Nata a Petilia Policastro un paesino della Calabria in provincia di Crotone, il 22 Ottobre del 1973, dopo aver frequentato il Liceo artistico di Catanzaro, dove scopre anche una certa propensione per la scultura, nel 1991 si iscrive all’Accademia di Belle arti di Brera, a Milano, dove ha seguito il corso di scultura con il Prof. Legnaghi, per poterne approfondire le tecniche, mentre frequenta Brera collabora con diversi laboratori artistici con il sig, Natale Panaro scenografo e sceneggiatore RAI per la realizzazione di alcuni pezzi dei costumi per il MEFISTOFELE per la scala di Milano, per il laboratorio FONTANA Decorazioni collabora per diversi anni realizzando, dal disegno alla modellazione, vari pezzi di decorazione, gessi e stucchi decorativi, per la casa e i negozi VERSACE a Milano e Miami e per casa Campari ecc., con lo studio Rocca per la realizzazione di tromple oil ecc. Ma la pittura è sempre stata la sua grande passione. “Amo l’arte da sempre, almeno fin dal momento in cui arrivano i miei ricordi d’infanzia, dipingo semplicemente perché ne ho bisogno è una necessità, un bisogno primario che mi aiuta a stabilire un contatto tra il mio mondo e ciò che mi circonda, attraverso l’arte i miei pensieri prendono forma e si manifestano, dico sempre che “l’arte è la mia cura e la mia malattia”. Risalgono agli anni 90 i primi lavori realizzati su carta con gessetti e matite. Dopo Brera e fino al 2010 circa c’è stato un “lungo periodo di Riflessione”, dice l’artista, durante il quale ho smesso di fare arte ma ho capito che è meno doloroso esternare le proprie passioni che sopprimerle…così ho ricominciato timidamente a dipingere”. Nel 2010 cominciano cosi’ le sue prime esperienze espositive, comincia la sua produzione artistica realizzando lavori fatti su cartoncino e gessetti ed espone con l’associazione artisti del quartiere Garibaldi di Milano. Nel 2011 comincia i suoi primi esperimenti di pittura su legno utilizzando gessetti, pastelli, colori per il vetro e acrilico. Sempre nel 2011 cominciano le sue prime esperienze espositive con le gallerie d’arte e a maggio durante l’esposizione a Padova con la Quin Art Studio vince il premio “Galleria Oldrado da Ponte “questo le permetterà di conoscere nuove gallerie e di avere nuovi contatti nel mondo dell’arte. Successivamente espone a Lucca e poi a Roma dove l’opera esposta vince il premio per l’esposizione permanente presso la Galleria Spaziottagoni di Roma. I riconoscimenti e gli elogi, di queste prime esperienze, danno all’artista la carica e l’autostima necessari per continuare ad esporre i suoi lavori. Negli anni successivi espone a Milano, Lodi, Lecce, Napoli, Piacenza, Ferrara, in Francia a Parigi a Cannes a Istres , partecipa ad ARTE PADOVA , ARTE BRESCIA, ARTE PIACENZA con i galleristi Elena e Ambrogio Ferrari. Attualmente i suoi lavori sono curati dal direttore Artistico Elena Ferrari della Galleria Passepartout Anconventional Gallery di Milano. Alcuni lavori sono in esposizione permanente: nel Museo di Arte Contemporanea di Santa Severina (KR) nella prestigiosa collezione EPOCA esposta all’ingresso dell’Ospedale SS Annunziata di Cosenza nel centro storico di Crotone vico Pescheria sezione media II (Soroptimist International Club). Della sua arte dice: “I miei lavori sono il riflesso di pensieri, sentimenti e stati d’animo, come uno specchio che riproduce le immagini dell’anima…una introspezione psicologica che vuole generare in chi osserva sentimenti differenti e contrastanti.” Ho sempre amato i gessetti e le matite perché devo utilizzare le mani per sfumare e stendere il colore e questo mi mette in contatto con la materia come se la plasmassi. Nel 2010 ho ricominciato a disegnare utilizzando il cartoncino nero cercando di tirare fuori le immagini per contrasto con il gessetto bianco, poi ho cominciato a lavorare direttamente sul legno, perché ha l’odore della “terra “ perché è un materiale che continua a vivere nel tempo stagionandosi, deformandosi.. Oltre ai gessetti e ai pastelli utilizzo anche altri materiali come il colore acrilico, la tempera il colore per il vetro. La mia è una pittura figurativa che definirei “intimista” una sorta di incrocio tra realismo, surrealismo e simbolismo; attraverso la “Simbologia” cerco di dare una chiave di lettura, sollecitando e stimolando l’osservatore a fare uno sforzo interpretativo, senza soffermarsi alla sola immagine. Sono partita esplorando l’essere umano e la sua identità, il conflitto e la fusione tra il maschile ed il femminile attraverso la rappresentazione di figure androgine, interpretando la sofferenza che separa i due mondi e quel filo sottile che li accomuna come esseri umani, per approdare gradualmente a soggetti soprattutto femminili. L’essere umano appunto al centro delle mie rappresentazioni con le sue debolezze, i suoi difetti, i suoi sentimenti le sue paure, le sue sofferenze psicologiche ma anche fisiche, ma anche con la sua forza interiore, il suo istinto di sopravvivenza, la sua volontà di superare ostacoli e di elevarsi a livelli che superano la materia, quella capacità di rinascere come una fenice. I soggetti sono sempre racchiusi in spazi metafisici, vuoti, immortalati come delle icone, immobili e riflessivi, alla ricerca di un riscatto di una rinascita di una purificazione e di una rivincita in cui cuore e mente concorrono a far sì che questo accada o possa accadere.”
