JACOPO MARIA DIPASQUALE nasce a Cisternino e vive a Monopoli. Ha studiato teatro tra Venezia, Roma e Bari, diplomandosi in canto lirico come tenore con il massimo dei voti presso il Conservatorio, sotto la guida del soprano Maria Pia Piscitelli. Si è perfezionato con maestri di fama internazionale, tra cui Mathias Wholbrecht, Chris Meritt, Elizabeth Norberg-Schulz, Piero Giuliacci, Kostantin Boghino, e Miguel Rhoa. Ha inoltre approfondito biomeccanica teatrale e teatro-danza, apparendo nel film di Gennaro Nunziante con Checco Zalone, “Quo Vado”. Collabora con diverse formazioni corali, orchestrali e teatrali in tutta Italia e si è formato con attori e registi di rilievo internazionale. Ha lavorato con artisti come Giancarlo Giannini, Vincent Cassel, Sophia Loren, Salma Hayek, Luciana Littizzetto, Luca Medici, Katia Ricciarelli, Vittorio Grigòlo, Zara McFarlane, Roby Facchinetti, Maurizio Micheli, Massimo Ceccherini, Carlo Verdone, Rocco Papaleo e molti altri. È stato diretto da registi come Liliana Cavani, Walter Pagliaro, John Pascoe, Matteo Garrone, Pier Luigi Pizzi, Lidia Biondi, Ivan Stefanutti, Enrico Romita, Luigi Travaglio, Marco e Edoardo Ponti. Attore versatile, spazia tra generi teatrali classici e contemporanei e svolge anche attività concertistica come solista e corista. Nel 2016 è stato referente teatrale italiano per il progetto europeo “Body for Beggen”, dedicato alla gestione del corpo e della voce, organizzato in Germania e Spagna. Protagonista maschile e voce narrante nel prestigioso Teatro del Giglio di Lucca nello spettacolo “Ildegarda Von Bingen” (vincitore della rassegna “Teatri del Sacro”), accompagnato dall’Apulia Small Orchestra e dalla compagnia di danza Equilibrio Dinamico sotto la direzione del maestro Silvestro Sabatelli. Dipasquale si dedica anche alla scrittura e alla regia teatrale dal 2013, firmando opere come “Nessuno è Normale, Ognuno è Diverso”, “Il Tempo del Mare” e “Alla Ricerca di Sé”. È docente di canto presso l’associazione musicale di Mola di Bari, “Musica Maestro”, e la scuola “Heart” di Pezze di Greco, dove organizza seminari e workshop di teatro, con particolare attenzione all’uso artistico della voce. Collabora con il Bitonto Opera Festival (BOF) come consulente artistico e organizzativo dal 2016, esordendo nel ruolo di Arlecchino ne I Pagliacci di Leoncavallo. Tiene regolarmente laboratori teatrali per bambini e adulti. Vanta una notevole attività concertistica, sia sinfonica che operistica, e si è esibito come tenore solista in opere sacre e sinfoniche tra cui il Requiem di Mozart, La Creazione di Haydn (diretta da Filippo Maria Bressan), la Messa Breve di Nino Rota, lo Stabat Mater di Rossini, il Requiem di Verdi, e la Sinfonia n.9 di Beethoven. Con una grande attenzione per la didattica vocale, si è specializzato in metodologie e approcci vocali dal classico al jazz. Determinante è stato l’incontro artistico con Zara McFarlane e l’approfondimento tecnico con Cheryl Porter. Ha cantato nella Sala Nervi in Vaticano alla presenza di Papa Benedetto XVI nel 2009 e 2010. Si è esibito nello spettacolo Italia, un Sogno al Teatro Petruzzelli di Bari, affiancando il famoso tenore Vittorio Grigòlo. Ha partecipato alla riapertura del Teatro Apollo di Lecce alla presenza del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e del Ministro della Cultura Franceschini, collaborando con celebri figure del panorama lirico. Nel suo repertorio operistico, sia come corista che in ruoli principali, figura una vasta gamma di opere dal Settecento al Verismo italiano. Ha partecipato a numerose produzioni di importanti teatri italiani sotto la direzione di illustri registi, tra cui Vittorio Sgarbi, Michele Mirabella, Katia Ricciarelli, Alessandro Corbelli, Lidia Biondi e John Pascoe.
Qual è stato l’incontro o il progetto artistico che ha segnato maggiormente la tua carriera finora? Perché è stato così significativo?
In realtà, è davvero difficile individuare un solo incontro o progetto. Come dico sempre, cerco di imparare da tutto ciò che mi piace e da tutto ciò che ritengo possa insegnarmi qualcosa. Non posso però non menzionare l’incontro artistico con il maestro Carlo Formigoni, che ha profondamente influenzato il mio approccio a un certo tipo di teatro. Inoltre, i miei studi al fianco di grandi nomi del teatro e del cinema italiano hanno lasciato tracce indelebili in me, tracce che continuo a seguire nel mio percorso artistico.
Come ti sei avvicinato al teatro e al canto lirico, e cosa ti ha spinto a dedicarti a queste forme d’arte?
È iniziato tutto quasi per gioco, durante una serata a casa di amici. Tra loro c’era anche una persona che poi è diventata una delle mie insegnanti di pianoforte. Per scherzo, ho provato a cantare qualcosa, facendo un paio di vocalizzi. È stata una scoperta: ho visto la mia voce da una prospettiva completamente nuova. Da lì è nata l’idea di studiare seriamente questa disciplina, con l’ammissione in conservatorio, l’idoneità e l’inizio di un nuovo percorso. Come ogni strada artistica, è stata caratterizzata da momenti belli e meno belli, semplici e difficili, ma sempre portata avanti con curiosità e voglia di approfondire.
