LILLO SAUTO

LILLO SAUTO è un pittore astrattista siciliano, nato a Butera nel 1978. Da molti anni ormai risiede stabilmente a Roma. Fin da giovanissimo approccia il mondo dell’arte dapprima utilizzando il disegno come modalità di espressione, per approdare in età adulta alla pittura, che riconosce invero come abitante preesistente del suo animo sensibile. Fin dalle prime opere (Agitazione di un tramonto e Danzanti entrambe del 2015), dipinte durante lunghe ore insonni in cui la tela può venire abbandonata soltanto a opera conclusa, emerge evidente un fatto che caratterizza l’artista: il suo è uno stile dal tratto pienamente originale, che nasce dall’urgenza interiore di esprimersi in assoluta libertà, obbedendo al sentimento più che alla razionalità. Questo aspetto lo accomuna spontaneamente ad un artista come Van Gogh, uno dei suoi padri ispiratori e lo si ritrova nell’opera Una notte luminosa ha oscurato ogni tristezza del 2019 premiato durante il Biancoscuro Art contest nel 2021. Il messaggio del Sauto riveste indubbiamente un carattere di universalità che trascende i confini nazionali. Può venire colto e interiorizzato da chiunque, in accordo con la propria indole. Egli dipinge come novello marinaio che governa la furia dei propri elementi emotivi per il tramite di tela e pennello. Invece di inchiostrare parole su carta disegna cerchi intrisi di passione e sentimenti. Trovano posto nei suoi dipinti l’amore e la rabbia, la passione come la delusione. Non riconoscendosi nel paradigma del linguaggio figurativo, sceglie piuttosto di inventarne uno proprio. I cerchi fluiscono come schiuma del mare, recano l’urgenza e l’effervescenza dell’onda, che viene anche rappresentata in quadri come Non sono un surfista del 2016. Nel trasmettere su tela l’esperienza di sé il fluire è lontano dall’essere lento e placido; piuttosto arte e messaggio eruttano come lava dal pennello. Il Sauto sceglie l’acrilico perché gli permette di percepire come immediatamente finito l’oggetto nel quadro; la razionalità non ha bisogno di parcellizzare il linguaggio attraverso il filtro del tempo e ciò non impedisce all’artista di propagare armonia. Se fosse musica ci troveremmo nelle orecchie il suono di una brillante rapsodia. L’interesse per l’opera di Sauto inizia a travalicare i confini nazionali. Nel 2017 alcuni dipinti vengono esposti a Barcellona nel corso della collettiva Exposición de Arte collettiva presso Crisolart Gallerie. Viene apprezzato particolarmente per il codice stilistico che rimane originale e coerente e lo rende riconoscibile, senza scadere nell’imitazione di sé o senza farsi circoscrivere dai limiti razionali del pensiero. Ogni quadro è compiuto solo quando anche l’ultimo anelito di entusiasmo trova la sua allocazione pittorica. L’artista sembra assegnare ai propri dipinti il compito di comunicare le emozioni che lo abitano, laddove si percepisce indifeso e incapace, forse per nascita geografica o per inclinazione, di lasciare agire questo ruolo al mezzo naturalmente preposto a farlo: la parola. Alcuni di essi restituiscono il suo cuore all’amata terra natia (Sicilia, stato d’animo del 2017 o Sciatu mio del 2019), da dove mai è partito il bambino. Perché chi dipinge ogni quadro, chi freme per trasmettere alla tela i propri sentimenti è quel bimbo che dimora nel pittore e non lo abbandona mai, al punto di suggerire a volte una cromia quasi fanciullesca. Il giallo e l’oro diventano presenze predominanti, complementari al blu. Nel dipinto Ansia-19 del 2020 la narrazione dell’artista sembra voler alleviare ogni sofferenza interiore attraverso il sollievo dato dal color oro. La mascherina prorompe quasi al di fuori della tela, in un tentativo ben riuscito di nutrire speranza e protezione nel tempo di pandemia. L’oro inoltre appare un riferimento indubbio a Gustav Klimt. uno dei maestri di riferimento del Sauto, così come nel dipinto Narciso del 2018. A completare il riconoscimento tra i pittori siciliani contemporanei di maggiore interesse giunge nel 2022 l’inserimento dell’artista nell’Atlante dell’Arte Contemporanea 2021 edito da De Agostini. Possiamo citare come motivazione prevalente che “la sua poetica che non soggiace alle interferenze della realtà sensibile, bensì volge esclusivamente alla manifestazione pittorica della propria intimità intrinseca, conferendo forma e pigmentazione alle più recondite gratificazioni della propria anima”. Nel 2023 le sue opere arrivano anche oltre oceano, all’ARTBOX EXPO di New York, a giugno in una delle fiere d’arte più importanti al mondo, Art Basel di Basilea ed inoltre in alcune gallerie di Zurigo, Berlino, Miami, Palma di Majorca. Nel 2024 è stato inserito in Aristi ’24 Annuario Internazionale d’Arte Contemporanea edito Mondadori. 

