Nato in Puglia nel 1978, fin da piccolo ho nutrito una profonda passione per ogni forma d’arte, con un particolare interesse per la pittura, pur non avendo mai frequentato nessun corso o scuola accademica. Il mio percorso artistico ha preso una svolta decisiva durante il lockdown del 2020, quando la chiusura forzata della mia attività di tatuatore mi ha spinto a esplorare nuovi mezzi espressivi. I miei clienti nel mondo del tatuaggio mi descrivono come una persona empatica, e proprio l’empatia è il fulcro della mia ricerca artistica. Lo studio della composizione si concentra sul coinvolgimento emotivo dell’osservatore, mettendolo nella prospettiva del soggetto principale dell’opera. L’obiettivo è far emergere le stesse emozioni vissute dal protagonista del dipinto, creando un’esperienza immersiva e profonda. Attraverso le mie opere, cerco di sensibilizzare il pubblico a questa qualità essenziale, con l’ambizione di dare vita a una nuova corrente artistica: l’Empatismo. Non dipingo per necessità, ma sento la necessità di dipingere ogni volta che ho un messaggio da trasmettere.
Cos’ è l’arte per te?
Dopo un orinatoio capovolto, le feci in scatola, una banana attaccata al muro e un deficiente che la compra a 6,2 milioni di dollari, e mi fermo qui, si fa prima a chiedere cosa non è arte, oggigiorno. Per me è una semplice parola formata da quattro lettere e da tanti significati, quanto la popolazione mondiale, ma diretti in un unico pensiero; la creazione.
Come è iniziato il tuo percorso artistico e cosa ti ha spinto a esplorare la pittura in particolare?
È iniziato alle scuole medie quando ho scoperto il rinascimento. Il genio di Leonardo, la capacità di Michelangelo e l’accuratezza di Caravaggio. In quel momento si sono aperte le porte dell’arte. La pittura è solo un caso. Essendo tatuatore è la prima cosa che potevo esplorare. Ma solo perché non posso permettermi dei blocchi di marmo. Comunque sto provando a modellare col gesso e scolpire il legno. Sono uno a cui piace sperimentare.
Come la tua esperienza nel mondo del tatuaggio ha influenzato il tuo modo di dipingere? Ci sono tecniche o elementi stilistici che hai trasferito dalla pelle alla tela?
Solitamente succede il contrario. È dall’esperienza della pittura che viene influenzato il modo di dipingere, ma io sono sempre andato dalla parte opposta alla massa. Purtroppo il tatuaggio è un lavoro su commissione e bisogna accontentare le richieste dei clienti, raramente ti danno carta bianca, ma sto lavorando su alcuni progetti che andranno a braccetto con le tele.
Il lockdown del 2020 è stato un momento di svolta per molti artisti. Qual è stato il primo dipinto che hai realizzato in quel periodo e cosa rappresentava per te?
Il primo dipinto è stato “Padre nelle tue mani affido il mio spirito”, che raffigura l’ultima cosa che ha visto Gesù prima di morire. Quello che rappresenta per me, penso che sia chiaro dal titolo dell’opera, che è solo il primo di una serie.
L’empatia è al centro del tuo lavoro. C’è un’opera in particolare che ritieni rappresenti al meglio questa tua ricerca?
Quelle di Gesù e della mamma che allatta, penso e spero siano chiare.
Hai parlato di voler creare una nuova corrente artistica, l’Empatismo. Quali sono i principi fondamentali di questo movimento e come speri che venga accolto nel mondo dell’arte?
Dare vita all’Empatismo, non è solo creare opere relative a questo movimento, ma è una cosa molto più grande. Riuscire in quest’impresa vuol dire aver sensibilizzato milioni di persone a vedere le cose sotto un altro punto di vista. Il mettersi nei panni del prossimo in modo che possiamo trattare gli altri come vorremmo essere trattati noi stessi. Cercare di rendere il mondo un posto migliore.
Quando inizi un nuovo dipinto, parti da un’idea chiara o lasci che le emozioni guidino il processo creativo?
Ognuno di noi, durante la propria vita, viene segnato da eventi vissuti o ascoltati. Io non faccio altro che provare a mettermi nei panni del soggetto, cercando di rivivere quel preciso momento e rappresentarlo al meglio delle mie capacità. Ora, però, sento la necessità di usare dei modelli come riferimento.
Qual è stata la reazione più forte o inaspettata che hai ricevuto da un osservatore davanti a una tua opera?
Una signora scappare dopo aver visto il braccio di Gesù mentre viene inchiodato alla croce. Inizialmente non capivo, ma dopo ho fatto mente locale ed è stata la reazione che più mi ha reso felice. Adesso sono curioso di vedere cosa succederà con la flagellazione che ancora non ho esposto da nessuna parte.
Ci sono artisti, passati o contemporanei, che ammiri e che hanno influenzato il tuo stile?
Caravaggio.
Che ruolo ha il colore nelle tue opere? Ci sono tonalità che utilizzi per trasmettere emozioni specifiche?
Non avendo avuto una formazione accademica, ma essendo autodidatta, non sto a pensare alla teoria sull’accostamento dei colori, al loro significato o emozione che può trasmettere ecc, ma lascio prevalere l’istinto, giusto o sbagliato che sia. In fondo siamo qui per imparare.
Qual è il messaggio che vorresti lasciare attraverso la tua arte?
Un messaggio che mi hanno scolpito in testa Gesù, mia nonna e i miei genitori: Non fare agli altri, quello che vuoi non fosse fatto a te. Voglio precisare che non mi reputo assolutamente cattolico.
Descriviti in tre colori.
Bianco, nero e oro.






Grandissimo Uomo e Grandissimo artista!!
Spero che realizzi un opera imponente nel paese di provincia nativo !
Cosi tutti potranno osservare le doti artistiche della sua mente e delle sue mani …..