Tra le tante collaborazioni con artisti e registi famosi, c’è stato qualcuno che ti ha influenzato particolarmente nel tuo percorso artistico?
Anche questa è una domanda molto difficile, perché ogni incontro per me è stato formativo, in un senso o nell’altro. Tuttavia, non posso non menzionare la gioia di aver lavorato con artisti come Vincent Cassel, Salma Hayek, Sophia Loren e registi come Matteo Garrone e Liliana Cavani. Sono nomi di grande rilevanza, e da ognuno di loro ho cercato di apprendere il più possibile, anche dai dettagli più sottili, come un semplice sguardo. Amo molto anche la fotografia, quindi mi affascina osservare tutto ciò che riguarda la prospettiva, gli incastri e i dettagli che rendono unica una performance. L’osservazione per me è fondamentale.
Il progetto europeo Body for Beggen ti ha visto protagonista nella gestione della voce e del corpo in scena. Come ha influenzato il tuo approccio alla performance teatrale?
Più che influenzarlo, lo ha trasformato. In quell’occasione ho avuto il privilegio di lavorare con gruppi teatrali provenienti da tre diversi Paesi europei, ognuno con metodologie musicali e teatrali differenti. Trovare, attraverso una serie di laboratori, un linguaggio unico per gestire la vocalità in relazione al corpo e allo spazio è stato straordinario. È stato un processo di crescita condivisa. Quando sono tornato a esibirmi personalmente sul palco, ho notato come la mia attitudine alla performance si fosse arricchita grazie a quel percorso: un dono per gli altri che, alla fine, ha arricchito anche me stesso.
Con una formazione così varia, quali sono le tecniche o gli approcci vocali che ritieni fondamentali per un cantante lirico oggi?
Rispondere a questa domanda sarebbe enciclopedico! È difficile stabilire che una metodologia sia più valida di un’altra, soprattutto perché ogni cantante ha il proprio approccio, spesso diverso e unico. Ciò che considero fondamentale, specialmente all’inizio, è l’attitudine a comprendere ciò che viene insegnato, a mettersi in gioco e a sperimentare nuove tecniche. La curiosità e l’apertura mentale sono imprescindibili.
Hai lavorato in ruoli sia classici che contemporanei. Quale dei due preferisci interpretare e quali sfide offrono a livello espressivo?
Entrambi i ruoli offrono sfide tecniche ed espressive uniche. La bellezza sta proprio nella possibilità di essere sé stessi, o di cercare di esserlo, all’interno del personaggio. A volte, il classico può diventare contemporaneo, e viceversa, in relazione al nostro modo di interpretarlo. Per me, l’essenza del teatro sta nella continua ricerca di sé stessi attraverso i personaggi. Come diceva il grande Eduardo De Filippo, il teatro è “maligno”, sempre in grado di metterti alla prova e spingerti oltre.
Oltre al canto e alla recitazione, hai firmato diverse opere come regista. Come nasce il tuo processo creativo quando lavori come autore e regista?
Pur avendo scritto spettacoli teatrali, libretti d’opera e altri lavori, mi sento ancora un neofita in questo campo. Scrivere è un’arte che si muove su un piano diverso rispetto all’interpretazione: si tratta di creare un universo e affidarlo ad altri affinché lo interpretino. Quando scrivo, parto sempre da un’idea chiara e costruisco intorno ad essa, immaginando fin da subito chi potrebbe interpretare determinati ruoli o quali atmosfere voglio creare. È un processo creativo che non si ferma con l’ultima parola scritta: continua nel confronto con gli interpreti, ed è semplicemente meraviglioso.
Hai avuto l’opportunità di esibirti in teatri prestigiosi e in presenza di figure istituzionali. Qual è stata la tua esperienza più memorabile?
Tra le tante esperienze, non posso non citare la serata inaugurale della riapertura del Teatro Apollo di Lecce, alla presenza del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e dell’allora Ministro dei Beni Culturali Dario Franceschini. È stata una serata indimenticabile, con la direzione del maestro Gianluigi Gelmetti, un intervento teatrale di Giancarlo Giannini e la regia del grande Pier Luigi Pizzi. Era davvero l’Olimpo dell’arte.
Come docente, quali sono gli aspetti più importanti che cerchi di trasmettere ai tuoi studenti sul canto e l’interpretazione?
Cerco innanzitutto di capire la loro attitudine verso la materia e la loro vera natura vocale. Successivamente, lavoro per fornire una solida base tecnica su cui costruire il resto del percorso artistico. Ma, soprattutto, cerco di stimolare la loro curiosità, l’importanza di mettersi in gioco, ascoltare, discutere e approfondire.
Hai partecipato a progetti internazionali e nazionali molto diversi tra loro. C’è un progetto futuro o una sfida particolare che vorresti affrontare?
Sto lavorando a qualcosa di nuovo, che spero di finalizzare presto. Inoltre, ho un sogno: una reunion con alcuni dei colleghi più talentuosi con cui ho lavorato, per creare un mix artistico che unisca diverse arti e richiami il passato glorioso del nostro teatro e della nostra televisione. Non posso entrare nei dettagli, ma spero presto di poter dire: “Sorpresa!”.
Grazie mille per questa intervista.
Ho avuto modo di lavorare ed assistere agli spettacoli od esibizioni del M’ Jacopo Maria Disquale , apprezzando le sue grandi doti attoriali e canore. Complimenti e Ad Maiora