A cura di Betiel
Lavorando in un cinema, nell’ultimo mese mi è capitato spesso di vedere a loop il trailer ufficiale di Gladiator II (tra l’altro un trailer molto accattivante). Mentre attendevo la sua uscita, ho deciso di riguardare Those About to Die, diretta da Roland Emmerich. La serie, ambientata nell’antica Roma, esplora il mondo dei gladiatori e degli intrighi politici con un approccio spettacolare che richiama in parte il fascino del primo Gladiatore. Con mio grande stupore, ho riconosciuto una persona a me cara. Hilal Alexander Beraki interpreta Seeno, un mercante numida e la sua performance, autentica e ricca di sfumature, mi ha colpito profondamente, spingendomi a volerne sapere di più sul suo percorso. L’intervista che segue è un’occasione per conoscere meglio la storia di Hilal, il suo talento e il ruolo che ha interpretato in una serie di cosi grande portata, una presenza che mi ha piacevolmente sorpreso data la sua giovane carriera.
Hilal Alexander Beraki è nato a Catania, in Sicilia, da genitori eritrei arrivati in Italia alla fine degli anni ‘70. Anche se inizialmente ha studiato media e comunicazione, il suo percorso professionale ha preso direzioni diverse nel tempo. Nel 2007 ha frequentato un corso di recitazione e, nello stesso anno, ha partecipato a una tournée teatrale comica. Qualche anno dopo, ha cambiato ambito e ha lavorato come sindacalista per sette anni, prima di intraprendere una formazione come mediatore culturale. Questo lo ha portato a collaborare con Emergency, dove si è occupato della prima accoglienza per i migranti appena arrivati, un’esperienza arricchente ma anche impegnativa.
In seguito, Hilal è entrato a far parte dell’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (OIM) e, successivamente, della Chiesa Valdese, dove ha coordinato un centro di accoglienza speciale per migranti provenienti dall’Africa sub-sahariana. Di recente è tornato alla sua vera passione, la recitazione, interpretando il ruolo di Seeno, un mercante numida, nella serie TV di Roland Emmerich ‘Those About to die’.
Cosa significa per te essere tornato alla recitazione e lavorare su una produzione di così ampia portata come ‘those about to die’?
È stato strano, per la prima volta ho lavorato con estremo piacere. Era una cosa che non mi era mai successa, tutte quello ore in piedi sul set scorrevano velocemente, momenti in cui il ciak scattava ed ero adrenalinico e il corpo reagiva quasi d’istinto! Una sensazione indescrivibile! Li ho davvero capito quanto tutto questo fosse fatto davvero per me.
Cosa ti ha attratto del personaggio di seeno e quali aspetti di questo mercante numida hai voluto mettere in risalto nella tua interpretazione?
Mi sono calato subito nei panni del personaggio, il suo senso del dovere e la sua totale abnegazione nei confronti di Cala, il personaggio interpretato da Sara Martins.
Com’è stata l’esperienza di recitare accanto a grandi nomi del cinema nella serie di roland emmerich? C’è stato un momento sul set che ha rappresentato per te una svolta o che ti ha dato nuova ispirazione come attore?
È stato straordinario lavorare accanto a quei grandi nomi, la cosa più importante per me è aver imparato tantissimo da questa esperienza. Devo molto a Sara Martins, la mia partner sul set che mi ha guidato nel mio primo lavoro con gentilezza e cura, persona meravigliosa oltre che grande attrice. Devo molto anche a Roland Emmerich che oltre ad avermi dato questa possibilità mi ha permesso di portare la mia cultura all’interno della storia, inserendo delle lines nella mia lingua madre, il tigrinya.
Il tuo percorso in ambiti diversi ha influenzato il tuo approccio alla recitazione? Quali competenze o sensibilità hai portato dalla mediazione culturale e dal lavoro con i migranti nel tuo lavoro di attore?
Ha sicuramente influenzato la mia capacità di immedesimazione, immergermi in territori che non mi appartengono e decostruire la mia persona attraverso un viaggio nell’intimo dell’altro.
Guardando al futuro, quali tipi di ruoli o progetti cinematografici ti piacerebbe esplorare? C’è un regista o un attore con cui sogni di collaborare?
Nel futuro, grazie anche a Wariboko (l’agenzia che mi supporta), spero di interpretare sempre più ruoli che fino ad oggi sono stati di “dominio” bianco in questo paese. Mi piacerebbe interpretare un padre di famiglia in una comedy/drama all’italiana, un professore, un politico. Mi piacerebbe rappresentare un personaggio di un’Italia che ormai è cambiata e merita di essere ritratta in una pellicola.
Hilal ci ha davvero mostrato quanto il suo percorso, tanto ricco quanto sorprendente, lo abbia portato a un ritorno alla recitazione davvero speciale. A volte le cose belle richiedono tempo, ma l’importante è continuare a credere in ciò che si fa e nel perché lo si fa. La sua passione per il cinema e la voglia di portare sullo schermo storie e personaggi più vicini alla realtà che viviamo oggi sono ciò che lo distingue. È un attore che sa come sorprendere e, con il suo spirito di continua evoluzione, sono certa che ci riserverà ancora tante sorprese. Congratulazioni, Hilal, sii fiero di tutto ciò che hai già conquistato e di tutto quello che ti aspetta.