Cos’è per te l’arte?

L’arte è assoluta libertà. E’ una voce potente e silenziosa che può raccontare storie profonde senza usare parole. E’ la manifestazione dei pensieri più intimi e delle emozioni più intense, un riflesso dell’anima e della propria esperienza. Attraverso l’arte posso esplorare l’invisibile, dare forma ai sogni e alle paure e trovare un modo per connettermi con gli altri.

Come definiresti la tua?

La mia “arte” nasce dall’urgenza emotiva naturalmente espressa con i colori. Un’esplosione di emozioni e intuizioni che riverso sulla tela, senza limiti di forma. Colori che si mescolano e si fondono, portando chi osserva in un viaggio personale, senza una destinazione precisa. Non saprei definirla, o meglio, preferisco non farlo per non imporre limiti all’osservatore, ma spero susciti delle piacevoli sensazioni a chi riesce ad avere la sensibilità di un approccio emotivo con essa.

Il tuo rapporto con il colore e con le tonalità predominanti come il blu e il giallo cosa rappresentano per te?

Il rapporto che ho con il colore è profondamente personale e varia a seconda dello stato d’animo, delle esperienze e delle influenze del momento. La scelta dei colori è spesso un processo intuitivo e istintivo, ma anche strategico e ponderato. Il blu e il giallo devo ammettere che sono molto presenti nelle mie opere, sono come due estremi in un gioco di luce e ombra. Pensare al blu e al giallo mi fa venire in mente l’incontro tra l’acqua e il fuoco. Il blu ha una profondità che invita alla meditazione, è come immergersi in un oceano di pensieri e sentimenti, evoca il silenzio di una notte stellata, la serenità di un mare calmo. Può rappresentare serenità, ma anche mistero e un pizzico di malinconia. Il giallo, invece, è pura energia, luce che riscalda, che sprigiona vitalità e ottimismo. Quando questi due colori si incontrano, si crea un equilibrio dinamico, come una danza tra il giorno e la notte, tra il silenzio e l’azione. Ogni sfumatura diventa un mezzo per esprimere la complessità delle emozioni, in ogni pennellata si cela un’emozione diversa, una storia che aspetta di essere raccontata.

Hai menzionato che dipingi spinto dal bisogno di esprimerti in assoluta libertà, senza limitazioni razionali. Qual è il processo mentale ed emotivo che ti porta a scegliere un particolare soggetto o colore in un dato momento?

La pittura per me è catartica, quando sono dentro il processo creativo, spesso mi lascio guidare da un impulso quasi primordiale. Potrebbe partire da un’idea vaga o da una sensazione intensa e, man mano che il lavoro prende forma, il processo diventa una conversazione tra me e la tela. È come un dialogo continuo in cui ogni pennellata può cambiare la direzione dell’opera. Le emozioni del momento influenzano profondamente la scelta dei colori che trasferisco in maniera autentica e viscerale sulla tela. Questo flusso spontaneo mi permette di esprimermi in modo libero e senza filtri, rendendo ogni opera unica e irripetibile.

Nel 2016 hai deciso di trasmettere la tua esperienza emotiva tramite l’uso dell’acrilico. Cosa ti ha spinto verso questa tecnica e in che modo senti che ha arricchito la tua espressione artistica?

Io e l’acrilico ci siamo scelti a vicenda, la tecnica acrilica è versatile e vibrante. Asciuga rapidamente, permettendo rapidi cambiamenti e aggiustamenti, catturando così l’energia del momento, è perfetta per una pittura viscerale come la mia. Inoltre, i colori acrilici possono essere incredibilmente intensi e vividi, li trovo perfetti per esprimere emozioni forti e dinamiche.

Nei tuoi dipinti vediamo spesso una tensione tra l’istinto e la razionalità. Quanto è importante per te mantenere questo equilibrio nella tua arte?

Mantenere l’equilibrio tra istinto e razionalità significa trovare un punto di fusione tra spontaneità e struttura. L’istinto permette di esplorare l’ignoto e l’emotivo, mentre la razionalità fornisce una forma e una coerenza al lavoro finale. Troppo istinto potrebbe portare al caos, troppo controllo potrebbe soffocare la creatività. Questo equilibrio, se raggiunto, è ciò che rende l’arte davvero unica e personale. Devo confessarti però che la mia parte razionale è poco convincente😀

I tuoi quadri sembrano cercare di evocare suoni e musica attraverso le pennellate e l’uso del colore. Puoi parlarci di come la musica influisce sulla tua pratica artistica e se c’è qualche composizione o stile musicale che trovi particolarmente ispirante?

