MARIA MARGHERITA MANCO Attrice e archeologa specializzata. È dottore di ricerca in Scienze del Patrimonio Culturale presso l’Università del Salento con un progetto di ricerca sullo studio e la valorizzazione del teatro romano di Lecce, in cui è stata fautrice altresì della scoperta di statue e materiali di età imperiale. Ha ricoperto per oltre 7 anni il titolo di Cultore della Materia in Archeologia e storia dell’arte romana e Archeologia delle Province romane presso l’Università del Salento. Si è occupata dello studio degli edifici da spettacolo di età romana e ad oggi opera nel settore dell’archeologia preventiva. Ha studiato teatro, pianoforte e canto lirico. A teatro debutta nel 2007 con Il Piccolo Principe di Antoine De Saint-Exupéry, in cui interpreta vari ruoli (mercante, lampionaio, rosa, volpe). Ha interpretato testi di Pirandello, Amurri, De Filippo, Benni, Cechov, Cooney, Campanile, Rodari, Shakespeare, W. Chiari. E’ stata altresì la protagonista femminile di Lo sanno loro tre” da Ray Cooney e Pericolosamente di E. De Filippo. Nel 2010, realizza numerose serate di cena – spettacolo “Cena con delitto”. Nella stagione teatrale 2012/2013 è in scena con lo spettacolo Le bagatelle di Lady Macbeth – compagnia Asfalto Teatro – Lecce, regia di Aldo Augieri. È la protagonista in Medea. L’ora della vendetta (stagione teatrale 2011/2012, per la regia di D. Cortese e A. Donaera), Teatro Italia – Gallipoli, spettacolo che ha avuto padrini d’eccezione, come Massimo Ranieri e Gaetano Aronica. Nell’estate 2014 assume la direzione artistica del progetto “Archeologia creativa”, realizzato dall’Università del Salento, che prevede eventi di musica e teatro presso vari siti archeologici, come Cavallino (LE) e San Vito dei Normanni (BR). Nelle stagioni teatrali 2014/2015 e 2015/2016, interpreta Scipione in Caligola di A. Camus, in tournée nei teatri pugliesi e al Teatro Belli di Roma. Nel maggio 2016 partecipa alla residenza artistica internazionale “Four Shakespeare for You”, presso il castello di Copertino (LE), tenuta da Marina Polla de Luca, Giuseppe Manfridi e Peter Lories. Nello spettacolo del 10 maggio 2016 “Per amore di Otello” di Giuseppe Manfridi, interpreta Emilia, a fianco di Marina Polla de Luca, Giuseppe Manfridi. Partecipa come attrice a “Vacanze romane. Aspetti della vita quotidiana ai tempi di Lupiae e Rudiae” (Puglia Promozione). Nella stagione 2016-2017 è in scena con “Heroides. Lettere d’amore scritte da Ovidio” di e con Maria Margherita Manco, “Lost&Found” – spettacolo musicale con brani inediti dalle sonorità New Wave eseguiti dal vivo dal gruppo dei RoseClod, “Il Cenno” da una novella di Guy de Maupassant, “Al Caffè Dantès” – in cui interpreta “Il telegramma” di Luigi Arnaldo Vassallo, “Le tre donne” di Edgar Allan Poe – spettacolo dalla stessa ideato e riadattato in cui interpreta il ruolo di Ligeia. Dal 2017, tiene corsi di formazione teatrale per bambini, ragazzi e adulti. Per il Comune di Lecce, realizza il progetto “Imperatori sulla scena”, che prevede visite guidate teatralizzate dei centri romani di Lupiae, Rudiae e San Cataldo. Dal 2018 al 2023 è in scena con “Orfeo – variazione sul mito”, “Incantesimi – Fiabe e leggende della terra d’Oriente”, “Bestiario salentino – Selvaggi d’amore di morte poeti”, Sgombero, L’uomo dal fiore in bocca, La Giara di L. Pirandello, “La voce e il canto del Sud”. Arricchisce sempre la sua formazione artistica con maestri di livello nazionale e internazionale (M° Vittorio Matteucci, Tommaso Rotella, Giuseppe Manfridi, Edoardo Winspeare, Stefano Ledda). Ha coordinato e gestito progetti regionali come “Generazioni di Comunità” presso il palazzo Marchesale di Galatone (Luoghi Comuni Puglia) e “Pensiero e Arte della Legalità” nell’ambito dell’Avviso pubblico “Bellezza e Legalità per una Puglia libera dalle mafie”, per cui scrive anche il soggetto del cortometraggio “Il giorno di Sofia” e lavora accanto a Manuel Marini, Giuseppe Manfridi, Edoardo Winspeare, Luca Bandirali, Fabiana Pacella, Annibale Gagliani. Nel 2024, debutta anche come regista, nello spettacolo “Hanno fatto un deserto e lo hanno chiamato pace”. Ad oggi è in scena con “Tu non conosci il Sud – La musicalità della parola nella poesia salentina del Novecento. La liricità di Bodini, Pagano, Comi, Toma nella musica di Marco Della Gatta”; “Hanno fatto un deserto e lo hanno chiamato pace”, di cui è anche autrice del testo, con le musiche originali di Della Gatta; “La tigre che spia tra le foglie – Canti alle bestie e agli ortaggi. Concerto poetico per pianoforte e voce narrante, omaggio a Pablo Neruda”, con M. Della Gatta; “Heroides – Eros, Follia, Coraggio e Libertà” da Ovidio, di cui cura anche l’adattamento e la regia. È vegana, ama leggere, scrivere, ogni tanto anche disegnare e preparare liquori artigianali.
