Nasce nel 1983 a Canosa di Puglia, Bari, da due genitori sarti che gli hanno trasmesso sin da piccolo la sensibilità verso l’arte, la bellezza e la voglia di esprimere le proprie emozioni. All’età di 21 anni comincia a lavorare come operaio, ma il suo amore per l’arte non si placa e da autodidatta continua a dipingere. Dopo un primo approccio con i colori acrilici, capisce che il mezzo per esprimere al meglio la sua arte è la tecnica ad olio. Attratto dall’odore, dalla consistenza e dal tipo di pennellata di quest’ultimo elemento dipinge i suoi primi lavori i quali verranno esposti in diverse mostre locali. Nel 2012 riceve il suo primo vero riconoscimento, partecipando al 3° Concorso di pittura “Arte e Cultura in Laguna” tenutosi a Cavallino Treporti, Venezia; dove si è classificato primo. Recensito da illustri critici tra cui Josè Van Roy Dali, in occasione della rubrica “Artisti nella storia”, sulla rivista Effetto Arte. In occasione dell’evento “Da Caravaggio ai giorni nostri” espone a Roma, a Piazza del Popolo a cura di Paolo Levi. Nel 2015 partecipa all’evento”L’isola che C’è”, in questa occasione il critico Vittorio Sgarbi lo selezione per un’ulteriore esposizione tenutasi al Teatro Politeama, Palermo. Nel 2017 partecipa alla Biennale Internazionale d’Arte del Mediterraneo, MEART, un evento prestigioso che ha segnato un momento importante nel suo percorso artistico. Il 2021 rappresenta una svolta personale e creativa con la nascita del suo primo figlio, Diego. È proprio in questo periodo che si avvicina all’acquerello, una tecnica che inizialmente non aveva mai considerato. La scelta nasce dalla necessità di garantire un ambiente sicuro per il bambino, evitando materiali potenzialmente pericolosi. Questo nuovo approccio si rivela sorprendentemente fruttuoso: gli acquerelli diventano una passione e una fonte d’ispirazione. Inizia a creare ritratti delicati e vibranti, sviluppando una linea di vendita dedicata, che unisce il fascino dell’arte alla capacità di raccontare storie attraverso l’acqua e il colore. Oggi, grazie a questa esperienza, è in grado di esprimere la sua arte sia attraverso gli acquerelli che attraverso la pittura a olio su tela, combinando tecniche diverse per creare opere che spaziano dal figurativo all’astratto, sempre con uno stile unico e personale. La più grande protagonista delle sue opere è la donna, rappresentata con primi piani, nudi e intensità di sguardi e colori. Vive e lavora a Canosa di Puglia.
Hai mai seguito corsi o workshop per perfezionare la tua tecnica o sei completamente autodidatta?
Sono principalmente autodidatta, ma il mio percorso è stato arricchito da uno studio costante e da un’esplorazione personale delle tecniche. Ogni opera è il risultato di una ricerca continua, dove mi lascio guidare dall’istinto e dalla passione.
Quali artisti o movimenti artistici hanno influenzato maggiormente il tuo stile?
Sono affascinato dai movimenti che combinano emotività e tecnica, come l’Impressionismo e l’Espressionismo. Tra gli artisti, apprezzo profondamente la delicatezza di Egon Schiele, la forza dei colori di Gustav Klimt e la libertà di interpretazione e le sue opere autobiografiche che trasmette la mia Amata Frida Kahlo.
Come descriveresti il tuo stile artistico a qualcuno che non ha mai visto i tuoi lavori?
Il mio stile è una combinazione di figurativo e astratto, dove la delicatezza delle linee si fonde con l’intensità dei colori. Cerco di creare opere che raccontino emozioni, con una particolare attenzione ai dettagli e alla luce.
Cosa ti ispira maggiormente quando dipingi, soprattutto nel ritrarre figure femminili?
La figura femminile mi ispira per la sua complessità, forza e vulnerabilità. Ogni ritratto è un omaggio alla bellezza interiore e alla capacità delle donne di raccontare storie attraverso i loro sguardi e movimenti.
Come combini il figurativo e l’astratto nelle tue opere?
Mi piace partire da un elemento figurativo, come un volto o un corpo, per poi lasciare che l’astratto ne completi il racconto. È un equilibrio tra ciò che è riconoscibile e ciò che si percepisce emotivamente.
Come scegli quale tecnica utilizzare (acquerello o olio) per una determinata opera?
La scelta dipende dal soggetto e dal messaggio che voglio trasmettere. L’acquerello è ideale per rappresentare delicatezza e leggerezza, mentre l’olio mi permette di lavorare su profondità e texture più complesse.
Quali sono le sfide principali che incontri nel passare dall’olio all’acquerello e viceversa?
La sfida principale è adattare il mio approccio: l’olio richiede pazienza e stratificazione, mentre l’acquerello è più immediato e imprevedibile. Passare da una tecnica all’altra mi permette di mantenere viva la creatività.
Qual è stato il riconoscimento o l’evento che ti ha dato maggiore soddisfazione e perché?
La partecipazione alla Biennale Internazionale d’Arte del Mediterraneo MEART è stata un momento di grande orgoglio. Mi ha permesso di confrontarmi con artisti di talento e di portare il mio lavoro a un pubblico più ampio.
Hai progetti futuri per nuove esposizioni o collaborazioni artistiche?
Sto lavorando a una serie di opere che esplorano ulteriormente il connubio tra figurativo e astratto. Inoltre, mi piacerebbe collaborare con altri artisti per progetti multidisciplinari che uniscano pittura, musica e poesia.
In che modo la nascita di tuo figlio Diego ha influenzato la tua creatività e il tuo approccio all’arte?
La nascita di Diego mi ha spinto a rivedere il mio modo di lavorare. È stato lui a portarmi verso l’acquerello, una tecnica che non avrei mai immaginato di sperimentare. Questo cambiamento ha aperto nuove possibilità creative e mi ha fatto scoprire una parte di me che non conoscevo.
Come riesci a bilanciare la vita personale con il lavoro artistico?
Non è sempre facile, ma cerco di integrare l’arte nella mia routine quotidiana. Dipingo spesso di notte o nei momenti in cui mio figlio dorme. L’equilibrio è una sfida, ma è anche fonte di ispirazione.
A chi ti rivolgi con le tue opere? Hai un messaggio o un’emozione che speri di trasmettere?
Mi rivolgo a chiunque desideri emozionarsi attraverso l’arte. Spero di trasmettere un senso di connessione e introspezione, invitando lo spettatore a riflettere sulla bellezza e la complessità delle emozioni umane.
Come reagisce il pubblico davanti alle tue opere, in particolare ai ritratti femminili?
Molti mi dicono che i miei ritratti femminili trasmettono intensità e delicatezza. Spesso le persone si soffermano sugli sguardi, trovandoli capaci di raccontare storie o evocare ricordi personali.
Ti piacerebbe esplorare altre tecniche o materiali in futuro?
Assolutamente sì. Sono curioso di esplorare la scultura o tecniche miste che integrino elementi tridimensionali con la pittura.
Hai in mente di dedicarti a tematiche o soggetti nuovi, oltre alla figura femminile?
Sto valutando di esplorare la relazione tra natura e umanità, magari concentrandomi su paesaggi interiori che uniscano l’ambiente naturale al mondo emotivo delle persone.
Grande personalità, sensibilità e forza interiore.
Gioacchino, artista oltre la tela, riesce a dare forma ad emozioni primordiali attraverso la pittura.
Con la sua delicatezza realizza opere sorprendentemente vere e autentiche.