GIOVANNI CIFARELLI

GIOVANNI CIFARELLI noto chef gravinese, nasce ad Altamura il 15 Giugno 1989. Ancora giovane studente, comincia a lavorare presso diverse strutture ricettive locali, dove apprende i fondamenti del mestiere di ristoratore. È l’inizio questo di una carriera professionale che lo conduce, appena maggiorenne, in Francia dove apprende i segreti della nouvelle cousine. Preziosa questa parentesi che lo vede accanto a grandi maestri grazie ai quali perfeziona la sua abilità culinaria. Sempre legato alla sua terra, decide tornare in Italia continuando a coltivare la sua irrefrenabile passione. Vanta un curriculum di tutto rispetto dal quale emergono anche le sue molteplici esperienze presso diversi ristoranti stellati e le sue innumerevoli collaborazioni con aziende nazionali e internazionali. Innegabile la sua passione per la creatività gastronomica che dà vita ad una cucina che intende sorprendere grazie a creazioni sempre nuove. In costante aggiornamento, il giovane chef crea piatti che possono definirsi vere e proprie opere d’arte. Ultima esperienza presso mh matera Hotel (già Hilton Garden Inn – Matera).

La passione per la cucina nasce spesso da ricordi d’infanzia, e per molti chef, come nel mio caso, le prime esperienze si legano alle cucine casalinghe, quelle delle nonne. Da bambino, ero affascinato dalle movenze sicure di mia nonna mentre preparava piatti tipici della nostra tradizione. Guardandola, ho capito che la cucina sarebbe diventata parte integrante della mia vita. Ma è stata l’esperienza in Francia a darmi l’input decisivo per trasformare questa passione in una carriera. Lì, ho avuto l’opportunità di apprendere tecniche di cottura raffinate e la cura per le salse, specialmente le “salse madri”, che sono fondamentali nella cucina francese. Questa esperienza mi ha aperto la mente, regalandovi non solo competenze tecniche, ma anche emozioni nuove che hanno arricchito il mio approccio alla cucina. Dopo il periodo trascorso all’estero, però, ho sentito il richiamo delle mie radici. Tornare in Italia è stata una scelta dettata dal forte legame con il territorio, e la fortuna mi ha sorriso con un’opportunità con l’Hotel Hilton di Matera. Nonostante le sfide che il sud Italia presenta, come la stagionalità del lavoro, sono rimasto determinato a far crescere la mia carriera. Il ruolo di chef all’InTown è stato il culmine di tanti sacrifici e mi ha permesso di affinare ulteriormente le mie abilità, collaborando con ristoranti stellati e aprendomi sempre più al mondo del gourmet. Tuttavia, ho sempre mantenuto salda la connessione con le mie origini. La mia cucina si ispira alla semplicità e genuinità dei prodotti locali, anche se amo esplorare nuove tecniche e idee, spingendomi fuori dagli schemi tradizionali. Negli ultimi anni, il mio approccio si è evoluto, cercando di trasmettere attraverso i miei piatti un forte senso di territorialità e un gusto deciso, ma mai dimenticando le radici artigianali della cucina. Oggi, dopo aver sperimentato tanto nel mondo dell’alta ristorazione, la mia visione si è cristallizzata: desidero lavorare con le materie prime del territorio in cui opero, trasformandole e valorizzandole. Il nostro Paese offre una ricchezza incredibile in termini di prodotti locali, e credo che il futuro della cucina risieda proprio in questa riscoperta. In un mondo culinario sempre più attento alla sostenibilità, i miei prossimi obiettivi sono chiari. Mi piacerebbe aprire un agriturismo, dove praticare una cucina sostenibile, attenta all’ambiente e focalizzata sul recupero degli scarti. L’idea di un’economia circolare, che valorizzi ogni risorsa, è un progetto che mi appassiona. Infine, non posso non menzionare il costante confronto con altri chef. Partecipando a eventi come quello di Vico Equense, ho avuto la fortuna di incontrare grandi nomi della cucina come Davide Oldani e gli chef di Arnolfo Ristorante. Sono questi momenti di scambio e di confronto che continuano a stimolarmi, rendendo questo mestiere una fonte inesauribile di ispirazione. Attualmente sono brand ambassador di pasta Felicia che mi porta a viaggiare in giro per il mondo. Il futuro della mia cucina? Innovazione, sostenibilità e, soprattutto, rispetto per il territorio e per le persone che lo abitano.

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