giorgio Cortenova e in che modo ha influenzato la tua evoluzione artistica?

A Giorgio Cortenova, allora Docente all’Accademia di Belle Arti di Bologna e Direttore della Galleria d’Arte Moderna di Verona, che si interessava di astrattismo definendolo “Astrazione arcaica”, i miei lavori piacquero molto, tanto da inserire subito una foto di una mia opera in un importante articolo pubblicato sulla rivista Le Arti News. Questo apprezzamento contribuì a confermare la ricerca che stavo intraprendendo e ad accrescere il mio interesse.

Durante la tua carriera hai partecipato a numerose mostre in tutto il mondo. Qual è stata l’esperienza espositiva che ti ha lasciato il segno più profondo?

Fuori dall’Italia ho partecipato prevalentemente a mostre collettive organizzate da critici. La rassegna CINDERELLA’S REVENGE è stata esposta in importanti città in diversi continenti, Cristinerose Gallery di New York, Lane Crawford a Hong Kong, Smith’s Galleries a Londra ed esporre assieme ad Armani, Ferrè, Jean Paul Gaultier, Yves Saint Laurent mi ha fatto certamente piacere.

Negli anni ’90 ti sei appassionato all’arte africana. Come ha influenzato il tuo lavoro e come vedi il dialogo tra arte contemporanea e arte tradizionale africana?

Nel 1990 mi sono appassionato alle arti etniche ed in particolare all’arte tribale africana anche perchè quasi tutti i più importanti artisti dell’inizio ‘900 avevano nutrito interesse per queste espressioni artistiche a partire da Picasso, Braque, Modigliani ecc.

Le tue opere recenti sembrano riflettere un forte legame con la natura. Da cosa nasce questa connessione e come si manifesta nei tuoi dipinti?

Agli inizi degli anni ’90 ho sentito che le espressioni astratte erano culturalmente superate e, nonostante il mio lavoro fosse apprezzato da importanti critici e nonostante facessi molte esposizioni in importanti città italiane, ho sentito il bisogno di orientare la mia ricerca artistica verso la natura, l’ambiente e il paesaggio.

Sei anche un educatore con una lunga carriera accademica. Come hai integrato il tuo lavoro di docente con la tua carriera artistica e in che modo l’insegnamento ha influenzato il tuo processo creativo?

Ho iniziato ad insegnare al Liceo Artistico di Bologna all’età di 23 anni. Dopo essere risultato vincitore del concorso nazionale tenutosi a Firenze sono diventato Docente di Pittura presso l’Accademia di Belle Arti di Bologna dove ho insegnato nella stessa aula in cui sono stato studente diversi anni prima.

Nel corso della tua carriera hai esplorato temi ambientali e climatici. Quale ruolo pensi che l’arte possa svolgere nella sensibilizzazione verso questi problemi globali?

L’arte visiva può essere un importante strumento di sensibilizzazione di questo settore così importante per tutti noi. I messaggi che vengono trasmessi attraverso le opere d’arte vanno a toccare il cuore e la mente di chi li guarda; in particolare i giovani studenti delle scuole primarie quando è possibile vengono accompagnati nelle sedi espositive e davanti ai miei lavori vengono educati al rispetto della natura e dell’ambiente.

Hai lavorato con figure iconiche della moda come Armani e Gaultier. In che modo questo incontro tra arte e moda ha arricchito il tuo linguaggio visivo?

Tutti gli incontri con persone di elevata cultura aiutano ad arricchire il pensiero e gli esiti artistici del proprio operare perchè l’arte non ha orizzonti e confini definiti.

Hai collaborato a progetti espositivi internazionali in città come New York, Londra e Hong Kong. Come hai percepito la reazione del pubblico straniero alla tua arte rispetto a quello italiano?

Si, sono stato invitato ad iniziative ed esposizioni artistiche che sono state realizzate in importantissime città di diversi continenti. Personalmente non sono andato a questi eventi, però i miei lavori sono stati molto apprezzati, ne è una dimostrazione l’articolo apparso sul quotidiano più importante di Hong Kong “South China Morning Post” del 1 ottobre 1995 che mi cita assieme a Christo e a pochi altri.

Guardando al tuo percorso, qual è stata la sfida più grande che hai dovuto affrontare come artista e come l’hai superata?

Forse la sfida più grande che ho dovuto affrontare come artista è stato quando ho deciso di abbandonare l’astrattismo per orientarmi verso la natura e il paesaggio.

Che consiglio daresti ai giovani artisti emergenti che cercano di farsi strada nel mondo dell’arte contemporanea?

Non dò consigli ai giovani artisti che cercano di imporsi con il loro operare e con la loro personale creatività, dico che l’arte è una componente essenziale per far crescere la cultura, il rispetto e l’amore per la vita.

Quali sono i tuoi progetti futuri e ci sono nuovi temi che desideri esplorare attraverso la tua arte?

Attraverso la mia ricerca artistica spero di contribuire a sensibilizzare le persone verso il rispetto dell’ambiente di cui noi facciamo parte. In tutte le mostre personali che ho realizzato in questi ultimi anni ho sempre avuto il patrocinio di importantissime Associazioni Ambientaliste come il FAI, LEGAMBIENTE e il WWF. Mi auguro che anche in futuro il mio lavoro sia visto da più persone possibili affinchè vi sia un momento di riflessione sugli importanti temi legati ai problemi climatici e su come possiamo convivere con tutte le varie componenti del creato.

Il tuo impegno per l’ambiente è molto sentito. Pensi che l’arte abbia un potenziale ancora inespresso per contribuire a cambiare la percezione globale dei temi climatici?

Penso che l’arte, in generale, non sia solamente creatività ed estetica ma abbia anche una funzione educativa soprattutto per bambini e giovani. Le immagini visive possono essere strumenti immediati per trasmettere messaggi educativi e sociali, di amore per la natura e per la vita.

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