Maria Libera è un’artista dal doppio volto, sospesa tra due identità che convivono e si esprimono attraverso la sua arte. Maria è l’esteriorità, la parte più timida e riservata, mentre Libera è l’essenza più profonda, quella che emerge con forza nei suoi lavori. Nata in Inghilterra da genitori pugliesi del Gargano, la sua vita è stata segnata dal contrasto tra due mondi: il rigore e il verde sconfinato dell’Inghilterra, il sole e la natura selvaggia del Sud Italia. Questo dualismo è diventato il filo conduttore della sua ricerca artistica, così come il suo amore per gli opposti: il sole e la pioggia, le orecchiette e le patatine all’aceto, il Punk Rock e la Taranta, il bianco e il nero, il rosso fuoco e il blu profondo. Il disegno è stato il suo primo linguaggio, un ponte tra il suo mondo interiore e quello esterno. Con il tempo, è diventato uno strumento per esplorare realtà parallele e dare forma al perturbante, alla luce e all’oscurità, alla diversità in tutte le sue sfumature. Dopo aver studiato presso l’Istituto d’Arte Adolfo Venturi di Modena, ha intrapreso una carriera nel design, senza mai abbandonare la sua vocazione artistica. Negli ultimi anni, si è unita a un gruppo di artisti specializzati nella pittura a olio, con cui organizza mostre ed eventi per promuovere il proprio lavoro a livello regionale e nazionale. Il suo universo artistico è un continuo dialogo tra opposti, un viaggio attraverso le contraddizioni che definiscono l’essenza umana.
Cos’è l’arte per te?
L’arte è il mio modo di rapportarmi con gli altri è il mio vero io.
Come convivono dentro di te Maria e Libera? In che modo influenzano il tuo processo creativo?
In modo conflittuale, anche sé con gli anni si è attenuato, Maria cerca di compiacere è timida e impacciata e vuole essere accettata, Libera vuole andare oltre non gli interessa del giudizio degli altri ama tutto ciò che non è conforme è ribelle e a tratti distruttiva, nei miei quadri spesso lottano.
Ti senti più legata all’Inghilterra o al Sud Italia quando crei? Come questi due mondi si riflettono nella tua arte?
L’Inghilterra è la mia infanzia, l’amore e odio, il sud scorre nelle mie vene anche se non ho mai vissuto li mi sento a casa mia, 2 mondi totalmente diversi che emergono insieme nelle mie opere, senza trovare un punto in comune ma convivendo insieme.
C’è un’opera che senti rappresentare al meglio il tuo dualismo interiore? Puoi raccontarcela?
Tra i miei quadri c’è “Perturbanza!”: una donna in mezzo a pesci che nuotano nell’aria, la donna è turbata anche se è nel suo habitat i pesci, al contrario sono completamente a loro agio.
Il tuo amore per gli opposti è un tema centrale del tuo lavoro. Come riesci a tradurlo visivamente nelle tue opere?
Attraverso i colori complementari e irreali e il bianco e nero, ombra e luce.
Quando hai capito che l’arte sarebbe stata il tuo mezzo di espressione principale?
Da sempre, era l’unico modo che avevo di rapportarmi agli altri, far emergere il vero io.
Il disegno è stato il tuo primo linguaggio artistico. Come si è evoluto nel tempo e quali tecniche prediligi oggi?
Amo tutt’ora il disegno a matita, carboncino e pennarelli neri, ma il colore mi affascina soprattutto esagerando l’intensità e la collocazione.
Quanto ha influenzato il tuo percorso nel design il tuo modo di fare arte?
Purtroppo, lavorando nell’industria nel mio lavoro sono costretta a troppe regole e compromessi e hanno creato un ostacolo nell’espressione delle mie tematiche, però ho potuto imparare nuove tecniche artistiche sia manuali che su computer grafico, comunque devo ammettere che con la progettazione della carta da parati ho potuto esplorare e giocare.
Nei tuoi lavori esplori il “perturbante”. Cosa significa per te e come lo esprimi nelle tue opere?
In psicanalisi, tutto ciò che si presenta come estraneo e non familiare al soggetto, generando in lui angoscia e terrore, e la cui origine si connette, contraddittoriamente, a ciò che gli era già noto da lungo tempo, ma che era diventato oggetto di una rimozione. Questa è la definizione diciamo letterale del termine, io lo vivo nel mondo reale ed anche nei miei sogni continuamente…inevitabilmente condiziona tutto il mio essere e la mia arte. Forse la successiva definizione lo sento più mia: l’effetto perturbante, l’inquietudine/turbamento che ci punge e ci afferra, va a toccare dentro di noi, nelle condizioni in cui i confini tra fantasia e realtà, tra noi e l’alterità, si allentano, i punti in cui la nostra identificazione isterica con l’altro è irrigidita, potrebbe rompersi. Faccio fatica a esprimerlo in parole mie è il mio vivere quotidiano
Ci sono artisti o movimenti che hanno particolarmente influenzato il tuo percorso creativo?
Caravaggio, Hieronymus Bosch, Schiele, Munch, Henri de Toulouse-Lautrec, Jamie Reid artista grafico del movimento punk, Banksy…
Quali sono i tuoi prossimi progetti artistici o esposizioni?
Vorrei dedicarmi alla realizzazione di quadri in digital art con ritocchi a mano ispirandomi ai miei sogni/incubi ed anche se non sono religiosa, alcuni ritratti di Santi. Ho anche un altro sogno nel cassetto; prendere la macchina fotografica e fotografare soggetti ai margini della nostra società e creare dei quadri.
Descriviti in tre colori.
Nero, Rosso, Blu cobalto.








