MARIA CHIARA STOMATI

MARIA CHIARA STOMATI, brindisina d’origine, è ingegnere elettronica e da sempre grande appassionata di musica. Suona pianoforte, chitarra e basso da autodidatta; ha studiato canto pop per tre anni. È dall’amicizia con Gaetano Marinelli (Dezebra), noto produttore e autore marchigiano dell’etichetta indipendente Gorilla dischi, che nasce la sfida di cimentarsi sul terreno del cantautorato: il suo primo EP, “Strati”, uscito a novembre 2022, è un disco profondamente pop che strizza l’occhio a diverse sonorità dal rock alla dub music, passando dal samba al soul. Il tema del progetto esprime come ciascuno sia la somma delle sue “interazioni” con fatti e persone della propria storia, perché ogni interazione ci contamina un po’, definendoci anche. Così, uno strato alla volta, emerge più chiaramente chi siamo ma, nello stesso tempo, dobbiamo tornare a riconoscerci, in un equilibrio personale sempre nuovo. A maggio 2023 l’inedito Legàmi (I will find you) è selezionato per essere incluso nel quinto volume del progetto Women in Black, ideato da Alessandra Margiotta e distribuito da Rising Time. Il brano segue la suggestione di un “filo stretto nella mano” e la certezza che siamo già al sicuro, perché l’altro capo è nella mano di chi amiamo, muovendosi in un ritmo terzinato, tra sonorità pop moderne. Attualmente, Maria Chiara è al lavoro al suo secondo album di inediti.

Com’è nata la tua passione per la musica e quali sono stati i primi artisti che ti hanno ispirato?

Sono cresciuta circondata da appassionati di musica, mio padre e i miei zii hanno sempre cantato e suonato insieme, è stato naturale iniziare a suonare quello che trovavo in casa. Adoro il funk soul anni 60-70 e Aretha Franklin è senza dubbio nel mio cuore, ovviamente insieme a  una lunga lista di voci meravigliose, italiane e non. I cantautori, poi, appartengono a una classifica speciale per me.

Essendo un’ingegnere elettronico, in che modo la tua formazione tecnica ha influenzato la tua visione artistica o il tuo processo creativo?

Credo sia partito tutto al contrario! 🙂 Ho deciso che mi sarei iscritta a Ingegneria Elettronica dopo aver visto Giorgia in concerto, a fine spettacolo ringraziava l’ingegnere del suono e io ho capito che avrei potuto conciliare lavoro e passione – in realtà non è andata così ma tutto sommato non è male, la musica rimane il mio passatempo preferito fuori dall’orario di lavoro.

Come hai deciso di avventurarti nel cantautorato? C’è stato un momento preciso in cui hai capito che questa era la tua strada?

Più che un momento preciso ho la sensazione di aver smesso di considerare impraticabile l’idea di provarci, del resto ho sempre amato scrivere ma pensare di scrivere un testo in musica mi sembrava richiedesse una preparazione che non avevo. A un certo punto ho deciso semplicemente di darmi una possibilità, anche il mio punto di vista poteva avere la dignità di essere condiviso, è iniziato tutto così.

Il tuo EP “Strati” esplora diversi generi musicali. Come scegli di integrare stili così diversi, dal rock al samba, e cosa ti ispira nella sperimentazione sonora?

Tutti i brani dell’ep poggiano su uno stesso filone tematico e questa coerenza di fondo mi ha dato il coraggio necessario per sperimentare diversi stili, che poi essenzialmente sono a servizio delle atmosfere e dei testi di ogni singola canzone.

Il tema del tuo progetto musicale parla dell’interazione con il mondo e con le persone. Quali sono le interazioni o esperienze più significative che hanno influenzato la tua crescita artistica?

Ho iniziato – come i miei grandi riferimenti soul, mi piace pensare! 😀 – cantando e suonando in chiesa, quindi l’esperienza collettiva, il confronto e lo scambio con altri musicisti che condividevano il mio stesso percorso è stato sempre fonte di ricchezza e lo è ancora oggi. Imparare dagli altri e con gli altri è la chiave per crescere.

Come è stata la collaborazione con Gaetano Marinelli e in che modo ha influenzato il tuo approccio alla composizione musicale?

Gaetano è ormai una specie di angelo custode che veglia sulle mie produzioni. Siamo geograficamente lontani ma è la voce fuori campo che mi sprona costantemente a non trascurare e, anzi, coccolare ogni piccola ispirazione perché possa generare una nuova (e buona) idea. Sono anche fortunata perché lui stesso mi regala di ascoltare, spesso in anteprima, le sue produzioni: i nostri stili di scrittura sono, per certi versi, agli antipodi, è un confronto estremamente stimolante.

Il brano “Legàmi” affronta il tema del legame tra le persone. Qual è la tua visione personale su questo concetto e come si riflette nelle tue canzoni?

Quelli che amiamo profondamente dicono molto di noi. E soprattutto il nostro modo di amarli, la cura che mettiamo nei rapporti, anche con i nostri inevitabili limiti, dice molto di noi. È come uno specchio nel quale ritroviamo sempre la nostra immagine, anche nei momenti della vita in cui facciamo fatica a riconoscerci, è la nostra bussola: i legami che instauriamo sono ciò che ci definisce.

Stai lavorando al tuo secondo album di inediti. Ci puoi anticipare qualcosa sul tema o lo stile musicale che stai esplorando in questo nuovo progetto?

Non so ancora bene dove finirà questo viaggio – così come è stato per Strati, è come se anche questo nuovo progetto si stesse pian piano rivelando per quello che è ai miei stessi occhi, fuori dal mio controllo – per il momento parla di Una Ragazza A Modo, del suo rapporto con gli uomini, delle sue idee sulle donne e della sua vita, tra imprevisti e verità inossidabili. Lo stile per ora è un pop abbastanza omogeneo ma anche qui potrebbero esserci sorprese.

Qual è stato il feedback più sorprendente o inaspettato che hai ricevuto riguardo il tuo primo EP “Strati”?

Una ragazza mi ha raccontato di aver ascoltato Respira, il primo singolo che anticipa l’EP, di aver pensato subito a una sua amica che viveva un momento molto difficile; di avergliela fatta ascoltare e di come lei l’avesse ringraziata per averle regalato un momento di conforto in un giorno più buio del solito. Respira, in particolare, ha ricevuto spesso riscontri di questo tipo e devo dire che è una grande gioia per me ogni volta.

Quali sono i tuoi obiettivi futuri come artista, e in che modo speri di evolverti nel panorama musicale?

Sicuramente  l’obiettivo ora è realizzare il secondo album – non vedo l’ora! Siamo in piena fase arrangiamentale, un momento molto bello dal punto di vista creativo – e poi quello più grande e importante è continuare su questa strada, se si riesce, per provare a lasciare una traccia di bellezza dietro di noi (e non vale solo nella musica).

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