Come è nata la tua passione per l’arte e in particolare per la pittura? C’è un ricordo d’infanzia che associ a questa passione?
Amo l’arte da sempre fin da quando ero piccola ricordo che alle elementari durante i periodi di Natale o di Pasqua ero sempre in giro per le classi a disegnare e preparare lavoretti per decorare i vari ambienti scolastici.
Durante la tua formazione all’Accademia di Belle Arti di Brera, cosa ti ha influenzato maggiormente? C’è stato un insegnante o un’esperienza che ha segnato il tuo percorso?
Nel periodo in cui ho frequentato Brera. la cosa che mi piaceva fare di più era il disegno dal vero con le modelle e i modelli… Ricordo che ci passavo le giornate a disegnare.
Hai collaborato con diversi laboratori artistici e lavorato su progetti importanti, come quelli per la Scala di Milano e per la casa Versace. Cosa ti ha insegnato quest’esperienza?
Lavorando per la commissioni importanti come la Scala di Milano ho avuto modo di visitare i dietro le quinte della preparazione di un grade spettacolo come il Mefistofele, vedere da vicino il grande lavoro di costumisti e scenografi e capire che grande macchina si muove dietro uno spettacolo. Con Versace invece ho potuto sperimentare le mie doti da decoratrice, che neanche io conoscevo e ammirare la bellezza di soffitti e pareti riccamente decorati.
Dopo il “lungo periodo di riflessione” in cui hai smesso di fare arte, cosa ti ha spinto a ricominciare? Quali emozioni hai provato nel riprendere a dipingere?
Durante il lungo periodo durato anni in cui ho smesso di fare Arte ho capito che è più doloroso sopprimere le proprie passioni che esprimerle, mi mancava l’arte tanto da farmi stare male, un malessere malinconico e opprimente che ad certo punto non ho più sopportato e così ho ricominciato timidamente a disegnare.
Come scegli i materiali per le tue opere? Cosa rappresentano per te elementi come il legno, i gessetti e le matite nel processo creativo?
I miei lavori sono realizzati su legno un materiale che amo particolarmente per il suo odore che sa di natura , perché è vivo e continua a mutare con il tempo. Utilizzo prevalentemente gessetti, pastelli e tempere per dipingere perché questo mi permette di utilizzare anche le mani di sfumare con le dita di avere un contatto diretto con l’opera.
La tua pittura è descritta come “intimista” e influenzata da realismo, surrealismo e simbolismo. Quali tematiche esplori attraverso queste correnti? C’è un messaggio che vuoi trasmettere?
La mia è un’arte che definirei intimista e un icrocio tra simbolismo e surrealismo. ttraverso l’arte esploro i sentimenti, le paure , le ansie, i turbamenti che ognuno di noi almeno una volta nella vita ha dovuto affrontare e soprattutto vincere. Nelle mie opere c’è la resilienza c’è la metamorfosi e la trasformazione del dolore in qualcosa di positivo e unico, il tutto raccontato attraverso simboli ricorrenti come le farfalle, i pesci, le chiavi, il filo rosso i fiori ecc.
Hai parlato di una ricerca legata all’identità e al conflitto tra maschile e femminile. Come rappresenti questo tema nelle tue opere e cosa significa per te?
Nei miei primi lavori ho affrontato il tema della dualità, del maschile e del femminile e del conflitto che li accomuna e li allontana , nelle mie opere ho provato a fondere insieme questo dualismo dipingendo corpi androgini. cercando di dare vita ad un essere che li contenesse entrambi senza conflitto perché la differenza è solo fisica e non spirituale.
Molte delle tue opere raffigurano figure androgine o soggetti femminili in spazi metafisici. Come nasce questa scelta stilistica e cosa speri che susciti negli osservatori?
Solitamente i soggetti che dipingo sono racchiusi in spazi metafici e privi di una collocazione precisa, solitamente sono sfondi azzurri, blu, neri alle volte stellati o con delle nuvole, per sottolineare il fatto che i miei soggetti sono proiezioni di un mondo interiore, onirico e metaforico.
Hai ricevuto vari riconoscimenti e hai esposto in Italia e all’estero. Come hanno influenzato il tuo lavoro queste esperienze e quali sono i tuoi obiettivi futuri?
Ho avuto diversi riconoscimenti e fatto esperienze espositive sia Italia che all’estero ed ognuna di queste esperienze mi ha dato la carica per continuare a fare Arte ad andare avanti ad acquisire maggiore consapevolezza e a migliorare e crescere. Spero di continuare a fare Arte e a fare emozionare con l’arte.
Descrivi la tua arte come una “cura e una malattia”. Cosa significa per te questa dualità? Come ti senti quando crei e quale ruolo ha l’arte nel tuo equilibrio personale?
L’arte è per me una “cura e una malattia”. Una cura perché mi fa stare bene, perché mi aiuta a superare ogni giorno i momenti bui, le tensioni , le ansie e trasformarli in momenti produttivi e utili a crescere e migliorare, una malattia perché è come una “droga” non posso vivere senza Arte.