Mi chiamo Raffaella Ranise, sono laureata in Giurisprudenza e per molti anni ho lavorato nel campo del diritto del lavoro, con un particolare interesse per la legislazione riguardante l’occupazione femminile. Tuttavia, non riuscendo a conciliare i tempi di lavoro con quelli della vita familiare, a quarant’anni ho deciso di lasciare una carriera avviata per dedicarmi alla famiglia e alla ricerca. Una scelta che, col senno di poi, avrei dovuto fare prima, ma che mi ha insegnato quanto sia importante cogliere le sorprese che la vita ci riserva. Ho ricominciato il mio percorso tornando all’università, dove per alcuni anni ho ricoperto il ruolo di assistente di Diritto del lavoro. Nel 2011, insieme a Giuseppina Tripodi, ho curato il libro Rita Levi-Montalcini. Aggiungere vita ai giorni, edito da Longanesi, in cui dieci grandi donne italiane – tra cui Margherita Hack, Carla Fracci, Maria Luisa Spaziani e Carla Accardi – hanno condiviso le loro storie per ispirare le nuove generazioni. Il ricavato del libro è stato interamente devoluto alla Fondazione Rita Levi-Montalcini Onlus, che ha finanziato borse di studio per giovani donne in Africa, offrendo loro la possibilità di studiare e costruire un futuro migliore. L’amicizia con Margherita Hack ha ispirato il mio secondo libro, Noi, un punto dell’universo: Storia semplice dell’astronomia, realizzato in collaborazione con Francesca Matteucci, astrofisica di spicco. Questo lavoro rappresenta una tappa fondamentale del mio cammino, poiché mi ha permesso di approfondire il rapporto con l’universo e affrontare le paure più profonde. Ricordo con emozione le parole della Hack: “Non deve avere paura perché, da questo bruscolino che è la Terra, siamo riusciti a scoprire moltissimo sull’universo. Bisogna essere fiduciosi e non spaventati.” Negli ultimi anni mi sono appassionata alla storia delle dinastie, una passione nata quasi per caso e consolidatasi grazie alla fiducia della casa editrice Marsilio. Questo sodalizio ha portato alla pubblicazione di tre saggi divulgativi: I Romanov. Storia di una dinastia tra luci e ombre (2018), Gli Asburgo. Da Sissi a Zita (2022) e, a fine 2023, Le regine inglesi. Le magnifiche sovrane che hanno preceduto Elisabetta II. Questi libri, frutto di un’accurata ricerca storica, sono scritti in uno stile scorrevole e accessibile, con l’obiettivo di incuriosire e coinvolgere i lettori. Il mio interesse si concentra sul ruolo delle sovrane nella storia: donne privilegiate, ma spesso vittime di matrimoni combinati, costrette a prendere decisioni cruciali e talvolta condannate al patibolo. Nonostante ciò, molte di loro hanno affrontato le avversità con coraggio e dignità, lasciando un segno indelebile nella storia. La storia di queste donne è, per me, una chiave per comprendere il presente e il desiderio di essere visionarie, lasciando una traccia significativa. Dedico una particolare attenzione alle sovrane del Medioevo, come Eleonora d’Aquitania, una figura straordinaria: regina consorte di Francia prima e d’Inghilterra poi, indipendente, colta e moderna. Eleonora ha scelto per sé e per i suoi figli, lasciandoci infine un messaggio potente con il suo monumento funebre, che la raffigura con un libro tra le mani: un simbolo eterno di saggezza e ispirazione per le donne di ogni epoca.
Qual è stata la motivazione principale che ti ha spinto a lasciare una carriera avviata nel diritto del lavoro per dedicarti alla famiglia e alla ricerca?
Dopo la laurea in giurisprudenza sono stata per circa dieci anni avente di assicurazione presso una primaria compagnia di assicurazione, ma dopo la nascita di due figli ho avuto difficoltà a conciliare i tempi di lavoro e soprattutto ad accettare le forti pressioni che mi sono state fatte in un ambiente molto improntato al maschile. Nel 2004 , quando è nata mia figlia, in Liguria vi erano 46 agenti di quella compagnia e solo due donne. Con figli solo io. Ho approfittato di un cambio di soci per fare il salto e inseguire i miei sogni e le mie inclinazioni. Avevo 39 anni, mi sono proposta come assistente di diritto del lavoro e ho iniziato a riscoprire la passione per la studio e per la ricerca, che non si erano mai spente. Sono diventata cultore della materia del lavoro e ho avuto la possibilità di incontrare la fondazione Rita Levi -Montalcini onlus e da lì è cambiato tutto. Ho incontrato donne che si sono distinte nel mondo del lavoro e hanno raccontato la loro testimonianza di vita a favore della fondazione che porta il nome del premio Nobel e aveva come fine quello di elargire borse di studio alle ragazze del continente africano in modo dare loro la possibilità di studiare. Il libro, dal titolo Rita Levi- Montalcini onlus, è uscito ad aprile 2013, quando la professoressa era mancata da pochi mesi.
Guardando indietro, cosa pensi sia stato il momento più difficile o significativo di questa transizione?
Il momento più difficile è stato quello di ritrovare la concentrazione per riprendere a studiare e capire che potevo farcela.
Come hai scelto le dieci donne straordinarie del libro su Rita Levi-Montalcini? C’è una testimonianza che ti ha colpito in modo particolare?
