RINO NENNA

Sono RINO NENNA e nasco 50 anni fa a Bari, città che amo e che ho avuto la fortuna di non dover mai lasciare per motivi di causa maggiore. Sin da bambino sviluppo una certa predisposizione per le materie storico letterarie. “Costretto” a frequentare per volontà dei genitori un istituto tecnico (7 anni per conseguire il diploma…), cerco di dare sfogo alle mie passioni iscrivendomi, ventenne, ad un laboratorio di teatro organizzato dal maestro Renzo Deandri che, al termine del primo anno di corso, mi propone di collaborare con lui. Animazione, cabaret, teatro in tutte le sue sfaccettature, dal ruolo di attore passando per il tecnico audio – light fino al macchinista, contribuiscono alla mia formazione. Dopo una breve “sosta ai box”, riprendo la marcia frequentando per due anni il laboratorio del maestro Enzo Strippoli. Mi serve per eliminare un po’ di ruggine dovuta all’inattività. Al termine del biennio riesco ad entrare nella Compagnia Teatrale Amici del Sipario, sapientemente gestita dal noto commediografo Emanuele Battista. Tutt’ora sono impegnato e coinvolto nei suoi progetti, grazie ai quali ho la fortuna di calcare importanti palcoscenici. Nel 2021, in seguito alla perdita del mio adorato papà, decido di scrivere un libro a lui dedicato dal titolo Ricomincio da 80. Un successo tanto gradito quanto inaspettato che mi catapulta, di colpo, in dirette televisive e radiofoniche su emittenti locali, oltre che a rilasciare diverse interviste per testate on line. E’ da poco partito il progetto per portare sulle tavole di un palcoscenico i contenuti del testo. Forte del successo ottenuto, quasi “pressato” dai lettori del primo libro, decido di scriverne un secondo, da poco pubblicato, dal titolo Nelle Vesti Sbagliate. Numeri alla mano sembrerebbe, al momento, nelle condizioni di superare le performance del “fratello maggiore”. Spesso impegnato come semplice figurante in produzioni cinematografiche, a breve vivrò l’esperienza di essere tra gli interpreti della fiction Dentro o Fuori scritta e diretta da Enzo Strippoli. Non mi pongo limiti, chi vivrà, vedrà…

Come ha influenzato la tua formazione presso l’istituto tecnico il tuo percorso artistico e letterario?
Sicuramente gli studi presso un istituto tecnico non hanno avuto nessuna influenza nel mio percorso artistico; al massimo mi hanno dato la consapevolezza di aver sbagliato indirizzo. Ricordo, con simpatia, le lezioni di misure elettroniche dove il professore parlava di circuiti elettrici ed io ripassavo Leopardi e D’Annunzio.

Puoi raccontarci qualche aneddoto o esperienza significativa vissuta durante i tuoi anni di collaborazione con il maestro Renzo Deandri?
Renzo è stato un maestro di vita, oltre che di teatro. Tutt’ora ci sentiamo ed approfittiamo, ogni volta, per ricoprirci di elogi. Aneddoti? Tanti. Tra tutti ricordo l’ultima serata al villaggio turistico Soleblù a Cassano Murge nel 1995, la mia prima esperienza da animatore: saluti finali, standing ovation del pubblico che per tre mesi avevamo intrattenuto tutti i giorni, noi e loro in lacrime. Di colpo Renzo lascia il microfono, ci prende per mano e ci porta in platea a prendere abbracci e pacche sulle spalle. Oggi si parla molto di quarta parete abbattuta, lui era avanti già trent’anni prima.

In che modo l’incontro con il maestro Enzo Strippoli ha contribuito alla tua crescita professionale nel teatro?
Enzo mi ha trasformato in attore a 360 gradi. Per due anni ha effettuato un lavoro di autostima sulla mia persona impressionante. Si passava, nella stessa lezione, da ruoli comici a drammatici e viceversa. Ricordo con piacere il monologo finale del saggio di fine corso del secondo anno, piangevano anche i muri. Io, che per anni avevo interpretato solo ed esclusivamente ruoli molto divertenti… Determinante!

Quali sono stati i momenti più significativi della tua carriera con la Compagnia Teatrale Amici del Sipario?
Senza ombra di dubbio la serata al teatro Mercadante di Altamura. Una serata di beneficenza dove portammo in scena la commedia molto divertente “Nupestrigghie pestregghiàte”. Ansia a tremila, mani fredde e sudate prima di salire sul palco. Interpretazione maiuscola di tutta la compagnia con standing ovation finale dei 400 spettatori presenti. Colpo d’occhio impressionante. Devo tantissimo al regista e autore Emanuele Battista, per me un fratello maggiore.

Come è nata l’idea di scrivere “Ricomincio da 80” e cosa ha significato per te dedicare questo libro a tuo padre?
“Ricomincio da 80” nasce su richiesta esplicita del protagonista pochi giorni prima della sua dipartita. Un giorno mi dice: “Noi due ne abbiamo fatte così tante insieme che potremmo scrivere un libro”. Fatto! Cosa ha significato per me? Tanto, una sorta di “anestetizzazione” del dolore causato dalla sua assenza fisica.

Quali sono le principali differenze tematiche e stilistiche tra “Ricomincio da 80” e “Nelle Vesti Sbagliate”?
Il primo è un continuo narrare di aneddoti vissuti in compagnia di una persona fuori dagli schemi, un padre che sapeva essere amico e confidente all’occorrenza, ma allo stesso tempo giudice severo sempre prodigo di consigli e insegnamenti. Una biografia. Il secondo rientra tranquillamente nella sezione “romanzi”, un continuo avvicendarsi sinusoidale di eventi, alti e bassi che si alternano a ritmi vertiginosi tra dialoghi e scontri verbali a volte durissimi.

Cosa ti ha spinto a voler portare i contenuti di “Ricomincio da 80” sulle tavole di un palcoscenico?
La volontà del protagonista di diventare immortale attraverso le pagine di un libro. Posso tranquillamente affermare, grazie alle recensioni dei lettori, di averlo accontentato, ora è giusto che il libro cambi forma e che si faccia apprezzare sotto altre vesti.

Come hai vissuto il passaggio dall’essere scrittore a diventare interprete in una fiction televisiva?
Con una carica di adrenalina pazzesca. Tornare a lavorare con il maestro Strippoli poi, è tanta roba. C’è sempre da imparare da lui.

Quali sono le sfide più grandi che hai affrontato durante la tua carriera e come le hai superate?
Qualche anno fa mi ritrovai, a un mese dal debutto di una nuova commedia, a dover cambiare personaggio dopo quattro mesi di prove. Era venuto a mancare, per un problema organizzativo, il protagonista. Mi fu chiesto di sostituirlo, di memorizzare in pochissimo tempo un intero copione. Non volevo, anche per il grande rispetto verso la persona venuta meno. L’amore e la passione per il teatro ed il senso di appartenenza alla compagnia mi permisero di vincere la sfida.

Hai nuovi progetti in cantiere o sogni da realizzare nel prossimo futuro?
Al momento sono concentrato sulla promozione e divulgazione di “Nelle vesti sbagliate”, sull’inizio delle riprese della fiction “Dentro o fuori” e sulla preparazione della nuova commedia della Compagnia Amici del Sipario, quindi su tre fronti “caldi”. Poi, si sa, le idee arrivano all’improvviso. Sogni? Tanti, tra tutti vedere un mio libro riportato sul grande schermo. Chissà, un giorno…

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