GIULIA FONTI

GIULIA FONTI

Giulia è nata a Lugano, in Svizzera, nel 1965. È un’artista specializzata in pittura e arti plastiche. Inizia a pubblicare i suoi disegni su La Rivista di Lugano all’età di 16 anni. Dal 1984 al 1986, durante la sua permanenza nell’atelier di Georg Edmund Pielmann come modella e discepola, si appassiona all’arte figurativa. Successivamente, dal 1986 al 1989, si forma presso l’Accademia d’Arte di Urbino. Nel 1989 frequenta l’Accademia di trucco cine-foto-teatrale a Milano e collabora con gruppi di teatro-danza moderna al Teatro Sala Fontana di Milano, lavorando come costumista e scenografa per gli spettacoli di Danza Contrasti del Gruppo Steps di Como. Nello stesso anno vince il primo premio nei concorsi di body painting a Milano e Roma, organizzati dall’Accademia di trucco cine-foto-teatrale di Milano. Nel 1990 partecipa a un seminario presso la Fondazione Ratti di Como, tenuto da Arnulf Rainer e Georg Baselitz, aggiudicandosi il Premio Acquisto della stessa Fondazione. Sempre nello stesso anno soggiorna in Andalusia, dove frequenta a Siviglia l’atelier dell’artista madrileno José Marquez. Qui subisce il fascino dell’espressione musicale e fisica del flamenco, esponendo le sue opere presso l’Ateneo di Sanlúcar de Barrameda. Nel 1993 espone alla Galerie Kesselturm di Lucerna insieme all’artista brasiliano Leopold Nelson. Nel 1996 ottiene l’attestato di abilitazione in arte-terapia presso l’atelier di Giancarlo Testa a Zurigo. Affascinata dal potere evocativo della parola scritta, illustra anche libri di poesia, tra cui Angeli di stoffa, pubblicato da Pagine d’Arte nel 2009 con poesie di Anna Ruchat. Nel corso degli anni partecipa a numerose mostre collettive e personali in Svizzera, Italia, Spagna e Germania. Alcune delle sue opere fanno parte di collezioni pubbliche e private in Svizzera e all’estero, tra cui la filiale della Banca Raiffeisen di Riva San Vitale, la filiale della BSI di Locarno, la filiale di Bergamo della Banca del Gottardo e la Fondazione Ratti di Como.

Cos’è per te l’arte? E come definiresti la tua?

É linfa, è nutrimento, passione, tradimento, sconfitte e conquiste. L’arte comprende la vita stessa e la storia di una verità. Cosa sarebbe la vita senza arte? è la mia scelta di vita, il mio mestiere. Lavoro in modo molto intuitivo, ma con un forte rapporto fisico, è il gesto che decide. a volte sfrutto anche la casualità. Utilizzo svariati materiali, ogni esperienza è particolare. Vivo l’arte esprimendo le mie esperienze di vita. Arriva da un’esperienza emotiva e da una continua ricerca, costanza, disciplina, studio, scoperte. La vivo nella sua totalità, nelle forme, nelle tensioni, nella verità, nella spontaneità.

La tua carriera artistica ha attraversato molte fasi e luoghi diversi. C’è stato un momento o un’esperienza che ha segnato particolarmente la tua evoluzione artistica?

Sono cresciuta in un ambiente artistico e tutto questo ha formato in maniera molto naturale la mia personalità. Il mio carattere curioso mi ha dato la possibilità di vivere intensamente tante esperienze, ognuna di loro ha contribuito a lasciare un segno.

Hai lavorato come modella e discepola nell’atelier di Georg Edmund Pielmann. In che modo questa esperienza ha influenzato la tua visione dell’arte?

Sono stata modella per Edmund Pielmann che ero molto giovane, da lui ho respirato tutto quello che un grande artista ha da trasmettere. Lui è stato molto importante, mi ha insegnato a vivere l’arte con passione e professionalità, a vedere oltre, a cercare l’anima e la bellezza in ogni e dove. La passione per il corpo e il movimento. L’odore del suo atelier mi è rimasto sulla pelle.

Hai esplorato il mondo del body painting e hai ottenuto importanti riconoscimenti. Cosa ti ha affascinato di questa forma d’arte e continui a praticarla?

Il disegnare il corpo in ogni sua sfaccettatura mi permette oggi la libertà di poterlo ”sfigurare” in modo armonioso e libero da confini. Durante le scuole ho disegnato molto la modella. Il dipingere corpi è una performance che vive al momento, unisce le arti della pittura, della scultura, della danza, della musica, è condivisione.

Hai illustrato libri di poesia e sei affascinata dal potere evocativo della parola scritta. Come vivi il rapporto tra immagine e parola nelle tue opere?

Tengo tanti diari, sia disegnati che scritti. Credo nel potere della parola. Le collaborazioni avvengono in maniera spontanea, quando si trova quel filo che unisce. Mentre disegno o dipingo lascio una traccia dei miei pensieri scrivendoli.

Hai lavorato anche nel teatro, tra scenografia e costumi. In che modo questa esperienza ha arricchito la tua pratica artistica?

Come dicevo, le collaborazioni sono sempre arrivate in modo spontaneo, quando tra creativi si trova una sintonia tutto si sviluppa in armonia. Dipingere costumi e vederli muoversi nello spazio con gli attori da dinamicità.

Nel 1996 hai ottenuto un attestato in arte-terapia. Come si riflette questo interesse nel tuo lavoro e nel tuo approccio alla creazione artistica?

La formazione mi ha permesso di lavorare su me stessa principalmente. Questa mia esperienza la trasmetto con rispetto a chi decide di prendersi cura di sé attraverso il canale della creatività. Propongo degli incontri artistici presso mio atelier, per singole persone o piccoli gruppi, dove si lavora con nozioni tecniche ma soprattutto con libertà di espressione.

Alcune tue opere sono presenti in collezioni pubbliche e private. C’è un’opera in particolare che ritieni rappresentativa del tuo percorso?

Ogni opera, grande o piccola che sia è per me rappresentativa del momento, quindi importante al mio percorso. Sono felice di ri-vedere le mie opere negli spazi pubblici e non, e sapere che sono sempre apprezzate

Guardando al futuro, ci sono progetti o nuove sperimentazioni artistiche che desideri intraprendere?

Lascio aperto con occhi di bambina ciò che mi trasmette passione e curiosità. Collaborazioni con altri artisti magari, sono sempre stimolanti.

Descriviti in tre colori.

I colori dell’arcobaleno.

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