MARIA SAS

MARIA SAS

Maria nasce a Lviv, in Ucraina, l’11 ottobre 1987. Dal 2011 vive a Roma, città di cui si innamora subito per la sua bellezza senza tempo e per la ricchezza storica e artistica che la attraversa. In patria ha studiato alla facoltà di Restauro di beni decorativi e Architettura, un percorso formativo che ha approfondito grazie all’influenza e all’ispirazione del padre, artista, intagliatore e poeta. Il legame profondo con l’arte la porta a partecipare a numerose esposizioni in Italia. Nel 2022 prende parte alla mostra internazionale “Giovani donne artiste” presso San Salvatore in Lauro, un evento ricco di emozioni e di scambi culturali. Nel 2024 espone ad Ariccia nell’ambito dell’Art Saloon, nella collettiva Quella strana normalità, dove ha l’opportunità di incontrare e confrontarsi con altri artisti, rafforzando il suo percorso umano e creativo. Sempre nel 2024, organizza una mostra personale presso la chiesa di Santa Sofia a Boccea, in collaborazione con una poetessa ucraina e una giovane musicista che accompagna l’evento al pianoforte. Quest’ultima, anche costruttrice di droni, incarna lo spirito innovativo e tenace di una generazione in cammino. I fondi raccolti durante l’iniziativa vengono donati ai soldati ucraini impegnati nella difesa del Paese. Curiosa, sensibile e animata da una profonda passione per l’arte, Maria sogna di viaggiare in tutto il mondo, per scoprire culture diverse e arricchire la propria visione creativa attraverso nuove esperienze.

Cos’è per te l’arte?

L’arte, per me, è un’altra dimensione. Una realtà diversa da quella in cui viviamo.

Hai vissuto il passaggio da Lviv a Roma: in che modo questa “doppia appartenenza” ha influenzato il tuo modo di vedere e fare arte?

Il passaggio da Lviv a Roma mi ha aperto a un nuovo mondo. Roma è una città che è essa stessa un’opera d’arte: vivere qui mi ha dato nuove ispirazioni e l’opportunità di intraprendere nuovi progetti.

Tuo padre è stato un artista, intagliatore e poeta. C’è un ricordo legato a lui che senti ancora presente mentre crei?

È grazie a mio padre se ho sviluppato l’amore per l’arte e la poesia. Ricordo quando lo osservavo mentre disegnava: restavo con lui in silenzio, assorbendo ogni gesto. Mi cantava, e soprattutto, mi affascinava il modo in cui lavorava il legno. Era davvero un artista del legno.

Hai partecipato a mostre collettive e organizzato eventi personali. Cosa cambia per te nel condividere lo spazio creativo con altri artisti rispetto a quando lo vivi da sola?

Le mostre collettive mi hanno dato la possibilità di scoprire tecniche diverse, nuovi modi per migliorare la mia arte, e anche di conoscere altri artisti. È un arricchimento continuo.

La tua mostra a Santa Sofia ha unito pittura, poesia, musica e tecnologia. Cosa ti ha colpito di più di questa contaminazione tra linguaggi?

La mia mostra personale alla Basilica di Santa Sofia ha unito pittura, poesia e musica. È stato molto emozionante vedere persone del mio paese ritrovare un pezzo di casa: ascoltando la poesia di una poetessa ucraina e la musica di una pianista ucraina, si sono sentiti di nuovo vicini alle proprie radici.

Hai scelto di destinare i fondi raccolti a sostegno dei soldati ucraini. Quanto è importante per te che l’arte abbia anche un impatto umano e sociale?

Grazie alla mostra siamo riusciti a raccogliere fondi per i soldati ucraini. Per me è stato molto importante: l’arte può e deve fare la sua parte per aiutare, per non arrendersi, per contribuire alla vittoria e alla libertà. Vogliamo vivere nella nostra terra, con un futuro sicuro.

Parli spesso del desiderio di viaggiare e conoscere nuove culture. C’è un Paese o una scena artistica che sogni di esplorare in particolare?

In futuro vorrei viaggiare di più, conoscere altri Paesi e le loro culture. Vorrei condividere le mie opere e allo stesso tempo imparare cose nuove.

Restauro, architettura, pittura… il tuo percorso è molto vario. Come si intrecciano oggi queste competenze nella tua pratica artistica?

Amo le cose antiche, l’architettura classica, come le colonne in stile corinzio, ionico o dorico. Mi fanno sentire trasportata in tempi lontani e romantici. Ho anche realizzato alcune opere in questo stile.

Cosa ti muove oggi nel creare un’opera? È più il bisogno di esprimere qualcosa di intimo o il desiderio di comunicare con gli altri?

Ultimamente realizzo opere su commissione, come ritratti, paesaggi o animali domestici. Quando creo per me, invece, seguo l’ispirazione del momento. Amo il mare, e spesso rappresento paesaggi marini: mi fanno sentire libera.

Che ruolo ha la memoria – personale o collettiva – nelle tue opere? Ti capita di rappresentare simboli o emozioni legati alla tua terra natale?

Sì, spesso. Nella mia memoria porto l’immagine della mia terra: campi di grano dorati punteggiati di papaveri rossi, giornate trascorse vicino al fiume, circondata da una natura meravigliosa. Tutto questo rivive nelle mie opere.

Immagina una mostra futura ideale: dove vorresti esporre, con chi e con quale messaggio al centro?

Il mio sogno è realizzare una mostra sia in Italia che in Ucraina, con un messaggio centrale: la pace. Perché non c’è nulla di più importante che vivere in pace.

1 Comment

  1. Santino Di sante

    Una persona con un grande cuore e con grande talento

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