Quando e come è iniziato il tuo percorso artistico?
Con una folgorazione, come tutte le cose più belle e intense che mi sono accadute nella vita. Avrò avuto 11 o 12 anni. Mia madre mi portava sempre a teatro. Quella sera era in scena Jesus Christ Superstar. Lo ricordo nitidamente. Quando vidi l’attore che interpretava Giuda entrare in scena attraversando la platea, rimasi incantata. Da lì ho iniziato a studiare recitazione e non ho mai più abbandonato il teatro. Per una sorta di coincidenza o segno del destino, al mio debutto entravo in scena proprio attraversando la platea.
Parlaci di te, della tua passione e dei tuoi spettacoli.
I miei spettacoli parlano di me, anche di alcuni lati nascosti che non tutti conoscono o riescono a vedere, e prendono avvio tutti da un moto interiore, da un’esigenza. “Hanno fatto un deserto e lo hanno chiamato pace” nasce nel delicatissimo contesto storico che stiamo vivendo: il teatro, le parole, la musica sono gli unici strumenti che sentivo di avere per far sentire la mia voce. E la mia voce invoca pace per tutti gli esseri viventi. Lo spettacolo ha una veste molto particolare perché prevede in scena, oltre agli attori, un coro composto prevalentemente e simbolicamente da adolescenti, mentre io interpreto alcuni brani cantati, incastonati nella drammaturgia. Il canto è un elemento che sto aggiungendo da poco in alcuni dei miei spettacoli, ma lo utilizzo sempre cercando di far emergere una maggiore espressività ed emotività: non “canto una canzone” ma la interpreto attorialmente, ecco. “La tigre che spia tra le foglie – Canti alle bestie e agli ortaggi” è un omaggio che ho voluto rendere a Pablo Neruda (debuttando nel cinquantenario della sua morte) e al mio amore per la poesia, gli animali e la natura. Nello spettacolo mi diverto anche a realizzare alcune sonorizzazioni con strumenti quali l’handpan, le nacchere o la Hammond melodion per arricchire l’espressività dei componimenti poetici. Il M° Marco Della Gatta è l’autore e l’esecutore di tutte le musiche originali degli spettacoli che porto in scena in questo periodo: lavorare fianco a fianco con un musicista di quel calibro ed essere artisticamente in sintonia dona una marcia in più al mio modo di fare teatro. Sono felice anche che mi abbia coinvolto nel suo progetto artistico “Tu non conosci il Sud. La musicalità della parola nella poesia salentina del Novecento”. “Heroides – Eros, Follia, Coraggio e Libertà” è proprio il “mio” spettacolo: dice tutto di me, dalla mia sensibilità alla passione e al coraggio con cui cerco di affrontare la vita, racconta della mia formazione culturale classica e del mio legame viscerale con il mondo antico, la mitologia e la letteratura.
Raccontaci di un tuo personaggio che hai interpretato.
Parlerei di tredici personaggi… Sono molto presa emotivamente dal debutto (a maggio 2024) di Heroides – Eros, Follia, Passione e Libertà. È stata una sfida difficile e intrigante per me. Ho interpretato tredici eroine, una gara attoriale ma soprattutto con me stessa. Ho dovuto scavare nel mio intimo in profondità per far venir fuori la rabbiosa follia di Medea, l’erotismo della ninfa Enone, le contraddizioni di Elena, la devozione di Penelope, l’ardore di Briseide… ho fatto un intenso lavoro emotivo e mentale per riuscire a interpretare al meglio queste potentissime figure femminili e trovare le giuste scelte registiche per ognuna di esse.
Quali sono le emozioni che ti restano dopo esserti esibita?
Volo. Letteralmente. Mi si può vedere in lacrime o con un sorriso enorme ma è come se mi sollevassi da terra. Emotivamente mi resta una gioia immensa, razionalmente il pensiero a quello che è andato bene in scena e a quello che si può eventualmente migliorare.
Descriviti in 3 parole.
Complicata. Sanguigna. Crepuscolare.
Sogno nel cassetto?
Più di uno, ma credo che sia meglio evitare di parlare dei propri sogni. Diciamo che sono almeno tre quelli più importanti e riguardano sia la sfera personale che quella artistica.
Progetti futuri?
“Progetto Heroides. Donne per il teatro, Teatro per le Donne” è un progetto che ho ideato e vorrei far partire al più presto e che potrebbe portare alla creazione di una compagnia. Sicuramente porterò avanti la mia scuola di teatro. Sto inoltre lavorando alla realizzazione di alcuni videoclip e avviando alcune interessanti collaborazioni artistiche e poi non si sa mai… accade spesso che mi vengano in mente idee nuove e in poco tempo mi metta al lavoro per realizzarle.
Maria Margherita Manco è una persona eccezionale, seria, poliedrica, vulcanica.
Le sue superbe interpretazioni non si dimenticano. Complimenti.