MARIKA RAMUNNO

Marika Ramunno è una fotografa e filmmaker. Nata nel 1991 in Puglia, Italia. Lavora come fotografa e filmmaker freelance , tuttavia continua a seguire un mio personale percorso artistico con la fotografia e altri media sulla relazione tra l’essere umano e la natura, tra fantasia e realtà. Ha fondato una rivista di fotografia Ombra Magazine e Una scelta necessaria è il suo primo documentario.

Quando e come è iniziato il tuo percorso artistico?

Ho iniziato a fotografare all’età di 14 anni, grazie al mio papà. Lui aveva la passione della fotografia e nel 1991 in occasione della mia nascita decise di acquistare una macchina fotografa reflex. Il mio percorso professionale è avvenuto più tardi dopo aver studiato prima Comunicazione e poi solo dopo un’esperienza all’estero di sei mesi, son rientrata per studiare fotografia all’Accademia di Belle Arti di Napoli, scelta appositamente per la fortissima unione che Napoli ha verso l’immagine, un mix di fotografia e cinema, si perché quello che personalmente mi affascina è l’unione tra la realtà e la fantasia, che attraverso l’immagine si può realizzare.

Parlaci di te, della tua passione e dei tuoi lavori.

Nasco come fotografa, nel tempo attraverso le immagini, sono approdata alla comunicazione attraverso le immagini e poi all’immagine in movimento. Attraverso questi elementi ho potuto sperimentare e poi lavorare e proporre progetti, che avevano come focus principale il raccontare attraverso le immagini, persone, luoghi, piatti, paesaggi e strutture di vario genere. Quindi principalmente mi occupo di dare un’immagine coerente alle diverse attività, confrontandomi con persone specializzate nel settore della comunicazione, dell’architettura e del cinema. Lavoro spesso con artisti, con i quali creo un legame che possa raccontare la loro arte e quindi ritrarli nella loro essenza, ed è una cosa che mi piace molto fare, perché in quelle due ore ci sono scambi di punti di vista e aiutano anche me a guardarmi dentro.

Che tipo di arte è la tua e come la definiresti?

Al momento ritengo che non è definibile o classificabile ciò che io faccio perché passo dalla fotografia, al cinema alla comunicazione, certo quello che accomuna tutto è l’immagine, in cui mi ci perdo costantemente, trascorrendo ore a guardare fotografie di autori non solo legati alla fotografia, ma a tutto quello che mi circonda e non solo.

Esiste lo scatto perfetto?

Un tempo forse, oggi no. Esiste la storia, prima dell’immagine, che non è più soltanto una sola immagine, ma un linguaggio, con virgole punti interrogativi ed esclamativi, proprio come la scrittura.

Colore o bianco e nero?

Dipende da ciò che si vuole raccontare, vivendo in un mondo a colori, prediligo il colore, ma se ritengo che qualcosa vada raccontata in bianco e nero, lo utilizzo.

Cosa ti affascina del mondo della fotografia?

Mi affascina poter catturare, fermare dei momenti e delle persone, fare film sulle loro storie, sui loro ritratti. Ma soprattutto la malinconia che ogni scatto porta con sé :  di qualcosa che è appena passato e non tornerà più, ma lo hai vissuto e ne hai immortalato il momento che per te era importante.

Cosa ti piace fare oltre alla tua passione? 

La fotografia è passata da passione al mio lavoro, quindi quello che mi piace fare corrisponde al mio lavoro e questo mi rende felice ed orgogliosa di aver trovato persone intorno a me che mi hanno spronato a continuare e continuano a farlo. Il contesto in cui vivi fa molto, ho dovuto sgomitare per cercalo e continuo ancora, questo mi ha permesso di attirare gente e persone che credono in ciò che faccio. Oltre la fotografia, ho riscoperto il disegno, a cui mi ispiro spesso con la fotografia, e il fitness, quest’ultimo mi ha aiutato molto a organizzare meglio le mie giornate di lavoro, e a sentirmi meglio con me stessa e il mondo che mi circonda. E adoro viaggiare, stare via per qualche settimana, (se possibile anche qualche mese) per raccontare storie attraverso le immagini.

Descriviti in 3 parole.

Determinata, introversa, sincera (forse troppo).

Sogno nel cassetto?

Poter fotografare una delle persone che ammiro di più, e che mi ha fatto innamorare sia della fotografia che del cinema: Meryl Streep. Magari è un sogno lontano, ma nel frattempo ci sto lavorando.

Progetti futuri?

  • Continuare la mia ricerca sul cavallo, sul rapporto con gli esseri umani e programmare un viaggio in Montana, trascorrere lì qualche mese nei ranch e raccontare della vita nei ranch con i cavalli.
  • Un cortometraggio che è in programmazione insieme alla Joyful People Company, dove il mio ruolo sarà strettamente incentrato sull’immagine, quindi come direttrice della fotografia

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