Le dieci donne che hanno partecipato al libro sono state scelte in accordo con Giuseppina Tripodi, la persona che per quarant’anni ha seguito Rita Levi-Montalcini, partecipando attivamente all’attività della fondazione. Abbiamo scelto persone che si fossero distinte in campi diversi, dall’astronomia alla danza, dalla musica alla pittura. Donne che hanno studiato, lavorato e rispettato il prossimo. Margherita Hack,Carla Fracci, Chiara Castellani, maria Luisa Spaziani, Micol Fontana, Mariella Devia, Nicoletta Conti sono un esempio per le generazioni future oltre che un vanto per il nostro paese. Conoscerle è stata un’emozione e un privilegio.
Nel tuo lavoro su Noi, un punto dell’universo, ci sono state scoperte o riflessioni personali sull’astronomia che ti hanno cambiato profondamente?
Per Margherita Hack ho provato un affetto speciale. L’ho conosciuta insieme a mio marito e ai miei figli a Genova. Aldo, suo marito, scherzava con mia figlia, mentre Margherita parlava delle stelle. Ad un certo punto mia figlia le ha chiesto: le stelle si ammalano? Una domanda strana e lei le ha risposto:”si, perché le stelle nascono, invecchiano e muoiono, quindi in un certo senso si ammalano.” Studiare la storia del progresso umano attraverso l’astronomia è un cammino che permette di capire i nostri limiti, il nostro essere infinitamente piccoli in un universo in perenne espansione. Abbiamo il privilegio di vivere , un lasso di tempo che il destino ci ha regalato tra infinite possibilità di non esistere.
Cosa ti ha spinto a concentrarti sulle dinastie come i Romanov, gli Asburgo e le regine inglesi?
Il passaggio di dedicarmi allo studio delle dinastie e’ stato casuale, ma grazie a questo lavoro ho cercato di approfondire il mondo femminile. Abbiamo avuto grandi sovrane in un mondo al maschile. Prima che regine sono state spose bambine, mogli con il dovere di partorire figli sani, regnanti che hanno preso decisioni di pace e di guerra, hanno condannato a morte e qualcuna di loro e’ stata condannata a morte. Un modo di leggere la storia, perché, anche se in un mondo privilegiato, hanno cercato di adempiere con dignità il ruolo assegnato loro dalla storia.
Tra le sovrane che hai studiato, ce n’è una che consideri particolarmente ispiratrice o a cui ti senti più vicina?
Ho studiato a lungo le figure di cui ho scritto ed è difficile sceglierne una, sono rimasta colpita dall’intelligenza di Caterina la grande, dall’inquietudine moderna di Elisabetta d’Austria, dal coraggio di Elisabetta I, dall’intelligenza di Elisabetta I.
Quali sono state le sfide principali nello scrivere saggi divulgativi che bilanciano rigore storico e accessibilità per il grande pubblico?
Scrivere saggi divulgativi e’ appassionante e colgo l’occasione per ringraziare la Marsilio per avermi affidato questo progetto. La prima parte è di studio accurato delle fonti, la seconda è quella di rivedere il testo in modo discorsivo cercando di interpretare il personaggio, ma sempre riportando gli eventi in modo reale. Ogni fatto può essere spiegato in modo accattivante e semplice , altrimenti sarebbe un lavoro per addetto ai lavori e non è l’obiettivo del mio lavoro
Come vedi il ruolo delle donne nella storia rispetto al presente? Ci sono lezioni che queste regine ci offrono ancora oggi?
Le donne raccontate nei miei libri sono estremamente attuali, per questo ha un senso scrivere di loro. La storia è la chiave di lettura del presente e il loro modo di affrontare la vita forse ci può aiutare. Nulla nella vita e’ scontato , queste vale per le regine ma anche per ciascuno di noi.
Il simbolo del libro scelto da Eleonora d’Aquitania è molto potente. Pensi che questo messaggio sia ancora percepito nelle generazioni attuali?
Eleonora d’Aquitania ha vissuto nel Medioevo, e’ stata regina consorte di Francia e poi regina d’Inghilterra.ha scelto di partecipare alla seconda crociata, ha scelto di abbandonare il debole marito, Luogo VII, per sposare il futuro re d’Inghilterra, e’ stato a prigioniera, reggente per conto del figlio Riccardo cioè di Leone, diplomatica attenta. Ha amato l’arte e lo studio, tanto che il suo monumento funebre è una donna che tiene un libro tra le mani. E’ l’emblema della forza, probabilmente è il personaggio che ho amato di più
Hai in mente altre dinastie o figure storiche femminili che vorresti esplorare in futuro?
In questo momento sto scrivendo di sovrane della fine dell’Ottocento, ma appartenenti a dinastie diverse. Sono nella fase di studio, tra libri non più in commercio e traduzioni. La parte più bella del lavoro e’ questa, la ricerca.
C’è un tema o una passione nuova che stai considerando per i tuoi prossimi lavori?
Nell’ ultimo anno ho seguito dei corsi sulla storia del gioiello, un campo nuovo per me , ma molto stimolante. Raccontare i gioielli delle sovrane e’ interessante, perché svelano una storia nella storia. Devo ringraziare Cinzia Giorgio che mi ha chiesto di raccontare queste brevi pillole per il suo podcast Endora. Anche in questo caso il tono è divulgativo, per giovani e meno giovani.