La sinergia tra musica e pittura crea un’esperienza multisensoriale dove le emozioni si fondono e si amplificano. La musica ha una magia tutta sua, capace di influenzare profondamente il mio processo creativo. Ascolto sempre della musica (e bevo spesso del buon vino) mentre dipingo, fa scorrere le emozioni e i pensieri e le pennellate in modo fluido. Quasi sempre nelle mie cuffie suona del jazz o blues e anche l’opera. Inoltre, adoro i Pink Martini, Cesaria Evora, Natalia Lafourcade, i cantautori italiani: Franco Battiato e Carmen Consoli sono continua fonte d’ispirazione, per Carmen ho proprio un debole, ci ho chiamato anche la mia cagnolina ahahah!!!

Qual è stato il significato del riconoscimento ricevuto all’Atlante dell’Arte Contemporanea nel 2021? Come ha influenzato il tuo percorso artistico?

Essere stato selezionato tra tanti artisti a far parte de l’Atlante dell’Arte Contemporanea con una nota critica tutta per me è come ricevere un timbro di approvazione nel mondo dell’arte, un segno che il mio lavoro ha un impatto e un valore significativo. Questo tipo di riconoscimento mi ha aperto nuove porte, nuove collaborazioni, maggiore visibilità e soprattutto un incoraggiamento a continuare a esplorare e innovare.

Nel 2023 hai partecipato all’Artbox Expo di New York e hai esposto a fiere d’arte internazionali come Art Basel. Cosa hai portato di queste esperienze nella tua pratica

artistica?

L’arte non ha confini, ed essere parte di eventi internazionali di questo spessore è come immergersi in un caleidoscopio di creatività, hai la grande opportunità di confrontarti con artisti di ogni angolo del mondo, ciascuno con la propria visione e tecnica unica. Si possono ampliare i propri orizzonti, offrendo nuove prospettive e idee da integrare nella propria pratica. Osservare le opere di artisti di fama mondiale è sicuramente una fonte infinita di ispirazione.

Nel tuo percorso hai spesso dipinto l’isola di Sicilia e temi legati alla tua terra d’origine. Quale ruolo ha il legame con le tue radici nella tua produzione artistica?

La relazione intima tra un artista e la propria terra d’origine è come un filo invisibile che collega il cuore dell’artista alle radici della sua cultura e storia. Questo legame può essere una fonte inesauribile di ispirazione, un rifugio emotivo e un punto di riferimento costante. Quando dipingo la mia terra, non sto solo rappresentando un paesaggio o un simbolo, ma sto anche raccontando la mia storia personale, un pezzo della mia identità. Ogni pennellata è carica di ricordi, emozioni e significati profondi. Cerco di catturare l’essenza di ciò che rende quel luogo speciale e unico per me.

Il 2024 ti vedrà coinvolto in un’importante mostra internazionale, l’Arte Contemporanea edito Mondadori. Quali progetti hai per questa nuova fase del tuo percorso artistico?

In realtà la mostra si è già svolta a Mantova presso il Museo Diocesano Francesco Gonzaga, sono stato selezionato a far parte del catalogo Artisti’24 edito da Mondadori pubblicato lo scorso aprile e nel mese di maggio, si è svolta una grandissima mostra con le opere che sono state selezionate proprio per il catalogo. Io ero presente con l’opera “Estate”, la quale poi fu esposta anche alla mia personale “Nel sogno” presso la Medina Art Gallery e non tornò a casa perché conquistò un entusiasta acquirente.

Perché pensi che il tuo lavoro riesca a trasmettere in modo universale sentimenti di amore, rabbia e passione? Cosa speri che il pubblico possa cogliere dalle tue opere?

Questi sentimenti sono parte dell’essenza dell’essere umano, e ogni opera d’arte che li rappresenta riesce a toccare corde profonde in chi la osserva. Quando un’opera trasmette questi sentimenti, crea un legame universale: non importa da dove vieni o quale sia il tuo background, quelle emozioni sono parte di te. Io spero sempre che il pubblico veda non solo i colori e le forme, ma che riesca a sentire le emozioni dietro l’opera. La mia pittura è estremamente sincera, con i miei colori cerco di parlare direttamente al cuore e all’anima dello spettatore, evocando ricordi, pensieri e reazioni personali. L’obiettivo è che possa essere un’esperienza immersiva che lasci un segno, che trasmetta positività. Ogni persona che guarda una mia opera può cogliere qualcosa di diverso, a seconda delle proprie esperienze e della propria sensibilità.

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