MIRANDA MONCELSI

MIRANDA MONCELSI

Sono nata a Lucerna, in Svizzera, nel 1983, e ho trascorso la mia infanzia e adolescenza a Magliaso, in Ticino, un luogo che ha plasmato profondamente la mia sensibilità artistica. Dal 2008 sono tornata a vivere a Lucerna, una città che amo profondamente e che continua a ispirarmi ogni giorno. Sono mamma di due meravigliose bambine, che arricchiscono la mia vita con gioia e creatività. La mia famiglia e le esperienze personali sono una fonte inesauribile di ispirazione: cerco di trasmettere emozioni autentiche e profonde attraverso le mie opere, raccontando frammenti della mia vita. Fin da bambina, l’arte è stata una presenza costante. Il disegno e la pittura mi hanno sempre affascinata, tanto che spesso mi chiedevo se il mio futuro dovesse essere dedicato agli studi artistici. Tuttavia, lo sport ha avuto un ruolo dominante durante la mia giovinezza: la disciplina, la determinazione e l’energia che mi ha insegnato mi hanno portata a giocare nella Serie A svizzera di pallavolo. Nonostante la mia carriera sportiva, l’arte non ha mai smesso di esercitare il suo richiamo su di me. Mi affascinavano le atmosfere delicate e i colori vibranti di Monet e Renoir, che alimentavano la mia immaginazione e il mio desiderio di creare. Tuttavia, per un lungo periodo, la pittura è rimasta in sospeso, messa da parte mentre mi dedicavo ad altre priorità nella vita. Dopo la mia separazione, ho trovato nell’arte una via di rinascita personale. Dipingere è diventato il mio rifugio, la mia espressione più vera e profonda. Ho esplorato con passione nuove tecniche e linguaggi, lasciandomi affascinare dall’astrattismo, che mi dona una libertà creativa ineguagliabile, e dal figurativo, che aggiunge significato e struttura alle mie opere. Oggi la mia arte è un viaggio continuo, una ricerca di equilibrio tra emozione e forma, tra intuizione e tecnica. Dipingere è il mio modo di raccontare storie, di esprimere me stessa e di trasformare le esperienze della mia vita in colori, emozioni e movimento sulla tela.

Cos’è per te l’arte?

L’arte per me è un viaggio interiore, un linguaggio universale che da forma alle emozioni, ai pensieri e alle visioni, trasformandoli in bellezza e significato.

Quando hai ripreso a dipingere dopo la pausa, quale è stato il tuo primo progetto o opera significativa? Cosa rappresentava per te in quel momento?

Quando ho ripreso a dipingere dopo la pausa, c’è stata un’opera in particolare che ha segnato quel momento: si chiama Sunset. Con questa tela ho sperimentato nuove tecniche, come l’uso della spatola, e mi sono lasciata ispirare da un viaggio verso l’astrattismo. Quest’opera ha rappresentato una vera rinascita per me, sia a livello artistico che personale. È stata il modo per chiudere un capitolo importante della mia vita e ricominciare con nuova energia e consapevolezza.

Come descriveresti l’evoluzione del tuo stile artistico da quando hai iniziato a dipingere fino ad oggi? Quali cambiamenti ritieni più importanti?

La mia evoluzione artistica è stata un percorso di crescita e trasformazione. Dopo una fase sperimentale nell’astrattismo, che mi ha permesso di esplorare tecniche e prospettive nuove, ho raggiunto una visione più completa, a 360 gradi. Il cambiamento più importante è stato imparare a combinare l’astratto con il figurativo, creando un linguaggio visivo che unisce emozione e forma, libertà e struttura, aprendo nuove possibilità espressive.

L’arte per te è stata una forma di terapia e rinascita. Come riesci a tradurre le tue emozioni personali in linguaggio visivo? Hai una tecnica o un processo specifico che segui?

Sì, assolutamente. Anche solo decidere con quale progetto partire è già un viaggio interiore. È un momento in cui mi fermo, ascolto le mie emozioni e lascio che siano loro a indicarmi la direzione. Ogni scelta – che sia il tema, i colori o l’atmosfera – riflette uno stato d’animo, un bisogno o una storia che sento il desiderio di raccontare. Questo processo è stato, e continua ad essere, una forma di terapia e rinascita per me. Mi ha permesso di trasformare le mie emozioni in forza creativa, trovando equilibrio e nuove prospettive attraverso l’arte.

L’astrattismo ti offre libertà creativa, mentre il figurativo aggiunge struttura. Come decidi quale approccio adottare per ogni opera?

