MATTEO PERICO – DOMENICO COLELLA

MATTEO PERICO – DOMENICO COLELLA

Matteo e Domenico sono due artisti e progettisti visivi che operano nel campo della scenografia con un approccio multidisciplinare e una visione profondamente creativa. La loro collaborazione li ha portati a spaziare tra cinema, teatro e installazioni artistiche, sviluppando un linguaggio visivo riconoscibile, capace di fondere tecnica, immaginazione e un’acuta sensibilità estetica. Nel mondo del cinema, si sono distinti per la realizzazione di set che uniscono fantasia e rigore progettuale, con particolare attenzione alla relazione tra colore, materiali e oggetti nello spazio scenico. Il loro lavoro ha ricevuto importanti riconoscimenti, tra cui il premio Best Production Design al Rome International Movie Awards nel 2021 e una Menzione Speciale per la Scenografia al Wolf Film Festival nello stesso anno. La critica li ha definiti “di una professionalità e sensibilità estetica ai massimi livelli”, riconoscendo la forza evocativa delle loro scenografie. Parallelamente, si sono affermati anche in ambito teatrale, curando non solo gli allestimenti ma anche la regia di spettacoli presentati in diversi Festival Teatrali Internazionali. Tra i premi ottenuti spiccano: Miglior Spettacolo al Festival di Regia Teatrale – Premio Fantasio Piccoli di Trento, Migliori Costumi al Festival In Viaggio con Enea – Premio Ape D’Oro dell’Isola d’Elba e una Menzione Speciale al GEF-Eurotheatre di Sanremo. Oltre alla scena teatrale e cinematografica, si dedicano anche alla progettazione di installazioni artistiche per eventi culturali e manifestazioni internazionali, creando esperienze immersive e simboliche che attraversano generi e linguaggi. Matteo e Dom si distinguono per un approccio alla scenografia che va oltre la funzione estetica, cercando costantemente di costruire mondi, suggestioni e spazi in grado di raccontare storie e emozioni.

Cos’è l’arte per voi?

Definire cos’è l’arte non è semplice. L’arte deve emozionare, stupire, far riflettere, commuovere, suscitare discussioni, scioccare, mettere in discussione… Fare arte è qualcosa che viene dall’interno, non è per tutti, come lo è fare l’attore, il danzatore… L’arte è bellezza, senso estetico, l’abbinamento dei colori, l’accostamento dei materiali. È creatività, originalità, fantasia.

Come nasce una vostra scenografia? Partite da un’idea visiva, da un’emozione o dal testo?

Una scenografia nasce da un testo, che può essere una sceneggiatura, un copione, una poesia, una frase… Poi si sviluppa in un’idea, spesso ispirata da qualsiasi elemento: un’immagine, una sensazione, un materiale, un colore… fino a creare un insieme che racconti un mondo, un’emozione.

Qual è stato il progetto più sfidante finora? E quello che vi ha emozionato di più?

Il progetto più sfidante è stato la realizzazione di diverse scenografie per alcuni musical, come La Sirenetta, Chicago, I Miserabili e The Greatest Showman, per un evento internazionale itinerante che si è svolto in diverse location in Puglia. Il progetto che ci ha emozionato di più è stato il film Giuseppe Taliercio – Il delitto perduto. Realizzare le scenografie di un film ambientato nel 1981, ispirato a fatti realmente accaduti, ha richiesto un lavoro di ricerca, studio e documentazione per ricostruire l’atmosfera degli anni Ottanta.

Quando lavorate insieme, come si distribuiscono i ruoli? Avete un metodo preciso o lasciate spazio all’intuito?

Lavorare insieme è un gioco di squadra, è capirsi anche senza parlare, un continuo scambio di idee. Non c’è un metodo preciso, si parte sempre da uno studio fatto di ricerca e proposte, e poi nasce l’idea. Ma c’è anche spazio per l’intuito, soprattutto quando emergono imprevisti durante le riprese: a volte non c’è tempo di riflettere, bisogna agire e risolvere il problema sul momento.

La vostra estetica è molto riconoscibile: c’è un elemento, un dettaglio, un materiale che sentite “vostro”?

Non c’è un materiale che sentiamo “nostro”, ma ogni elemento può diventarlo, in base all’idea creativa che vogliamo realizzare. Ogni dettaglio viene curato con attenzione, nulla viene lasciato al caso, ogni scelta ha un suo perché. C’è anche uno studio preciso nell’abbinamento dei colori, che vengono scelti, accostati e combinati per ottenere un senso estetico e artistico.

Quanto conta per voi il rapporto tra lo spazio scenico e il corpo dell’attore o dell’interprete?

Il rapporto tra lo spazio scenico e il corpo dell’attore è fondamentale. La scenografia veste il film, è la cornice di uno spettacolo, è dove tutto accade. È un elemento cruciale, spesso non capito o sottovalutato. La scenografia in un film lavora in simbiosi con il direttore della fotografia: insieme si compone il puzzle visivo dell’opera.

Avete lavorato tra teatro, cinema e installazioni: come cambia il vostro approccio nei diversi contesti?

Il cinema è molto legato alla sceneggiatura, che impone determinate scelte, ma allo stesso tempo lascia spazio alla creatività. Il teatro e le installazioni, invece, sono contesti più artistici, dove la libertà espressiva è maggiore e si ha più spazio per interpretare e innovare.

Ci sono artisti, registi o designer che vi ispirano o con cui vi piacerebbe collaborare?

Non ci ispiriamo a un artista, regista o designer in particolare, ma siamo sempre attratti da film, spettacoli teatrali, mostre, eventi e installazioni. Ogni nuova esperienza stimola la nostra creatività, e ci piacerebbe sempre intraprendere nuove collaborazioni.

Il riconoscimento della critica vi ha dato visibilità. Quanto è importante per voi restare indipendenti nelle scelte creative?

La critica ha sempre apprezzato il nostro lavoro, e abbiamo ricevuto tre premi come miglior scenografia in diversi festival. Difficilmente la scenografia viene premiata nei festival, per cui questo riconoscimento è stato particolarmente significativo. Nelle nostre scelte creative siamo molto indipendenti: cerchiamo sempre di ascoltare le idee del regista e, con la nostra creatività, realizzare la scenografia che meglio rispecchia il progetto.

Avete mai pensato di portare il vostro lavoro in contesti extra-artistici, come l’architettura o l’exhibition design?

Non abbiamo mai avuto l’occasione, ma siamo sempre pronti ad affrontare nuove sfide e nuove esperienze artistiche. La sfida fa parte del nostro lavoro: non ci spaventa, anzi, ci stimola ulteriormente.

C’è un sogno artistico che non avete ancora realizzato?

Il nostro sogno artistico è dirigere e creare la scenografia di un’opera lirica.

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