SALVATORE RANA Nell’ormai lontano 1977, il destino decise per me. Dopo aver superato l’esame di terza media, mia madre, per evitarmi di passare troppo tempo per strada nel quartiere San Paolo a Bari, mi trovò un lavoro presso la salumeria CEA in via Quintino Sella. Fu lì che incontrai Cosimo Carioggia. Cosimo, mio coetaneo, veniva spesso a fare i panini per i fratelli che avevano aperto “Best Jeans” Uomo e Donna in via Manzoni. Un giorno mi disse: “Salva, visto che sei un ragazzo presentabile e sveglio, perché non vieni a lavorare con noi?” Rimasi spiazzato perché nel frattempo avevo conquistato la stima di Don Franco alla salumeria. Dopo qualche giorno di riflessione, accettai l’offerta di Cosimo. Così, nel maggio/giugno di quell’anno, iniziai a lavorare a Best Jeans. Grazie a quell’esperienza, non mi sono più fermato, raggiungendo livelli altissimi nel corso degli anni. Ricordo il primo giorno di lavoro: indossavo jeans larghi, una camicia a righe, occhiali specchiati e ascoltavo David Bowie con il mio Walkman. Sentivo di essere all’esame di maturità. Nel giro di qualche settimana, diventai l’idolo di molti ragazzi che volevano vestire come me. L’esperienza lavorativa presso Best Jeans fu il mio trampolino di lancio nel panorama della moda. Mi permise di conoscere meglio tessuti e materiali, ma soprattutto di superare le mie insicurezze. Iniziai a curare le vetrine dei negozi, diventando uno dei migliori in Puglia. Capivo i modelli e le vestibilità dei vari brand come LEE, Wrangler, Roy Rogers e Levi’s 501. Gli anni ’80 furono per me gli anni della rinascita, del riscatto sociale e della Moda, Musica e Mondanità. Nel 1980, con Cosimo Carioggia, decidemmo di fare la nostra prima vacanza a Rimini/Riccione. Lì incontrammo Giuseppe Patruno, che purtroppo morì nell’attentato alla stazione di Bologna. Questo evento ci segnò profondamente. Nell’ottobre del 1980, iniziai a lavorare presso la boutique più cool del momento, “Banana Moon”. Grazie a Raffaele Carofiglio, mio mentore, divenni co-responsabile. La riconoscenza è fondamentale per me, e le prime sfide lavorative le vissi al suo fianco. Raffaele investì seriamente su di me. Mi fece fare un corso di vetrine, insegnandomi i trucchi del mestiere. Le vetrine sono l’anima del negozio, e curarle nei minimi dettagli era fondamentale per attirare i clienti. “Banana Moon” crebbe a vista d’occhio, diventando una delle jeanserie più grandi del centro-sud Italia. Nel 1982, dopo il servizio militare a Milano, dove la città mi ispirò nel campo della moda, tornai a lavorare con ancora più determinazione. Milano e Firenze diventarono le mie fonti di ispirazione grazie alle manifestazioni come Pitti Uomo e la Fashion Week. Nel 1985, mi misi in proprio, portando a Bari stilisti e brand di caratura mondiale. Grazie a mio figlio Gigi, chef e mio partner nel progetto del mio libro autobiografico, sto raccontando la mia storia per ispirare tanti ragazzi delle periferie d’Italia, dimostrando che esiste sempre un’alternativa alla strada. Con dedizione, costanza, determinazione e sacrifici, si può vivere con libertà.