La scelta dell’approccio dipende soprattutto dal mio stato d’animo. Quando mi trovo in una fase scombussolata, preferisco non pensare troppo e lasciarmi andare al flusso spontaneo dell’astrattismo, dove ogni gesto diventa un’espressione istintiva. Al contrario, in una fase più limpida e serena, tendo a creare un progetto mentale più definito, cercando di dare alle opere un aspetto più realistico e strutturato. Ogni approccio diventa così uno specchio del mio equilibrio interiore.

Hai mai sperimentato periodi di blocco creativo? Se sì, come li hai superati e cosa ti ha aiutato a ritrovare ispirazione?

Sì, ho sperimentato periodi di blocco creativo, ma con il tempo ho imparato a superarli grazie alla maturità e alla consapevolezza di me stessa. Mi ricordo che dentro di me ci sono ancora tante storie da raccontare, e tutto ciò che devo fare è fermarmi, ascoltarmi e lasciare che le emozioni trovino il loro spazio. Non forzo mai il processo; piuttosto, mi concedo il tempo necessario per ritrovare il mio equilibrio interiore, sapendo che l’ispirazione tornerà quando sarò pronta a esprimermi di nuovo.

Quali materiali o tecniche preferisci utilizzare nelle tue opere? Hai esplorato nuovi strumenti o tecnologie recentemente?

Adoro utilizzare la pittura acrilica e a olio, che mi permettono di giocare con consistenze e tempi di asciugatura diversi. Attualmente amo anche l’uso delle bombolette spray, che aggiungono dinamismo e spontaneità alle mie opere. La spatola, poi, è uno strumento indispensabile per me, perché mi consente di creare texture e profondità uniche. Di recente ho sperimentato con materiali nuovi, come carta e materia sabbiosa, che non avevo mai provato prima, aggiungendo una dimensione tattile e inedita alle mie creazioni. Questi esperimenti mi aiutano a rinnovare costantemente il mio linguaggio artistico.

In che modo i tuoi studi o esperienze personali hanno influenzato la scelta dei temi o delle emozioni che rappresenti nelle tue opere?

La scelta dei temi nelle mie opere deriva esclusivamente dalle mie esperienze vissute. Ogni creazione è profondamente legata al mio percorso personale e alle emozioni che ho attraversato. Ad esempio, recentemente ho realizzato tre opere sull’hip hop old school, raffigurando tre cantanti che hanno segnato la mia infanzia e adolescenza. Questi lavori rappresentano non solo un omaggio a un periodo importante della mia vita, ma anche un modo per celebrare le influenze che hanno plasmato la mia identità e il mio immaginario creativo.

Come ti relazioni con il pubblico che osserva le tue opere? Ricevi feedback che ti aiutano a crescere come artista?

Mi relaziono con il pubblico in modo aperto e curioso, cercando di capire come le mie opere vengono percepite e quali emozioni riescono a suscitare. Amo ascoltare le interpretazioni personali, perché ogni osservatore porta con sé un punto di vista unico, spesso rivelandomi sfumature che non avevo considerato. Inoltre, adoro captare cosa il pubblico vuole vedere da me, quali emozioni o temi desiderano che esplori. I feedback sono fondamentali per la mia crescita come artista: mi aiutano a riflettere, a migliorare e, a volte, a guardare il mio lavoro con occhi nuovi. Per me, l’arte è un dialogo continuo tra ciò che voglio esprimere e ciò che il pubblico riesce a percepire.

Hai un sogno o un obiettivo specifico legato al tuo percorso artistico, come una mostra in una location particolare o il desiderio di sperimentare una nuova tecnica o stile?

Sì, il mio sogno è continuare a sviluppare uno stile artistico che sia sempre più autentico e riconoscibile, un linguaggio visivo che riesca a raccontare storie universali attraverso il filtro delle mie esperienze personali. Voglio creare opere che non solo emozionino, ma che lascino un segno, invitando chi le osserva a riflettere, sentire e connettersi. Un obiettivo specifico è anche quello di sperimentare ancora di più, integrando tecniche e materiali diversi per spingermi oltre i miei limiti, senza mai perdere la mia identità. Inoltre, mi piacerebbe esporre il mio lavoro su palcoscenici sempre più ampi, portando il mio messaggio e il mio stile artistico a un pubblico internazionale.

Descriviti in tre colori.

Se dovessi descrivermi in tre colori, sceglierei rosso, giallo e azzurro. Il rosso rappresenta la mia passione, la mia energia e la forza con cui affronto la vita e l’arte. Il giallo simboleggia la mia vitalità, il mio ottimismo e la luce che cerco di portare in ciò che creo. L’azzurro, invece, esprime la mia profondità emotiva, la mia serenità interiore e il desiderio di libertà e spazi infiniti. Questi colori insieme raccontano la mia essenza, un intreccio di intensità, luminosità e pace.

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